P.S.: Prima dell’Endgame di Cathanos avevo preparato un pezzo sulla guerra impari tra il consigliere Salvatore Sorbetto e il liberticida Mark Zuckerberg, che ha sospeso da Facebook il... dolce rappresentante del popolo (non sarà un caso se in dialetto si dice duci) a causa della profusione di merdate che aveva in più occasioni spammato sui social: da Pertini alle risposte ai commenti infarcite di «suca» fino al necrologio per “Sua Eccellenza” Benito Mussolini, «il più grande statista che l’Italia abbia mai avuto» (parole sue, solo a trascriverle mi ha preso fuoco Word). Un’escalation di trollismo che gli è costata, alla fine, l’oscuramento per un mese dell’account.
Un’ingiustizia, ovviamente; un provvedimento antidemocratico che limita la libertà di espressione di un raffinato esponente politico che si è sempre segnalato per l’acribìa e l’accuratezza della sua analisi. Certo, ho sentito Bombolo affermare cose molto più sensate, ma probabilmente è perché sono comunista. (Almeno, questa sarebbe la lucida lettura del consigliere Sorbetto.) E se è vero che in principio era il San Daniele, e il San Daniele era presso Zuccarello, e il San Daniele era Zuccarello, visto che ormai il consiglio comunale è alla frutta, anzi al... dessert, un Sorbetto ci voleva proprio. E quindi Voltaire, e non la penso come te ma sono pronto a dare la vita... Insomma, tutte ’ste cazzate che ci hanno rovinato perché ora parla e straparla veramente chiunque.
Tra l’altro, avete idea di quanto sia difficile far sospendere un account da Facebook? Io ci ho provato diverse volte, segnalando dei troll che insultavano le donne, i negri, gli ebrei, i gay, i comunisti o tutte queste categorie insieme come nell’Avvelenata di Guccini, e la risposta di casa Zuckerberg è stata sempre la stessa: «il post non viola la policy di Facebook». Apparentemente, infatti, niente al mondo può violare la policy di Facebook. Tranne la foto di una mamma che allatta il figlio neonato, s’intende.
Allora ho provato io a trollare pesantemente qualcuno, dando degli idioti agli elettori di Cateno che continuavano a difenderlo mentre il Nostro veniva sbugiardato ogni qualvolta apriva bocca: niente. Se l’è presa solo mia madre perché ho mancato di rispetto alle persone, anzi alla gggente. Come se da quelle stesse persone non avessi regolarmente ricevuto decine di insulti per le cose (vere) scritte su Cateno.
Finalmente, ho preso carta e penna (virtuale) e ho scritto personalmente a Zuckerberg: ho perorato la causa del consigliere Sorbetto e della libertà di espressione – sì, lo confesso, ho citato Voltaire e non la penso come te ma sono pronto a dare la vita... – accusando il social network di ignorare la becera propaganda dei Trump, dei Putin, degli Erdogan per prendersela con i peones come Salvatore Sorbetto, di essere forte con i deboli e debole con i forti (“tigre di carta” la definizione di Confucio), insomma ho tirato fuori tutto l’armamentario buonista e, incredibilmente, qualcosa ho ottenuto. Anche se non so se Sorbetto apprezzerà: Facebook riattiverà subito il suo account, ma per un anno lui potrà pubblicare la sua foto profilo soltanto a testa in giù.