
Calcioscommesse: tutti assolti. Scagionati Di Napoli, Eros Nastasi e Gugliotta. I verbali del pentito Lanzafame
Il processo sul Calcioscommesse a Messina, ovvero l'indagine sulle presunte “combine” nel campionato di Lega Pro tra il 2015 e il 2016 disputato all'epoca dall'Acr Messina, si è chiuso clamorosamente in serata con quattordici assoluzioni totali decise dai giudici della prima sezione penale presieduta da Maria Eugenia Grimaldi, con la formula "per non aver commesso il fatto". La Procura aveva, al contrario, formulato 14 richieste di condanna.
Completamente scagionati quindi i 14 imputati coinvolti nell'atto finale del processo rispetto al quadro inziale degli indagati, che erano in tutto 17: Arturo Di Napoli, Eros Nastasi, Pietro Gugliotta, Ivan Giuseppe Palmisciano, Fabio Russo, Giuseppe Messina, Alessandro Costa, Giovanni Panarello, Andrea De Pasquale, Stefano Addario, Daniele Frabotta, Andrea De Vito, Cosimo D’Eboli e Gianluca Grassadonia.
L'AVVOCATO CANDIDO: ASSOLUZIONE NON BASTA.
"Dopo sei anni un Tribunale ha finalmente sancito che il mio assistito - scrive l'avvocato Candido Bonaventura - stimato professionista nei cui confronti era stata addirittura avanzata richiesta di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere, non ha commesso alcun reato. L'innocenza del dottore Panarello (ed a anche di tutti gli altri imputati) era evidente sin dall'avvio di questo procedimento ma nonostante ciò gli imputati hanno dovuto subire la pena di un processo che, peraltro, si è risolto sulla base delle stesse prove che erano già disponibili nel fascicolo delle indagini. Siamo certamente soddisfatti ma questo non basta a ristorare il patimento subito dall'imputato".
NEL 2019 LE ASSOLUZIONI DI BERARDI E ABDEL KHALIFEH.
A Maggio del 2019 erano già stati assolti pienamente da tutte le accuse, dal gup Tiziana Leanza, gli unici due imputati che avevano scelto l’abbreviato, ovvero il portiere Alessandro Berardi, ex dell'Acr Messina, e anche il dentista libanese Halim Abdel Khalifeh, detto ‘Abudi’. Il pm Francesca Bonanzinga aveva chiesto per entrambi, rispettivamente 10 mesi e 8 mesi di reclusione. Ma il gup valutò invece l'insussistenza delle accuse e quindi la loro estraneità ai fatti. Il dentista libanese registrò infatti la formula "per non aver commesso il fatto" per l'unico capo d’imputazione contestato, mentre Berardi per i diversi capi d’imputazione di cui rispondeva sia "per non aver commesso il fatto" e anche "perché il fatto non sussiste".
L'INDAGINE.
Il sostituto procuratore Francesco Massara, titolare dell’indagine sulle presunte ‘combine’ che si sarebbero verificate nel Girone C di Lega Pro tra il 2015 e il 2016, aveva addirittura chiesto al gip Monica Marino l’arresto in carcere dell’ex calciatore ed ex allenatore dell’Acr Messina Arturo Di Napoli, e gli arresti domiciliari per altri dieci rappresentanti di tutto quel ‘mondo di mezzo’ tra professionisti, ex giocatori e allenatori, scommettitori illegali, che gravita intorno al calcio. Questi i nomi degli altri indagati per cui erano stati chiesti gli arresti domiciliari: l’ex vicepresidente dell’Acr Messina Pietro Gugliotta, il notissimo giocatore internazionale di Texas Hold’em Eros Nastasi, di origini messinesi, l’ex portiere dell’Acr Messina Alessandro Berardi; e poi gli ‘scommettitori’ o ‘intermediari’ Ivan Palmisciano, Fabio Russo, Giuseppe Messina, Alessandro Costa, Giovanni Panarello, Andrea De Pasquale, e il dentista libanese Khalifer Abdel Halim detto ‘Abudi’, da anni residente a Messina. Avrebbero rappresentato una associazione a delinquere (che il Riesame non riconobbe), con ruoli diversificati, finalizzata a realizzare frode in competizione sportive e truffe. Un ruolo apicale sarebbe stato rivestito in questo senso da Arturo Di Napoli. Gugliotta e Nastasi avrebbero rivestito un ruolo di organizzatori, mentre il ruolo di ‘meri associati’ e scommettitori di grosse somme lo avrebbero avuto Palmisano, Russo, Messina, Costa, Khalifeh, Panarello, De Pasquale e Berardi. Risultavano inoltre coinvolti, non come facente parte dell’associazione a delinquere ma solo per aver promesso o offerto denaro o altre utilità ad alcun calciatore di Messina e Paganese, nel febbraio del 2016, anche il tecnico Gianluca Grassadonia, ex della Pro Vercelli, e l’ex dg della Paganese Cosimo D’Eboli. Nei loro confronti non fu richiesta alcuna misura restrittiva da parte della Procura.
Nelle 19 pagine di provvedimento, il TdL aveva ripercorso i risultati dell’inchiesta spiegando perché ai dubbi della giustizia sportiva e alle ipotesi avanzate dalla magistratura sulla base delle intercettazioni telefoniche non sembravano seguire prove concrete che consentissero misure cautelari. Pur rivelando le anomalie già evidenziate dagli ispettori della Federazione sulla base dell’anomalo flusso di scommesse, e i frequenti contatti tra gli scommettitori, i bookmaker e soggetti che ruotano intorno la società, il Riesame spiegò che 'nessuno di questi contatti può dare concrete indicazioni su un’eventuale associazione che gestiva le scommesse, ma soprattutto non ci sono prove concrete sul fatto che i giocatori “vendessero” effettivamente le partite'. Il Riesame confermò che le frasi intercettate “ventilano condotte patologiche nell’Acr Messina”, ma non offrono prove concrete di reati. “La rete di contatti (tra bookmaker e scommettitori ndr) rende plausibile la rivelazione da parte di soggetti intranei alla società di calcio ACR Messina di notizie riservate su intese fraudolente in merito all’esito degli eventi sportivi, verosimilmente preliminare ad una ripartizione delle vincite non potendo i tesserati esporsi in prima persona. Le indagini non hanno permesso tuttavia di individuare, oltre la soglia dei sospetto – scrissero i giudici del TdL – i calciatori che si sono prestati all’attuazione delle programmazioni criminose. L’assunto che il portiere dell’Acr Messina fosse tra i principali attori delle frodi sportive si affida a contegni in campo del calciatore in sé non univocamente sintomatici di un proposito artatamente rivolto ad alterare l’esito della gara (…) non è possibile discernere tra errori, imprudenze e macchinazioni fraudolente. La giustizia sportiva, esaminata la condotta di gara dei protagonisti degli incontri Casertana-Messina, Messina –Benevento, Messina-Paganese, non ha ravvisato illeciti di sua competenza. (…) L’omessa identificazione degli autori delle scommesse impedisce in ogni caso qualunque verifica in ordine alla ricorrenza di collegamenti tra gli scommettitori e gli indagati”. Il Riesame, quindi, bocciò le esigenze cautelari ma anche il quadro indiziario, e soprattutto l’ipotesi dell’associazione a delinquere. Le conversazioni a mezza bocca intercettate non bastano a supportare le accuse, dissero i giudici. Soprattutto perché molte non trovarono poi riscontro nelle testimonianze dirette degli stessi protagonisti. Uno per tutti Raffaele Di Napoli, subentrato nel team dell’ACR ad Arturo Di Napoli e in chiara polemica con questo. Era stato intercettato a lamentare la gestione precedente della squadra. “Tutti in città sapevano che il Messina si vendeva le partite”, ha ammesso agli investigatori che lo hanno interrogato e gli hanno chiesto il perché di quelle affermazioni. Salvo poi puntualizzare che si trattavano di voci, illazioni, che nulla di concreto sapeva su combine truccate. “Faccio scoppiare un’inchiesta”, aveva detto ad un altro dirigente. Poi però, interrogato, di fatto ritrattò tutto: “Erano frasi dettate dalla rabbia”, disse.
I VERBALI DEL BOOKMAKER PENTITO LANZAFAME.
"Nel 2015 o 2016 mi trovavo insieme ad Eros Nastasi presso il casinò di Nova Gorizia in Slovenia. In quella circostanza, Nastasi mi propose di effettuare attraverso Planetwin365 o altri bookmakers delle scommesse su eventi calcistici del Messina Calcio. Nastasi, mi disse nello specifico che qualche giorno prima dell’incontro il presidente del Messina Calcio gli comunicava l’esito della gara oggetto di combine. Nastasi quindi effettuava anche tramite altri soggetti più scommesse in contemporanea e di cifre contenute sull’incontro oggetto di combine. Quindi Nastasi all’esito tratteneva una percentuale, non so indicare quale, e consegnava il resto al Presidente del Messina Calcio. Una percentuale era data anche ai singoli scommettitori. Nastasi, per effettuare le scommesse sulle partite truccate del Messina Calcio operava tramite una vera e propria struttura organizzata della quale mi propose di far parte. (...) In quella occasione Nastasi mi indicò pure dei nominativi dei componenti di questo gruppo che avevano il compito di effettuare le scommesse, tra questi Walter Marisca e altro soggetto di cui non riesco in questo momento a ricordare il nome... da li a poco io potei constatare in prima persona che Marisca e l'altro soggetto indicatomi da Nastasi, avevano un conto gioco su Planetwin 365 tramite il quale fecero grosse vincite, proprio su un evento del Messina Calcio. La vincita di Marisca ammontava a circa 40.000 euro. Io venni interessato - prosegue - in quanto responsabile per la Sicilia della Planetwin365. Ricordo che fui io a chiedere l'elenco dei nominativi che aveva riportato vincite sull'evento del Messina Calcio e fui io anche a comunicare all'azienda l'anomalia e a contribuire a bloccare alcuni pagamenti. Ricordo che Nastasi mi parlò del presidente del Messina Calcio come di colui che dava le informazioni e a cui era corrisposto la percentuale delle vincite. Non ricordo che Nastasi mi parlò di Arturo Di Napoli, non so chi sia Arturo Di Napoli. (…) (Nastasi) mi propose esplicitamente di entrare a far parte di questo gruppo con il precipuo ruolo di piazzare più scommesse tramite Planetwin365 e altre società di scommesse sull'evento il cui esito mi avrebbe di volta in volta comunicato... Io non ho aderito a questa proposta". Poi Lanzafame fa riferimento ad altre tre persone, facendo alcune volte i nomi e riferendosi in altri casi ai presunti ruoli ricoperti: "Ricordo che Nastasi mi disse che il presidente del Messina Calcio era anche presidente di un’altra società di lega pro o di serie d con la quale effettuava altre combine, non ricordo se mi disse Juve Stabia. Non conosco Gugliotta Pietro, né ho sentito parlare di questi. Non conosco Stracuzzi Natale né ho sentito parlare di questi. Il nome di Berardi Alessandro non mi è nuovo, ma non ricordo in che occasione abbia sentito il suo nome. Conosco Palmisciano Giuseppe Ivan e più volte l'ho visto con Eros Nastasi in occasione di tornei di poker. Non so se fosse coinvolto nelle scommesse del Messina calcio. Lo saprei riconoscere in foto. Non conosco Russo Fabio, né ho sentito parlare di questi. non conosco Costa Alessandro, né ho sentito parlare di questi. Anzi forse l'ho sentito nominare da Eros Nastasi e ci siamo visti a Campione d'Italia. Non conosco Khalifeh Abdel Halim, né ho sentito parlare di questi. Il nome Panarello Giovanni non mi è nuovo, credo di averlo sentito nominare da Eros Nastasi e dovrebbe giocare anche lui a poker. Non conosco De Pasquale Andrea, né ho sentito parlare di questi. Conosco Pagano Claudio Leonardo, se non sbaglio dovrebbe essere di Giarre. E' amico di Eros Nastasi e partecipa a giocate di Poker. Disponeva di un sito Palace777 insieme a Eros Nastasi e Palmisciano Giuseppe Ivan. Il sito Palace 777 apparteneva al clan Santapaola... Non conosco Russo Francesco né ho sentito parlare di questi...". Dopo una pausa Lanzafame chiarisce: "..durante la pausa, utilizzando il mio cellulare, ho trovato la foto del secondo ragazzo oltre Marisca del quale Nastasi eros mi ha riferito come partecipe della struttura organizzata al fine di effettuare le scommesse sugli eventi truccati. Trattasi di De Pasquale Andrea, soggetto da me conosciuto perchè presentatomi da eros Nastasi durante tornei di poker. Lo ho conosciuto a Nova Goriza, ma in data antecedente rispetto a quella della proposta fattami da Nastasi per entrare a far parte della associazione. De Pasquale Andrea è di Patti... Eros Nastasi mi ha detto che il De Pasquale Andrea riceveva le informazioni sugli eventi combinati...Non ricordo di conoscere o di avere mai sentito parlare di Sparacio Salvatore. Adesso ricordo che Eros Nastasi mi parlo di tre squadre, una delle quali era il Messina, altra era sempre del Presidente del Messina e di una terza. La seconda forse è Juve Stabia, della terza non ricordo il nome". E poi altri passaggi da verificare con le indagini: "Il nome Bar delle Rose lo ricollego a luogo ove si giocavano delle partite cash game di poker texano. Non me ne parlò Eros Nastasi, ma credo tale Roberto Nulli che è un giocatore di poker. Amico di Eros Nastasi... adesso credo di ricordare la partita dovrebbe essere Messina-Martina Franca".
Sono questi i passaggi salienti dei due verbali depositati agli atti dell’inchiesta sul calcio scommesse dal PM Francesco Massara. Risalgono al 18 giugno 2018 e al 15 gennaio 2019. A parlare è Fabio Lanzafame, classe ’72, siracusano, di professione bookmaker, referente per una grossa sigla internazionale delle zone di Catania e Siracusa.
Lanzafame, coinvolto in alte operazioni sia a Messina che a Catania, aveva già riempito fiumi di verbali consegnati agli inquirenti entei, deponendo in alcuni processi.
Ha confermato le accuse al clan Cappello nella gestione delle sale slot, ha parlato del riciclaggio di denaro da e verso la Romania, ha vuotato il sacco sugli affari dei casalesi oltre frontiera.
Nelle 10 pagine depositate dal Pm Massara ci sono altri nomi di soggetti in collegamento con Nastasi nell’affair combine del Messina-Calcio. E ci sono poi ampi passaggi coperti dagli omissis.