6 Agosto 2011 Giudiziaria

MESSINA: Finisce in carcere l’assassino del giovane morto al liceo. Il Tribunale di sorveglianza ha disposto il trasferimento a Gazzi

Finisce in carcere il barcellonese Michel Baccarini, 21 anni, autore reo confesso dell’omicidio dello studente quindicenne Felice Giunta, morto nel pomeriggio del 15 ottobre del 2005 per le percosse inflitte dall’allora coetaneo nel cortile del liceo scientifico “Enrico Medi” di Barcellona. La sentenza, divenuta definitiva dopo l’udienza in Cassazione, ha provocato l’arresto, eseguito ieri dai carabinieri della Compagnia di Barcellona, che hanno prelevato il giovane dalla sua casa per condurlo nel carcere di Gazzi, a Messina. Baccarini, per effetto dell’indulto, dovrà scontare soltanto 2 anni, 7 mesi e 29 giorni di reclusione, perché riconosciuto colpevole in via definitiva del reato di omicidio preterintenzionale del quindicenne Felice Giunta, un ragazzo ucciso dalle percorre a causa di motivi futili e abietti. A disporre l’arresto del giovane di Barcellona è stato il Tribunale di sorveglianza per i minori (l’autore del delitto all’epoca dei fatti aveva 15 anni, tanti quanti ne aveva la vittima) presieduto dal giudice Michele Saya. Il Tribunale di sorveglianza ha infatti respinto l’istanza presentata da Baccarini con la quale lo stesso chiedeva di scontare la pena di 2 anni e 7 mesi e 29 giorni di reclusione con misure alternative quali l’affidamento in prova ai servizi sociali o la sorveglianza speciale ed eventualmente in subordine la semilibertà. Respinte le richieste per Michel Baccarini si sono aperte le porte del carcere di Gazzi dove dovrà scontare la pena ridotta per effetto dell’indulto ad un mero residuo. Oltre al beneficio dell’indulto, dal computo della pena definitiva sono stati sottratti i 4 mesi e 1 giorno scontati nell’immediatezza dei fatti come carcerazione preventiva. La Corte di Cassazione aveva infatti confermato la sentenza d’appello dal Tribunale per i minori di Messina, presieduto dal giudice Francesco Sidoti. La Corte d’Appello il 5 marzo del 2009 aveva tuttavia riformato la sentenza di primo grado, riducendola dagli originari 8 anni e 2 mesi di ben 2 anni e 2 mesi. In definitiva la condanna di primo grado era stata ridotta a 6 anni di reclusione. Al giovane, infatti, così come richiesto dal difensore, avv. Giuseppe Lo Presti, erano state concesse le attenuanti generiche. Dei 6 anni di reclusione ottenuti con la riduzione in appello, 3 sono stati neutralizzati dall’indulto e ciò stava per provocare – in base alla legislazione italiana – l’affidamento in prova ai servizi sociali essendo la pena residua inferiore ai 3 anni. Baccarini, che ha già compiuto 21 anni era stato riconosciuto colpevole col giudizio abbreviato di “omicidio preterintenzionale aggravato dai futili motivi”. I benefici delle attenuanti generiche furono concessi, così come sottolineato dal difensore, come l’imputato abbia tenuto, subito dopo il grave fatto, un comportamento apprezzabile sotto il profilo giudiziario avendo reso ampia confessione agli inquirenti e tentando, dopo aver compreso la gravità del gesto, di soccorrere la vittima, così come poi fatto dagli amici di Felice Giunta che lo hanno accompagnato su una sedia a rotelle dal campetto del liceo fino al pronto soccorso del vicino ospedale, nel disperato tentativo di salvargli la vita. La famiglia Giunta, sulla base dell’ordinamento giudiziario italiano, non si è potuta costituire parte civile, anche se nel procedimento giudiziario, padre e madre di Felice, sono stati sempre presenti come parti offese con gli avv. Giovanni Siracusa e Pinuccio Calabrò. L’uccisione del quindicenne destò all’epoca dei fatti la commozione generale e soprattutto la reazione degli studenti del liceo “Medi”, nel cui cortile, luogo dove è avvenuta la tragedia, è stata collocata una targa in memoria del giovane. Della tragica vicenda in tanti si sono scordati, nonostante siano trascorsi poco meno di 6 anni dai fatti. Sono soprattutto i genitori in assoluta solitudine a tenere viva la memoria tanto che ogni anno in occasione della ricorrenza dell’anniversario della morte, organizzano momenti di preghiera nella chiesa di San Francesco di Paola, la parrocchia dell’omonimo quartiere in cui abitava il giovane assieme alla sua famiglia. Per iniziativa dell’amministrazione comunale nella stessa piazza, in occasione del primo anniversario della morte, era stata scoperta una targa commemorativa. Finito nel dimenticatoio invece il concorso scolastico che era stato indetto sulle tematiche del bullismo e di cui nessuno sembra più occuparsene. LEONARDO ORLANDO – GDS