7 Settembre 2021 Attualità

Confcommercio Messina, la notte dei lunghi coltelli. I soci minacciano le vie legali nei confronti del presidente Picciotto

8 consiglieri “dissidenti” sono pronti alla sfiducia formale al presidente di Confcommercio Carmelo Picciotto. La richiesta, firmata dai consiglieri Corrado Andrè, Giuseppe Barbera Campagna, Francesco Crescenti, Pasquale Currò, Salvatore Sciliberto, Paolo Tomasello, Domenico Venuto e Luigi Vezzosi, è chiara: il presidente rimetta il mandato, oppure il prossimo passo sarà la richiesta di revoca giudiziale.

”Ancora una volta - scrivono in una nota gli otto soci - ci troviamo costretti a ricorrere alla stampa dopo che per tanti mesi e in numerosissime occasioni, come soci e come rappresentanti di maggioranza del Consiglio di Confcommercio Messina, abbiamo manifestato nelle sedi opportune e con toni garbati e misurati il nostro malcontento per l’operato del Presidente Picciotto generato da circostanze oggettive, criticità evidenti a tutti, scaturite dalla sua gestione personalistica e autocratica di Confcommercio Messina.
Abbiamo offerto al presidente Picciotto diverse opportunità per invertire la rotta, invitandolo ad operare con lealtà, senso di responsabilità e rispetto delle regole. Sempre supportando le nostre legittime richieste con norme di statuto e di legge”.

L’ultimo atto arriva dopo un’estate “calda”, con i consiglieri che hanno accusato il presidente di “svendere” Confcommercio Messina, nelle trattative per gli accorpamenti previsti a livello regionale, per salvare la propria poltrona. Ma la sfiducia parte da lontano, ricordano gli 8 dissidenti, che hanno depositato la richiesta di decadenza lo scorso 7 gennaio.

“Per mesi non abbiamo ricevuto risposte su temi importanti come la mancanza da tre anni dei bilanci preventivi e consuntivi o l’insediamento a Messina del direttore di Confcommercio Enna o le convulse nomine sine causa e sine legalitate di commissari e presidenti, di cui veniamo a conoscenza solo tramite la stampa. Stiamo assistendo, in buona sostanza, alla “svendita” di Confcommercio Messina da parte di Carmelo Picciotto, nel deprecabile tentativo di salvare la poltrona”. “Ci troviamo pertanto costretti - scrivono ancora i soci - dopo oltre un anno di azioni arbitrarie, mancate risposte, paradossali giochi di destrezza e mistificazione della realtà, a ricorrere al mezzo del comunicato stampa per dissentire e dissociarci, formalmente e pubblicamente, dall’operato di Picciotto quale presidente di Confcommercio Messina e dei suoi sodali, sia messinesi che non, ribadendo loro l’invito ad astenersi dal compiere atti di ordinaria e straordinaria amministrazione volto a modificare gli attuali assetti politico- statutari sino a che sia ripristinato l’agire nelle regole di legge e di statuto. E ancora... ci troviamo costretti a ricordare al Presidente Picciotto pubblicamente, affinchè anche tutti gli ignari associati ne siano a conoscenza, che dal 7 gennaio 2021 pende nei suoi confronti una richiesta di decadenza dalla carica per le gravi violazioni di statuto e del codice etico nazionale 1/2 compiute, la cui discussione è bloccata a causa del suo arbitrario e perdurante rifiuto di darvi seguito”.

“Pertanto - concludono - con lo stesso senso di responsabilità, lealtà e schiettezza che fino ad oggi hanno accompagnato e contraddistinto ogni nostra azione reiteriamo l’invito al Presidente Picciotto, che a suo tempo, con cieca fiducia, avevamo scelto per la guida di Confcommercio Messina, a rimettere il mandato nelle mani del Consiglio o saremo costretti, unitamente a numerosi soci, a richiedere la revoca giudiziale del suo mandato”.