8 Ottobre 2021 Sport Cultura Spettacolo

Al Teatro Vittorio Emanuele va in scena “Tanto rumore per nulla” del regista Giampiero Cicciò

La produzione dell’EAR Teatro di Messina porterà in scena, dal 22 al 24 ottobre, l’opera shakespeariana “Tanto rumore per nulla” ambienta a Messina, grazie alla regia di Giampiero Cicciò, ed a un cast per lo più tutto messinese.

“Pensare alla ripartenza del teatro – ha scritto in una nota la direttrice artistica del Teatro Simona Celi Zanetti –  ha coinciso con l’idea di ripartenza anche del nostro Teatro di Messina, dopo anni in cui era impossibile immaginare dei progetti e soprattutto pensare alle produzioni. Rendere sano economicamente il Teatro Vittorio Emanuele è stato l’obiettivo più importante dei nostri anni. Sano e felice. Il tempo del Covid, un tempo prezioso in cui leggere, confrontarsi, immaginare. Fare e rifare un progetto, mettersi in discussione”.

Spiega ancora Simona Celi Zanetti: “Con questo spettacolo si inaugura una nova stagione dell’Ente. Abbiamo pensato ad un progetto che considerasse il territorio come risorsa primaria. Un territorio che non si racconta attraverso il “diritto di stare in palcoscenico” ma che lascia all’ arte, che viaggia nei teatri, il piacere di essere artisti anche a Messina. La Città narrata attraverso i suoi artisti migliori è il cuore del nostro progetto. Ma se di territorio e ripartenza di parla non potevamo resistere nel cercare la parola “Messina” là dove il teatro ha raggiunto il suo massimo livello. Messina, nell’arte altissima di William Shakespeare, è il luogo in cui è ambientata una delle sue commedie più rappresentate e amate al mondo: Molto rumore per nulla. Shakespeare, Teatro di Messina, territorio, ripartenza si aggiungono alle parole come gioia, festa, amore, incanto del teatro, nuova compagnia che nasce, la Compagnia Celeste, nuove energie, nuove idee, ingredienti di base di questo progetto che parla di forza delle idee e di rinascita del nostro Teatro di Messina”.

“Futuro ed identità  – continua la Celi – sono anche le parole che mettono in moto la nostra progettualità. “Contemporaneità” la scelta della governance, contaminazione culturale e tecnologica, nuovi linguaggi ancorati alla tradizione, saranno il segno identitario che questo Teatro vuole avere. Molto rumore per nulla attraversa la porta della tradizione e si appropria di uno spazio desueto in cui la possibilità di immaginare è potenziata dal sostegno tecnologico. Un progetto nuovo per il Teatro di Messina”.

“Abbiamo affidato la regia, la traduzione e l’adattamento a Giampiero Cicciò – conclude l’attrice e direttrice artistica messinese – affinché il suo legame e conoscenza del territorio, la sua esperienza maturata fuori e la sua visione potessero dare un’immagine unica a questa messa in scena. Le scene e i costumi sono di Francesca Cannavò, fantasia, grande esperienza e professionalità, porteranno in questo progetto la temperatura giusta perché sia una messa in scena di grande coinvolgimento. Il videomapping uno strumento innovativo e complesso dialoga con la struttura creata appositamente perché il linguaggio video parli anche in teatro attraverso la realtà aumentata. Le sensazioni diventano potenti attraverso le immagini, l’anima percepisce l’anima delle parole. All’esperienza di Giovanni Bombaci abbiamo affidato la progettazione video. Dino Scuderi firma le musiche originali in un percorso tra tradizione e innovazione. Uno straordinario gruppo di attori, alcuni conosciuti dal pubblico per teatro e televisione, altri presenti nelle compagnie più importanti d’Italia, darà vita ai personaggi che Shakespeare colloca in una Messina a cui raramente si riesce a pensare. Il tempo della narrazione in città sembra fermarsi tra quella notte del 1908, e il disordine di questi ultimi anni. Il Teatro Vittorio Emanuele cerca di raccontare un’altra Messina, quella dell’altissimo valore dell’arte che l’ha toccata, coinvolta; questo spettacolo ci regala l’occasione per avere nuove curiosità ed immergerci in un tempo e in una favola talmente ricca di sollecitazioni da essere amore e sospetto insieme, carnalità e fantasia, gioco e riflessine in un giro continuo di giostra della vita. Amare Messina anche attraverso chi l’ha immaginata nella sua fantasia ed è riuscito, come quella Verona di Romeo e Giulietta a portarla nel mondo nascosta nelle battute degli attori”.