8 Novembre 2021 Giudiziaria

Vendeva sottobanco farmaci dopanti, scatta la chiusura della farmacia di una 45enne messinese

Somministrazione di medicinali in modo pericoloso. E' questo il reato di cui è accusata Valentina Alessi Battaglini, 45enne di origini messinesi, titolare della farmacia di Castagnole di Paese finita nella lista degli indagati nella maxi indagine del nucleo Nas di Treviso su un vasto traffico di sostanze dopanti che nei giorni scorsi ha portato all'arresto di Pietro Munisteri, personale trainer agrigentino di 35 anni, finito in manette venerdì scorso e portato nel carcere di Gelo, e la madre, la bidella 60enne Anna Maria Taormina, residente a Trevignano, ora ai domiciliari. Figlio e madre - come scrive Trevisotoday - colpiti da un'ordinanza del gip del tribunale di Treviso, Angelo Mascolo, sono accusati di tenere le fila di un ricco traffico di sostanze dopanti con cui rifornivano decine di body builder in tutta Italia e di una decina di palestre della provincia di Treviso.

I canali di approviggionamento delle sostanze erano sostanzialmente due: acquisti on line dall'estero con carte prepagate (da Grecia, Bulgaria, Romania e Ucraina) e ritiro di prodotti in diverse farmacie della Marca attraverso ricette false che erano state confezionate e stampate grazie ad una tipografia (i cui titolari sono stati a loro volta denunciati). In questo modo sostanze acquistate "regolarmente" in farmacia a pochi euro venivano rivendute, a body builder e sportivi, anche ad un valore venti volte superiore. La farmacia di Castagnole, è emerso nell'indagine condotta dai carabinieri del nucleo Nas, coordinati dal comandante Giuseppe Mercatali, era una delle più gettonate per usare le ricette false. In particolare, di uno specifico farmaco anabolizzante, è risultato che su 900 confezioni acquistate, ben 300 erano state cedute con le prescrizioni fasulle e delle restanti 600 non c'era traccia, facendo sospettare la possibile vendita "sottobanco" delle stesse.

Nelle ultime ore sono emersi ulteriori dettagli sulla figura di Pietro Munisteri, da alcuni mesi trasferitosi dalla Marca a Porto Empedocle: il 35enne, nonostante il giro d'affari quantificato in almeno 100mila euro l'anno, si spostava su una Fiat Punto e percepiva il reddito di cittadinanza. Sulla carta risultava disoccupato ma in realtà, con la madre, gestiva un ricco business che poteva garantirgli una vita agiata. A chi gli chiedeva di entrare nel giro lui rispondeva che da 17 anni era nel mondo sommerso delle palestre e che gestiva almeno 700 clienti.

Tra i vari reati di cui dovrà rispondere il personal trainer c'è anche quello di somministrazione e commercializzazione di medicinali guasti e imperfetti. Questo ultimo reato è legato all'attività di "chimico" del personal trainer che aveva creato e messo in commercio dei prodotti dai marchi da lui stesso inventati (il medical pharma e il dunning labs). Tre dei 125 clienti identificati (tutti uomini tra i 23 e i 53 anni) hanno avuto gravi conseguenze fisiche dopo il consumo di queste sostanze "fai da te": un 48enne piemontese aveva perso 30 chili in appena due mesi ed era stato costretto a sottoporsi ad una delicata operazione di asportazione di parte dello stomaco, un 39enne veneto è stato costretto a sottoporsi ad una mastoplastica per ridurre il seno, cresciuto a dismisura a causa del prodotto e infine ad un 23enne, sempre veneto, era stata diagnosticata una forma di disfunzione erettile. Interrogato sul contenuto delle fiale il 35enne avrebbe riferito che contenevano del trembolone (uno steroide anabolizzante) diluito con olio di semi.