4 Febbraio 2022 Giudiziaria

PROCESSO CAMELOT, ECCO LA SENTENZA. ASSOLTO IL SINDACO MANCUSO

E' il giorno della sentenza del processo di primo grado nato dall'operazione 'Camelot' sulla gestione di alcune opere pubbliche a Sant'Agata Militello. Un processo iniziato nel 2015 e che si è concluso dopo oltre sei anni di dibattimento.

LA SENTENZA.

E' stata accertata l'esistenza di una associazione a delinquere al comune di Sant'Agata Militello, che però avrebbe agito all'insaputa del primo cittadino, Bruno Mancuso, assolto con formula piena.

E' pesante la condanna per l'ex dirigente dell'ufficio tecnico Giuseppe Contiguglia, ritenuto a capo dell'associazione a delinquere che avrebbe gestito alcune opere pubbliche a Sant'Agata Militello. Contiguglia ha incassato una condanna a 4 anni di reclusione (l'accusa aveva chiesto una pena a 5 anni e 4 mesi).

Il collegio ha anche applicato per Contiguglia le pene accessorie dell'interdizione dai pubblici uffici per la durata di 5 anni e l'incapacità a contrattare con la pubblica amministrazione per la durata della pena principale,

Inoltre Giuseppe Contiguglia dovrà risarcire il comune di Sant'agata Militello, oltre al rimborso delle spese di giudizio liquidate in 3.870,00 euro.

Condanna a due anni di carcere per Francesco Spitaleri, oltre al pagamento delle spese processuali.

Non doversi procedere invece nei confronti di Antonino Naso, Carmelo Gambadauro, Calogero Silla e Grazia Bartolone Meli perchè nel frattempo è intervenuta la prescrizione (erano accusati di associazione a delinquere).

Assoluzione piena per il sindaco Bruno Mancuso, 'per non aver commesso il fatto'. Assoluzione parziale anche per Francesco Spitaleri con la formula 'perchè il fatto non costituisce reato'.

Francesco Spitaleri è stato però condannato al risarcimento dei danni in favore delle parti civili, gli ingegneri Filippo e Antonino Floramo, liquidati in euro 20mila e al risarcimento della parte civile Giovanni Fiamingo (10mila euro). Spitaleri aveva accusato i professionisti di aver tentato di corromperlo per un atto del suo ufficio.

Nel dibattimento apertosi nel novembre del 2015, e che vedeva in origine imputate 17 persone, erano rimasti in piedi solo quattro capi d'imputazione per sette persone tra cui l'ipotesi di associazione a delinquere per il sindaco Bruno Mancuso, per l'ex dirigente dell'ufficio tecnico Giuseppe Contiguglia e i funzionari Calogero Silla, Antonino Naso e Carmelo Gambadauro e l'allora dipendente Maria Grazia Meli Bertolone. Per gli ultimi quattro l'ipotesi associativa nella qualità di partecipi, andava comunque incontro alla prescrizione così come un singolo caso di falso per gli stessi tecnici e due imputazioni a carico di Francesco Spitaleri, per calunnia e falsa dichiarazione nell'interrogatorio del febbraio 2014.

LE RICHIESTE DELL'ACCUSA.

Nell'udienza di oggi, di fronte al collegio del Tribunale di Patti (presidente Samperi, a latere Zantedeschi e La Spada), il pubblico ministero Alessandro Lia, dopo la requisitoria, nel ribadire l'esistenza dell'associazione a delinquere, aveva formalizzato le richieste di condanna nei confronti degli imputati. La pena più alta era stata chiesta per l'ex dirigente comunale Contiguglia, 5 anni e 4 mesi, 3 anni di carcere invece erano stati sollecitati per il sindaco Mancuso, e per i funzionari Gambadauro e Silla, 2 anni per l'ex dipendente Meli. Un anno era stato invocato per l'altro funzionario, Antonino Naso. Di 1 anno e 4 mesi, infine, era la richiesta dell'accusa nei confronti di Francesco Spitaleri.

Dopo il pubblico ministero Lia, hanno preso la parola i legali di parte civile e le difese.

Nel primo pomeriggio il collegio si è ritirato in camera di consiglio, alle 19 la sentenza.