11 Febbraio 2022 Giudiziaria

Bancarotta Detective: in sei rinviati a giudizio e diverse assoluzioni

Si chiude con sei rinvii a giudizio per un solo capo d’imputazione rimasto in piedi tra i tre contestati inizialmente, e poi con una serie di proscioglimenti e assoluzioni, l’ennesimo step giudiziario davanti al gup Monica Marino per l’ennesima inchiesta sulla bancarotta della società d’investigazione e vigilanza “Il Detective”.

Il filo conduttore della decisione adottata ieri dal giudice è che per alcuni aspetti della vicenda c’era già stato un precedente processo, mentre per il gup sono da considerare “fatti nuovi” le cosiddette “Operazioni economiche a danno” (il capo B), vale a dire una serie di transazioni che secondo l’accusa avrebbero creato un danno patrimoniale alla storica azienda di vigilanza cittadina, che fu dichiarata fallita il 13 luglio 2013.

In questo troncone processuale erano nove gli imputati coinvolti: Antonina Corio, Daniela Corio, Cristina Corio, Natala Corio, Vincenzo Savasta, Emanuele Galizia, Salvatore Formisano, Federica Cacace e Letterio Arena. Ovvero alcuni eredi del fondatore della società d’investigazione e sorveglianza, Nino Corio, e poi chi ha ricoperto successivamente incarichi societari e nel Cda nell’impresa.

Quando a suo tempo si aprì l’udienza preliminare in due optarono per il rito abbreviato, Antonina Corio e Salvatore Formisano, rispettivamente difesi dagli avvocati Nunzio Rosso e Pietro Luccisano, che ieri hanno visto riconosciute dal giudice le loro teorie difensive. Nel settembre scorso si registrò la richiesta del pm Marco Accolla, che sollecitò la pena di 2 anni e 4 mesi di reclusione per Formisano, che rispondeva di alcuni fatti di bancarotta (il capo C) e Antonina Corio, che rispondevano di alcuni fatti di bancarotta (i capi A e C). Il gup ha assolto Formisano e la Corio dall’accusa prevista dal capo C con la formula «perché il fatto non costituisce reato», e per la Corio in relazione al capo A ha dichiarato il “non doversi procedere” per precedente giudicato.
Passando al rito ordinario, in precedenza era stato scelto dagli altri 7 imputati, ovvero Daniela Corio, Cristina Corio, Natala Corio, Vincenzo Savasta, Emanuele Galizia, Federica Cacace e Letterio Arena. Per questa tranche è stato prosciolto e scagionato completamente da tutte le accuse Vincenzo Savasta (rispondeva solo dei capi A e C) mentre gli altri 6 (Daniela Corio, Cristina Corio, Natala Corio, Emanuele Galizia, Federica Cacace e Letterio Arena), hanno avuto alcuni proscioglimenti parziali dalle accuse più gravi di bancarotta così come è avvenuto per Savasta, ed hanno invece registrato il rinvio a giudizio per il profilo della mancata vigilanza nei vari ruoli ricoperti all’epoca all’interno della società, solo per il capo B (le cosiddette “operazioni in danno” legate alla bancarotta), con l’inizio del processo che è stato fissato il 24 maggio prossimo.