11 Febbraio 2022 Attualità

LA CONDANNA DELL’EDITORE BASSO: L’ambientalista Anna Giordano: “Leggete ‘Bancarotta’ e conoscerete la vicenda da un’altra prospettiva”

Riceviamo e pubblichiamo una nota dell’ambientalista Anna Giordano sulla recente condanna a 6 anni dell’editore Enzo Basso.

Sarebbe bello, in attesa dell’appello e relativa sentenza, che i messinesi (ma non solo loro, anzi, direi gli italiani, tutti), leggessero il libro che Enzo Basso ha scritto sulla vicenda che lo vede coinvolto e che ha portato alla chiusura di un giornale libero.

Si legge in un fiato, attoniti, seguendo le sensazioni di chi lo ha scritto e conoscendo finalmente la vicenda da una prospettiva diversa, oserei dire illuminante.

Si legge increduli, soprattutto se non si è vissuta l’energia di quel giornale e di chi l’ha creato, se non si è a conoscenza delle fatiche disumane che ci sono dietro alla cosiddetta “libertà di stampa”, se non si è visto crescere giorno dopo giorno l’impegno che – gioco forza – diventa sempre più gravoso man mano che si acquisisce (nostro malgrado) una maggiore conoscenza dell’animo umano. In tutte le sue sfaccettature, dal meraviglioso all’orrendo, come ormai le cronache riportano da ogni dove e sempre più.

Una lettura importante dalla quale ciascuno può allargare gli orizzonti dell’informazione su questa vicenda che in questi giorni ha visto un primo “punto”.

Bancarotta: 159 pagine che anche chi non ha velocità di lettura supersonica, può leggere in un paio di ore. Con la matita se vuole, come ho fatto io, sottolineando frasi importanti, segnando paragrafi forti, da rileggere. Ognuno ha il suo metodo e siccome non è un romanzo ma la storia romanzata di un dolore profondo e sentito fortissimamente ingiusto, ho preso la matita e l’ho divorato, appena pubblicato, la data della stesura finale, 27 gennaio 2021.

Oggi è il 10 febbraio 2022, ripenso ai miei oltre vent’anni di rubrica, libera, mai censurata, di ecologia, l’affanno ogni martedì per mandare il pezzo, che da racconti che mia madre voleva pubblicare per i bimbi, era diventato, nel tempo, lo sfogo anti ulcera di un’ambientalista stufa e arrabbiata per come vanno male (e vanno sempre peggio) le cose. Le passeggiate con Enzo, sulla cui onestà e bravura e generosità finché esisto ne sono testimone, i cani reciproci, i dolori reciproci di quando ci lasciano e non tornano più. Leggete Bancarotta, ampliate oltre i titoli di questi giorni la conoscenza di un uomo e di un giornale libero.

Quando sarà la prossima puntata, ne sapremo tutti un po’ di più su chi ha amato questa città e ne ha ricevuto in cambio dolori.

E da Bancarotta, dalle parole amare, dolci, irate, incredule, disincantate un mix travolgente, riporto per brevità solo questa, pag. 7: “Ripenso all’articolo di fondo che ho scritto come editoriale il primo numero di Centonove, il 10 aprile del 1993. Il titolo era: “Un numero e un sogno”. Sono passati venticinque anni e quel sogno ora si è appena trasformato in un incubo…”

Un abbraccio immenso ad Enzo, persona fantastica che questa città non ha voluto meritare.

Anna Giordano