11 Febbraio 2022 Giudiziaria

LE RIVELAZIONI DEL NUOVO PENTITO FILIPPO GENOVESE: IL BUSINESS DEGLI STUPEFACENTI TRA SICILIA E CALABRIA

Di Leonardo Orlando - Le prime dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia, Filippo Genovese, detto lo “Scozzese”, che riguardano la nomenclatura del traffico di droga tra Barcellona e Milazzo, entreranno a far parte del processo scaturito dall'operazione “Dinastia” che riprenderà il 28 febbraio. Non è escluso che in quell’udienza la Procura distrettuale antimafia, con i pm Francesco Massara e Fabrizio Monaco, possa chiedere l'ammissione quale teste dello stesso neo collaboratore di giustizia che con le sue dichiarazioni sta contribuendo a corroborare elementi di prova nei confronti di imputati nello stesso processo. Non è un caso, infatti che tra gli imputati dei due tronconi del processo si annoverano nomi di discendenti di famiglie che hanno avuto ruoli rilevanti nella storia della criminalità organizzata locale riconducibile a “Cosa nostra”.

Lo scozzese fa i nomi, oltre a quelli che al momento sono stati omissati per garantire la segretezza delle indagini, di quanti hanno avuto ruoli nel traffico degli stupefacenti. Parlando ancora di Tindaro Giardina, che aveva avuto quale suo collaboratore dopo l'investitura da parte di Carmelo Mazzù, affinché si occupasse dello spaccio di droga con i suoi cugini Peppe Ofria e Alessio Alesci, per sottrarre gli incassi al controllo di Francesco Turiaco, inteso Nino Testa, ha riferito di aver finanziato l'acquisto di cocaina «in almeno due occasioni, intorno al 2014, nel periodo in cui mi trovavo ai domiciliari». Il rapporto con Giardina sarebbe durato poco dal momento che lo Scozzese lo picchiò per altrettante volte. Parlando di Giardina, Genovese ha sottolineato che lo stesso «trafficava droga con Filippo Torre, e si rifornivano in Calabria per acquistare la marijuana. So anche che, sempre con Giardina, Filippo Torre aveva un canale di fornitura pure ad Adrano, ove compravano la cocaina». Filippo Torre, che abitava nello stesso quartiere e “al quale in più occasioni – racconta Genovese – ho ceduto anche io della cocaina per spacciarla». Quindi racconta un episodio: in occasione di uno degli acquisti di droga, fatto ad Adrano, Filippo Torre e suo figlio Giuseppe, fermati dalla polizia, furono arrestati. Per lo “Scozzese” Filippo Torre «spesso non pagava i fornitori, e questo creava problemi. Ricordo che, in una occasione, il suo fornitore calabrese venne sotto casa di Filippo Torre, armato di pistola, perchè voleva essere pagato. Il calabrese aveva in quella circostanza una Golf di colore scuro ed era assieme ad un altro ragazzo". Salvatore Torre, altro figlio di Filippo, "disse poi che l'accompagnatore del calabrese era il figlio di quest'ultimo. In quella circostanza, il calabrese era molto arrabbiato perchè Torre Filippo non si fece trovare ed io cercai di tranquillizzare il calabrese, perchè una parte della droga fornita da lui era destinata anche a me". Si tratterebbe di un soggetto che è stato anche arrestato nel corso dell'operazione 'Dinastia'. Sui debiti che gli intermediari accumulavano con i fornitori Filippo Genovese racconta anche altri episodi che vedono i barcellonesi rifornirsi a Milazzo da un tale Enzo Nucera, anche lui imputato nel processo 'Dinastia', il quale millantava una parentela acquisita con un sedicente 'giudice'. "Ricordo di essere intervenuto anche un'altra volta su Giardina Tindaro sul credito che Enzo Nucera aveva nei confronti del Giardina e di Filippo Torre, sempre per questioni di stupefacenti. In cambio del mio intervento, Nucera mi promise della cocaina. Riuscì a recuperare da Giardina Tindaro una parte del denaro dovuto, mentre non ho ottenuto denaro da Filippo Torre. Consegnai, quindi, il denaro avuto da Giardina a Enzo Nucera e invitai Peppe Ofria e mio zio Tindaro, a Milazzo, da Enzo Nucera per prelevare la cocaina che avevo chiesto in cambio. So che mio zio Tindaro quella sera picchiò Peppe Ofria perchè quest'ultimo non lo fece salire a casa di Enzo Nucera, parlandoci da solo, e lo lasciò sono casa ad aspettare". Il gruppo non sarebbe riuscito - racconta il pentito - "ad avere la cocaina da Nucera e nel tornare a Barcellona ebbero anche un brutto incidente con l'auto, in quanto entrambi erano ubriachi. Il girono successivo, inviai 'Balduccio' (Marco Chiofalo, inteso Balduccio, ndr) da Nucera ed anche lui tornò indietro senza lo stupefacente".

Fu allora che lo Scozzese decise di andare lui a Milazzo da Enzo Nucera assieme a 'Balduccio' Marco Chiofalo. Genovese racconta: "ero armato di una pistola e dopo averlo minacciato, mi diede 500 euro, poiché non avevano con sé della cocaina. Ribadii al Nucera che doveva darmi la cocaina. So che Enzo Nucera ha ottimi rapporti con Vito Foti cui è molto vicino. In una circostanza, ho detto a Vito Foti che il Nucera non era una persona affidabile e poteva essere un confidente, visto che non era stato arrestato nell'operazione 'Dinastia'. Enzo Nucera è compare di Vito Foti, al quale dà anche del denaro, ritengo a titolo di protezione. In quell'occasione - secondo il pentito - "Foti prese le difese di Nucera". Rassegnaweb - Fonte: Gazzetta del Sud