15 Febbraio 2022 Politica e Sindacato

Prima mossa di De Luca candidato governatore: “Ora sfiduciamo Musumeci”

Nella conferenza stampa che segna il ritorno all'Ars dell'ormai ex sindaco di Messina Cateno De Luca, a sorpresa, il colpo di scena lo tira fuori il deputato regionale a lui più vicino, Danilo Lo Giudice: "Abbiamo presentato una mozione di sfiducia - dice - Ai siciliani bisogna dire la verità. In questo momento ci sono faide interne al centrodestra che non permettono di governare. Bisogna consegnare la Sicilia nelle giuste mani. I mesi che mancano serviranno solo a continuare la spartizione della torta e a superare i 4 anni e 6 mesi per avere tutti i benefici". Lo Giudice sfida gli altri partiti a convergere sulla mozione, e De Luca ha già una proposta per la data: "Votiamo la domenica dopo Pasqua - suggerisce - Il 24 aprile è la data perfetta". "Così il giorno dopo sarà la Liberazione", rilancia Lo Giudice.

Così De Luca scende già in campo. Da mezzanotte il suo mandato alla guida del Comune di Messina è finito: "Ora che non sono più sindaco mi sento più leggero", dice l'ex primo cittadino. In conferenza stampa si presenta con il simbolo, "De Luca sindaco di Sicilia", negando la possibilità di ritirarsi per rientrare nel centrodestra: "Noi - osserva - non siamo mai stati considerati nel centrodestra. Quando abbiamo partecipato al progetto Musumeci presidente abbiamo stretto un accordo tecnico con l'Udc. Era previsto che io entrassi in giunta. Sono stato eletto il 5 novembre, ma l'8 novembre mi hanno arrestato (per l'accusa di evasione fiscale da cui poi è stato assolto, ndr). Poi Musumeci, maestro della doppia morale, ha messo un timbro sopra la mia testa". Quindi si va avanti: "Uno che si dimette da sindaco - spiega De Luca - non fa il secondo a qualcuno". "Oggi - aggiunge Lo Giudice - Musumeci consegna una Sicilia peggiore di quella lasciata da Crocetta".

Per De Luca la mancata approvazione della Finanziaria non è un problema: "Si può fare un bilancio tecnico - specifica l'ex sindaco - lo voterebbe chiunque. Anche perché fra poco si creerebbero le fibrillazioni per la scelta dei candidati a Palermo e Messina. Il quadro politico è questo". Da quella maggioranza, per l'ex sindaco, potrebbe nascere la coalizione: "Non ho preclusioni - assicura - né a destra, né al centro, né a sinistra". L'ex sindaco dice di essere "amico" di Gianfranco Micciché e di volergli dare un "in bocca al lupo". "Mi ritiro per lui? - sorride - Prima bisogna vedere chi di noi ha più appeal. Serve però una rivoluzione generazionale. Non si può lasciare che la Sicilia sia governata solo da persone alle soglie dei settant'anni. Con me candidato il centrodestra non schiererà Micciché. Io voglio scontrarmi con Musumeci". C'è un passaggio anche per Matteo Salvini: "La logica di essere battezzati da qualcuno per essere candidato alla presidenza della Regione - dice - è un metodo che non accetto. A Salvini l'ho detto chiaramente quando abbiamo preso la granita a Fiumedinisi. La partita si deve giocare qui. Io sono molto interessato a un progetto meridionalista".

Di granita in granita, si passano in rassegna i possibili alleati. "Con Anthony Barbagallo (il segretario regionale del Pd, ndr) - rivela - ho preso una granita a Pedara. Io sono molto corteggiato, al momento. Il centrosinistra spera che io non mi ritiri, perché pensa che io peschi solo nel centrodestra". Un errore, secondo l'ex sindaco di Messina: "A Barbagallo - continua - ho detto che non sono sicuro di prendere più voti a destra. A Catania su tre candidature che ufficializzerò fra poco una appartiene all'area di centrodestra, un'altra proviene dal Pd e una terza dal Movimento 5 Stelle. Nessuno di loro è un deputato uscente. Non è vero che il mio bacino elettorale proviene dal centrodestra". De Luca ha una strategia precisa: "Chiunque vinca - riflette - non avrà la maggioranza. Io rappresento un polo: da un lato c'è il centrodestra, dall'altro Pd e Cinquestelle. Chiunque vinca non avrà più di 30 deputati. Quindi si creerà una maggioranza in Aula. La mia candidatura porterà a questo: il vero governo nascerà all'Ars. Io sono il baricentro della politica: per ritirarmi mi hanno offerto l'assessorato al Bilancio o un posto da sottosegretario per il Mezzogiorno, ma non sono interessato".