14 Aprile 2022 Sport Cultura Spettacolo

MESSINA: E’ MORTO L’ARTISTA LUIGI GHERSI

A soli quattro mesi dalla morte dell’adorata moglie Linuccia Fazzari, apprezzata italianista, saggista, studiosa di arte e letteratura, ieri è venuto a mancare l’artista messinese LUIGI GHERSI. L’11 maggio avrebbe compiuto 90 anni.
Oggi la nostra città perde un pilastro culturale e una figura di riferimento per l’arte siciliana.
"Le parole non possono bastare per descrivere tale perdita - è scritto in un post sul profilo Facebook dell'artista - solo Linuccia avrebbe saputo trovare le parole giuste, e tramite i suoi appunti ci parla ancora una volta, con accorato trasporto, del suo amato marito e compagno di vita: «Luigi si trova a suo agio nello spazio “illimite” sia quando disegna, sia quando dipinge o quando modella la creta. Se fosse scrittore, non scriverebbe racconti ma romanzi. Secondo lui, i luoghi deputati all’arte non sono né i musei né le mostre: sono le città. La crisi dell’arte, egli dice, comincia quando le città smettono di raccontarsi dalle loro piazze e dai loro muri, quando il tessuto urbano non è più abitato dalle immagini della fantasia e del sogno, dai simboli che riflettono tutto ciò che si agita nel cuore dell’uomo: le sue speranze e il suo destino. Egli cammina dentro la storia, la ricontestualizza e la riconduce da dove è partita: dalla città. La città, dunque, come la polis dei greci, dovrebbe essere caratterizzata dalla presenza di statue e di affreschi, dovrebbe rievocare nelle visioni dell’arte il senso della bellezza e del nostro cammino, con suggestione Nietziana, verso confini sempre più liberi, sempre più infiniti in cui ci sarebbe dato di vedere Apollo convivere con Dioniso, l’agnello col lupo e la tigre con la colomba. Linuccia Ghersi». Buon viaggio Luigi".
I funerali saranno martedì 19 aprile alle ore 15:30 presso la Chiesa di Santa Caterina di Valverde.
CHI ERA.
Luigi Ghersi nasce a Messina nel 1932. Dopo il diploma all’Istituto d’Arte di Firenze (1955), la laurea in legge a Palermo e l’insegnamento del disegno nelle scuole statali di Messina, il pittore si dedica pure al giornalismo, come seguita a fare, del resto, anche dopo il trasferimento a nella capitale (1960), sebbene contemporaneamente segua i corsi liberi dell’Accademia di Belle Arti di Roma. Per una quindicina d’anni si divide tra il versante giornalistico, sarà il direttore di alcuni settimanali, e quello artistico, fino alla scelta definitiva di dedicarsi completamente alla pittura. Quando espone alla Galleria Due mondi di Roma (1974) è quasi intimorito dallo straordinario successo di pubblico e critica: riflette sulla direzione stilistica intrapresa, è percorso da dubbi, riesamina le proprie opere in rapporto agli esempi dei grandi maestri del passato, ripercorre la tradizione antica, rinascimentale, barocca. Trova quindi una poetica personale, sviluppata sia in campo pittorico che scultoreo, nonché nei disegni tutti d’alto livello qualitativo, che denotano, alla pari di taluni dipinti, un forte legame con la terra d’origine. Tra le molteplici e importanti commissioni degli anni scorsi, vanno ricordate le vaste pitture murali nell’Atrio dell’Aula Magna della nuova Facoltà di Scienze dell’Università di Messina (1986-1988/’89) e per la Sala Consiliare del Comune di Piana degli Albanesi. Nel 1991 Ghersi termina la Centauromachia, grande bassorilievo in bronzo di potenza michelangiolesca (fuso nel 1992) realizzato a partire dal 1990 per il nuovo Ospedale di Messina. Nel 1993 termina L’Agorà, per la nuova Aerostazione di Palermo: un complesso di sculture di vario formato poste su di una piattaforma di pietra lavica e ambientate in un fondale costituito da un vasto sfondo pittorico.
Tra il 1995 e il 1996 attende alla ristrutturazione e alle pitture murali della Cappella dell’Ospedale di Patti (Messina). Ghersi svolge la sua attività tra la Sicilia e la capitale, il suo studio di Itala (Messina) e l’altro, romano, in Via Cavour. È oggetto di numerose recensioni, saggi e altri scritti che a fondo ne hanno vagliato i vari aspetti e ordinato l’interessante catalogo anche in occasione di mostre antologiche (si cita “Ghersi opere dal 1958 al 1998”, Teatro Vittorio Emanuele, Messina, 1998), le quali, raccogliendo le opere giovanili accanto alle più mature, permettono un’analisi organica del linguaggio dell’artista e ne evidenziano il costante sviluppo. Tra le principali opere va menzionata la scultura Pegaso, in bronzo, esposta nel giugno 2003 nel cortile di Sant’Ivo alla Sapienza in Roma, per l’Università di Reggio Calabria. Nel novembre del 2007, un suo bassorilievo bronzeo realizzato per le vittime del terrorismo viene inaugurato al complesso delle ciminiere di Catania.