20 Maggio 2022 Giudiziaria

MESSINA: CORSE CLANDESTINE E DROGA, ECCO LA SENTENZA D’APPELLO

di EDG - La sentenza della Corte di Appello di Messina di oggi pomeriggio, Prima Sezione Penale (presidente Francesco Tripodi), ha messo il sigillo su un'inchiesta che ha svelato una storia divisa tra un'organizzazione che gestiva corse clandestine di cavalli e una lunga serie di traffici di droga. Si tratta di un'indagine dei sostituti della Dda Maria Pellegrino e Liliana Todaro per fatti che risalgono al 2013.

Il processo si è concluso in appello dopo ben nove anni, e quasi tutto è stato inevitabilmente spazzato via dalla prescrizione.

In parziale riforma della sentenza emessa nel febbraio dello scorso anno dal Tribunale di Messina e appellata dagli imputati Placido Bonna, Girolamo Stracuzzi, Alessandro Duca, Mario Rella, Marcello Fiore, Stefano Marchese, Domenico Batessa, Francesco Turiano i giudici hanno deciso di assolvere Girolamo Stracuzzi (difeso dall’avvocato Andrè), per non aver commesso il fatto, dal reato di cui al capo 14 e di non doversi procedere nei suoi confronti in ordine ai reati residui per avvenuta prescrizione. La Corte ha inoltre dichiarato non doversi procedere per essere i reati estinti per prescrizione nei confronti di Alessandro Duca, Mario Rella, Marcello Fiore, Stefano Marchese, Domenico Batessa e Francesco Turiano e ha deciso di ridurre a tre anni e sei mesi la pena per Placido Bonna, condannato in primo grado a 5 anni di reclusione.

I giudici hanno inoltre deciso la revoca delle pene accessorie inflitte agli imputati Placido Bonna e Girolamo Stracuzzi, applicando al solo Bonna l'interdizione temporanea dai pubblici uffici per la durata di 5 anni.

Hanno difeso i legali Andrè (nella foto), Silvestro, Freni, Garufi, Duca, Gangemi, Donato, Puglisi Guerra, Barone e Pustorino.

LA SENTENZA DI PRIMO GRADO.

Questa la sentenza emessa dalla prima sezione penale (presidente Letteria Silipigni, a latere Simona Monforte e Rita Sergi) nei confronti dei venti imputati, il 19 febbraio 2021:

LE CONDANNE: Placido Bonna detto “Nino” è stato condannato a 5 anni di reclusione, all'interdizione perpetua dai pubblici uffici e in stato di interdizione legale durane la pena (e prescritto relativamente al reato ascritto al capo 2 della rubrica); Girolamo Stracuzzi a 8 anni e 6 mesi e 30mila euro di multa, all'interdizione perpetua dai pubblici uffici e in stato di interdizione legale durane la pena (e prescritto relativamente al reato ascritto al capo 2 della rubrica); Alessandro Duca detto “Sandro” soprannominato “Mandrillo” a 4 anni e 6 mesi e 2.500 euro di multa (e prescritto relativamente al reato ascritto al capo 2 della rubrica); Marcello Fiore alla pena di 2 anni e 2 mesi; Stefano Marchese a 2 anni ma con il beneficio della sospensione condizionale della pena (e prescritto relativamente al reato ascritto al capo 2 della rubrica); Domenico Batessa condannato a 10 mesi e 1.200 euro di multa; Francesco Turiano detto “Nino Testa” condannato a 1 anno di reclusione e 1.500 euro di multa; Mario Rello è stato condannato a 2 anni di reclusione e assolto dai reati di cui ai capi 3 e 4 perchè il fatto non sussiste e dai reati di cui ai capi 5, 13 e 14 per non aver commesso il fatto (prescritto relativamente al reato ascritto al capo 2 della rubrica);.

Tutti gli imputati sono stati condannati anche al pagamento delle spese processuali.

LE ASSOLUZIONI: Giovanni Stracuzzi è stato assolto per non aver commesso il fatto e perchè il fatto non sussiste (e prescritto relativamente al reato ascritto al capo 2 della rubrica); Carmelo Prospero assolto per alcuni capi e prescritto relativamente al capo 2 della rubrica (e prescritto relativamente al reato ascritto al capo 2 della rubrica); Giuseppe Peschiera assolto per alcuni capi e prescritto relativamente al capo 2 della rubrica (e prescritto relativamente al reato ascritto al capo 2 della rubrica); Vittorio Marino assolto per alcuni capi e prescritto relativamente al capo 2 della rubrica (e prescritto relativamente al reato ascritto al capo 2 della rubrica); Rosario Buscemi detto “Saro” assolto 'perchè il fatto non sussiste'; Orazio Bucolo assolto 'perchè il fatto non sussiste'; Pasquale De Benedetto detto “Lino” assolto 'perchè il fatto non sussiste'; Rosario Vinci assolto 'perchè il fatto non sussiste'; Antonino Lisi detto “Tonino” assolto 'perchè il fatto non sussiste'; Giuseppa Brigandì assolta 'perchè il fatto non sussiste'; Antonia Rizzo assolta 'perchè il fatto non sussiste'; Enrico Buda assolto 'perchè il fatto non sussiste'.

Queste erano state invece le richieste formulate dall'accusa, rappresentata dal pm Rende; si trattava complessivamente di 13 condanne e 7 assoluzioni: Placido Bonna, 4 anni; Girolamo Stracuzzi, 9 anni e 6 mesi più 76.000 euro di multa; Alessandro Duca, 11 anni e 90.000 euro di multa; Mario Rello, 2 anni; Stefano Marchese, 2 anni; Rosario Buscemi, 2 anni e 6 mesi; Enrico Buda, un anno e 6 mesi; Orazio Bucolo, un anno; Pasquale De Benedetto, un anno; Rosario Vinci, un anno e 6 mesi; Domenico Batessa, 2 anni; Francesco Turiano, 3 anni. Chiesta invece l'assoluzione totale per Giovanni Stracuzzi, Carmelo Prospero, Giuseppe Peschiera, Vittorio Marino, Antonino Lisi, Giuseppa Brigandì, Antonina Rizzo. Erano state poi richieste alcune assoluzioni parziali.

La parte più consistente dell'inchiesta, che ruotava tutta intorno a fatti accaduti in città nel 2013, ipotizza un'associazione a delinquere dedita all'organizzazione delle corse clandestine di cavalli.

Ne avrebbero fatto parte Placido Bonna, Girolamo Stracuzzi, Alessandro Duca, Mario Rello, Marcello Fiore, Stefano Marchese e Giovanni Stracuzzi. In concreto avrebbero creato un gruppo finalizzato «... allo svolgimento di competizioni non autorizzate di animali, nella quale Bonna Placido svolgeva funzioni direttive e organizzative, stabilendo la compravendita di cavalli da utilizzare nelle competizioni illecite; facendo sottoporre gli animali ad allenamenti e gare estenuanti; disponendo l'acquisizione e la somministrazione di trattamenti farmacologici con finalità non terapeutiche ed in modo pericoloso per la loro salute; reperendo locali per la loro scuderizzazione; impiegandoli in competizioni clandestine».

Per tutti gli altri l'accusa è di aver preso parte all'organizzazione criminale anche per «estenuanti allenamenti» dei cavalli, e Fiore anche per aver svolto «... sovente le funzioni di fantino nel corso delle competizioni organizzate». Questa contestazione dal punto di vista temporale è circoscritta ad una corsa che si sarebbe tenuta in prossimità del 7 luglio 2013.

C'è poi una contestazione che riguarda Buscemi, Buda, Bucolo e De Benedetto, legata al traffico illecito di rifiuti. Secondo l'ipotesi della Dda Buscemi come titolare di un'impresa di costruzioni si sarebbe avvalso di Buda come intermediario, Bucolo come dipendente e trasportatore, De Benedetto come compilatore «formulari attestanti falsamente lo sversamento dei rifiuti in siti autorizzati».