19 Luglio 2022 Giudiziaria

IL DISASTRO DI GIAMMORO, ASSOLTO DOPO 12 ANNI LINO SICLARI

Resta senza colpevoli il disastro di Giammoro, avvenuto il 12 agosto 2010, nel quale persero la vita il pilota dell’elicottero “Robinson 44”, Domenico Messina, 37 anni, di Barcellona, e tre passeggeri: Davide Taranto, 34 anni e Giuseppe Adige, 54 anni, entrambi di Milazzo e il più giovane del gruppo, Vincenzo “Enzo” Fricia, 19 anni di Priolo, tutti morti nella deflagrazione causata dall’impatto del velivolo col suolo dell’elisuperfice realizzata nell’area di proprietà dell’industria metalmeccanica “Nuova Cometra Srl”. Impatto avvenuto pochi istanti dopo il tentativo del decollo dell’elicottero che era diretto a Salina.

Ieri i giudici del Tribunale di Barcellona, così come scrive oggi Leonardo Orlando su Gazzetta del sud – presidente Antonino Orifici, magistrati Noemi Genovese e Mariacristina Polimeni – 12 anni dopo la tragedia e dopo la celebrazione di un precedente processo nel quale era già stato assolto Valerio Paolo Labate, imprenditore di Reggio Calabria, legale rappresentante della “Nuova Cometra”, hanno assolto “per non aver commesso il fatto” l’ex patron della fallita Aicon, l’architetto messinese Pasquale “Lino” Siclari, difeso dall’avvocato Gaetano Barresi del Foro di Messina.

Siclari è stato infatti assolto dai reati di disastro colposo in concorso con il pilota deceduto nell’impatto, oltre all’omicidio colposo plurimo per la morte dello stesso pilota e dei tre passeggeri. Anche il pubblico ministero Calo Bray aveva chiesto nelle sue conclusioni l’assoluzione perchè non era stata raggiunta la prova della colpevolezza dell’imputato. Con l’assoluzione sono cadute anche le originali accuse di aver violato il protocollo Enac non garantendo le condizioni di sicurezza e di sufficiente spazio libero da ostacoli come stabilito dalla normativa e l’omessa denuncia del materiale esplodente. L’avvocato di Siclari, Gaetano Barresi, aveva dimostrato durante il dibattimento che l’elisuperfice di proprietà della Nuova Cometra era utilizzata ‘occasionalmente’ e non era ‘gestita’ da Siclari.