19 Luglio 2022 Cronaca di Messina e Provincia

TUTTI I NOMI E LE ACCUSE – MESSINA: Blitz dei carabinieri, 18 misure cautelari. La droga della ‘ndrangheta riempiva le piazze di spaccio della città dello Stretto e di Tortorici

La droga dell’Ndrangheta riempiva le piazze di spaccio di Messina e provincia. Un’indagine dei carabinieri, coordinata dalla procura di Messina diretta da Maurizio de Lucia, ha svelato l’attivismo di un esponente di vertice dell’Ndrangheta: è Paolo Nirta (foto), 45 anni, figlio di Giuseppe, condannato all’ergastolo per la faida di San Luca, anche i suoi fratelli Sebastiano e Francesco stanno scontando il carcere a vita perché coinvolti nella strage di Duisburg avvenuta nel 2007.

“Particolarmente ingegnose erano le modalità di trasporto dello stupefacente dalla Calabria – spiegano i carabinieri in un comunicato – per sfuggire a eventuali controlli presso l’area “imbarcaderi” dei traghetti a Messina, gli indagati utilizzavano autovetture modificate in alcune parti della carrozzeria, per ricavarne dei doppi fondi ove occultare la sostanza stupefacente”. I calabresi fornivano poi dei telefonini criptati ai siciliani, per avere comunicazioni sicure.

Nel corso delle indagini compiute dal nucleo Investigativo del comando provincia di Messina sono state documentate varie forniture di droga e sono stati sequestrati tre chili di cocaina. Un'altra piazza di spaccio particolarmente attiva con la droga dei Nirta era a Tortorici.

Impegnati oltre 120 militari del Comando Provinciale CC di Messina, impiegati anche nelle provincie di Reggio Calabria e Vibo Valentia.

Nel corso della notte, i Carabinieri del Comando Provinciale di Messina hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari, emessa - su richiesta della Procura Distrettuale della Repubblica di Messina - dal G.I.P. presso il locale Tribunale nei confronti di 18 persone (di cui 13 in carcere, 3 agli arresti domiciliari e 2 all’obbligo di presentazione alla P.G.), sul cui conto Giudice ha riconosciuto gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati – a vario titolo – di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. 

La misura della custodia in carcere è stata disposta dal gip Maria Militello per:

Paolo Nirta, Locri, 13 maggio 1977 ("annovera precedenti per detenzione illegale di armi, favoreggiamento personale, associazione mafiosa, detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio" inoltre "procurava a Mazzeo e agli altri associati telefoni dedicati alle comunicazioni e, in una delle visite del Mazzeo (quella del 26 giugno 2021, dopo la perquisizione a casa di Savoca, awenuta il 22 giugno 2021) ha rotto il telefono che utilizzava per le comunicazioni con lui")

Giuseppe Mazzeo, Messina, 24 giugno 1962 ("mente" dell'associazione, ha manifestato di gestire giomalmente I'anività illecita di approvvigionamento e preparazione dello stupefacente, di rendicontazione e di programmazione degli acquisti. Lo stesso, nonostante abbia riportato condanne irrevocabili per reati di omicidio doloso, ricettazione, falsità, truffa ed estorsione, ha continuato a delinquere, costituendo, I'attività illecita, la sua principale fonte redditizia".

Carmelo Barile, Messina, 15 ottobre 1986

Maria Minutoli, Messina, 3 novembre 1964 ("incensurata, va applicata la misura di massimo rigore. La stessa, infatti, è stata il braccio destro di Mazzeo e quando questi è stato arrestato, ha preso il suo posto, rapportandosi senza problemi con I'altro capo, Castorino Giuseppe")

Rosario Abate, Messina, 11 gennaio 1987 ("annovera precedenti per rapina, tentata estorsione, porto illegale di armi")

Graziano Castorino, Messina, 14 settembre 1974

Giuseppe Castorino, Messina, 24 agosto 1991 ("sebbene incensurato, capo dell'associazione, ha manifestato di rapportarsi in modo paritario con l'altro capo Mazzeo, partecipando alle riunioni più significative per la programmazione dell'attivita illecita")

Savoca Maurizio, Messina, 1 luglio 1969

Gregorio Tassone, Serra San Bruno, 8 dicembre 1992 ("non si è fatto alcuno scrupolo a trasportare significativi quantitativi di stupefacente dalla sponda calabra a quella messinese" ed è anche accusato di "aver trasportato due chilogrammi di cocaina in occasione del viaggio di cui al capo 5) e un chilogrammo di cocaina in occasione del viaggio di cui al capo 6)").

Francesco Leandro, Serra San Bruno, 7 luglio 2000 ("non si è fatto alcuno scrupolo a trasportare significativi quantitivi di stupefacente dalla sponda calabra a quella messinese") è anche accusato di "aver trasportato due chilogrammi di cocaina in occasione del viaggio di cui al capo 5) e un chilogrammo di cocaina in occasione del viaggio di cui al capo 6)".

Gregorio Lucio Vaianella, Roma, 21 maggio 1999 ("non si è fatto alcuno scrupolo a trasportare significativi quantitativi di stupefacente dalla sponda calabra a quella messinese". "Ha partecipato come corriere alla consegna dei due chilogrammi di cocaina di cui al capo 8 e alla consegna di ulteriori due chilogrammi di cocaina di cui al capo 9").

Mirko Talamo, Catania, 21 dicembre 1987 ("sottoposto a sorveglianza speciale, che ha precedenri per partecipazione all'associazione ex art. 74 dpr 309190, ha acquistato lo stupefacente dal gruppo di Mazzeo per rivenderlo, nonostante le restrizioni cui era sottoposto").

Alessandro Talamo, Catania, 21 dicembre 1987 ("sottoposto a sorveglianza speciale, ha precedenti per furto in abitazione, calunnia, partecipazione all'associazione ex art. 7 4 dpr 309/90, porto di armi, ha acquistato lo stupefacente dal gruppo di Moz-g. per rivenderlo, nonostante le restrizioni cui era sottoposto e le plurime condanne riportate, che non hanno costituito un valido deterrente")

Ai domiciliari:
Francesco Nesci, Soriano Calabro, 24 settembre 2001 ("nei confronti di Nesci Francesco, che ha partecipato al trasporto di un chilogrammo di cocaina dalla sponda calabra a quella messinese (reato di cui al capo 6) va applicata la chiesta misura degli arresti domiciliari, con il divieto di comunicazione, sebbene incensurato, in quanto ha mostrato di piegarsi alle richieste della criminalità. organizzata, strumentalizzando il suo stato di incensuratezza per non destare sospetti").

Gennaro Carmelo Conti, Tortorici, 14 giugno 1987 ("incensurato, ha acquistato lo stupefacente per conto suo e dei fratelli Talamo")

Giuseppe Costanzo Zammataro, Tortorici, 29 maggio 1977 ("ha un precedente per la contravvenzione dell'omessa vigilanza sulle armi, e ha latto da intermediario per I'acquisto dello stupefacente").

Obbligo di firma:

Cettina Mazzeo, Messina, 11 gennaio 1997 ("incensurata, ha aiutato la zia a portare lo stupefacente acquistato presso I'abitazione di Savoca")

Marika Trischitta, Messina, 12 novembre 1987 ("incensurata" ha trasportato, per conto di Mazzeo e della Minutoli, 60 grammi di cocaina (reato capo 3)")

LE DICHIARAZIONI DEL COLLABORATORE DI GIUSTIZIA.

L’indagine scaturisce dagli esiti di complesse e articolate indagini sviluppate dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Messina dal febbraio 2021, a seguito delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, che ha parlato del coinvolgimento di uno dei principali odierni indagati quale promotore di una strutturata associazione finalizzata al traffico dello stupefacente operante principalmente nella zona sud della città di Messina.

Nel dettaglio, dall’inchiesta è emersa l’esistenza di un gruppo criminale che aveva, di fatto, pressoché quasi interamente monopolizzato l’approvvigionamento, nella città di Messina, dello stupefacente del tipo cocaina, che poi veniva spacciato al dettaglio nella stesso capoluogo di provincia, ma anche nel comune di Tortorici, ove è stata accertata l’esistenza di un’autonoma piazza di spaccio gestita da alcuni degli indagati originari della cittadina nebroidea.

La pericolosità del sodalizio criminale investigato e la sua elevata caratura criminale è stata dimostrata dalla circostanza che lo stesso si approvvigionava dello stupefacente - da immettere sulla piazza messinese - da un esponente di spicco della famiglia NIRTA, ai vertici della ‘ndrangheta calabrese. Nello specifico uno degli arrestati è figlio di NIRTA Giuseppe cl.40, detenuto all’ergastolo per le vicende inerenti la c.d. faida di San Luca, nonché fratello di NIRTA Sebastiano cl.71 e NIRTA Francesco cl.74, entrambi detenuti all’ergastolo per il loro coinvolgimento nella c.d. strage di Duisburg, avvenuta in Germania il 15.08.2007 in cui vennero uccisi nr.6 soggetti di origine calabrese, alcuni dei quali ritenuti esponenti della cosca rivale Pelle – Vottari.

Il fornitore, a sua volta si avvaleva di un’articolata rete di corrieri, tutti residenti nella provincia di Vibo Valentia alcuni dei quali incensurati, che si occupavano della consegna dello stupefacente “a domicilio” fino alla città di Messina.

Particolarmente ingegnose erano le modalità di trasporto dello stupefacente dalla Calabria a Messina in quanto, per sfuggire a eventuali controlli, in particolare ai frequenti controlli presso l’area cd. “imbarcaderi” dei traghetti in arrivo a Messina, gli indagati utilizzavano autovetture modificate in alcune parti della carrozzeria, per ricavarne appositi nascondigli (doppi fondi) ove occultare la sostanza illecitamente trasportata.

Inoltre, a dimostrazione dell’efficienza della compagine criminale investigata, è stato documentato come il fornitore calabrese avesse collaborato alla realizzazione del programma criminoso fornendo all’associazione messinese telefoni riservati alle comunicazioni dedicate all’attività illecita.

Nel corso delle indagini sono state documentate varie forniture di sostanze stupefacente dalla Calabria alla Sicilia, con il rinvenimento e sequestro – in una circostanza quale riscontro dell’inchiesta – di 3 chilogrammi di cocaina, accertando come l’illecita attività di traffico di stupefacenti fosse florida e in grado di assicurare il continuo afflusso di sostanza sul mercato cittadino.

OLTRE MESSINA ANCHE TORTORICI...

Oltre alla città di Messina, i vertici dell’associazione erano in grado di rifornire di stupefacente anche alcuni soggetti che operavano nella cittadina di Tortorici, con i quali avevano creato un canale priv ilegiato di fornitura.

In particolare proprio a Tortorici ai Carabinieri era ben noto l’attivismo di alcuni pregiudicati del posto, anche per aver ricevuto numerose segnalazioni dalla cittadinanza di Tortorici.

In particolare 4 giovani del posto avevano costituito in loco un ben organizzato commercio di stupefacenti, tanto da effettuare quasi settimanalmente richieste di approvvigionamento a Messina.

I militari dell’Arma, nell’attesa di intervenire, hanno inteso rafforzare il quadro indiziario nei confronti degli indagati ed in particolare nei confronti di una coppia di fratelli di Tortorici, capaci di stabili interlocuzioni con l’organizzazione di Messina.

L’odierna indagine conferma i consolidati legami tra la criminalità messinese e quella calabrese nel sempre florido mercato degli stupefacenti, che esponenti della ‘ndrangheta sono in grado di far giungere sull’Isola attraverso lo stretto di Messina.