Domani, 30 luglio, a Barcellona: Nicola Morra, Enzo Basso, Luca Palamara e la magistratura
Domani, 30 luglio alle ore 18:30, presso l’azienda agricola Ararat di Stretto Limina, a Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, verrà presentato l’ultimo libro di Luca Palamara.
L’incontro con l’autore e alla presenza del Sen. Nicola Morra, Presidente della Commissione Parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie, sarà moderato da Enzo Basso, giornalista e autore di due tomi sulla Giustiziamara.
Lobby & Logge di Luca Palamara, ex Presidente della associazione nazionale magistrati e considerato il numero Uno nelle logiche spartitorie della magistratura, è una sorta di aggiornamento del precedente suo libro Il Sistema.
“Il Sistema ha squarciato il velo di protezione della casta dei magistrati, Lobby & Logge svela la sovradimensione di una magistratura che si colloca all’esterno dell’architettura costituzionale in Italia. L’unico Paese dell’area occidentale, o cosiddetta democratica, in cui la magistratura non è solo l’organo regolatore dei rapporti giuridici e dei loro contenziosi, non è l’organo che effettua soltanto il controllo della legalità, che indaga sul malaffare e valutando in un pubblico dibattimento se vi siano comportamenti contra legem e se debbano essere puniti; ma è arbitro e al tempo stesso attore di vicende politiche, unitamente alle logge di varia natura, che nell’insieme però rappresentano una mafia di Stato, che di fatto, aspira con i suoi cosiddetti poteri forti, a cambiamenti politici”.
“Luca Palamara – dichiara il Sen. Nicola Morra – ha un grande merito: aver svelato dall’interno il ruolo effettivo della magistratura in Italia e il suo utilizzo improprio della giustizia a fini politici”.
“La giustizia è un Ordine – continua Morra – ed è uno dei tre poteri: ordine legislativo, ordine esecutivo e giudiziario (nel periodo Illuminista, già lo diceva Montesquet) ma, non può sovrapporsi alla politica, non può effettuare scelte politiche, non può, come fa ad oggi, legiferare secondo quelle che sarebbero le aspirazioni dei magistrati. I magistrati dovrebbero solo applicare la legge e invece rappresentano esse stesse un’arma non convenzionale”.
“Si è sempre detto e letto sui giornali che il Procuratore Capo di Roma conta quanto un Ministero, come una grande stanza del potere, che rappresenta un fattore di condizionamento enorme e non è un caso che Palamara sia scivolato nella vicenda dell’hotel Champagne proprio sulla nomina del Procuratore Capo di Roma. Sembrerà strano, ma dobbiamo ringraziare Palamara, perché a quel punto di non ritorno, cioè quando non ha più ricevuto quel trattamento privilegiato all’interno dei suoi giri altolocati, anche Palamara ha preso le distanze dal Sistema che lui stesso aveva creato. Un sistema che usava la magistratura come una sorta di clava nei confronti dei politici conclude Morra”.