21 Settembre 2022 Giudiziaria

Rinviato a giudizio per assenteismo dipendente della Messina Social City

L’autista 45enne della Messina Social City Nino Neri, a conclusione dell’udienza preliminare, è stato rinviato a giudizio dal gup per un’ipotesi di truffa ai danni dell’azienda speciale del Comune. Il processo si aprirà il 12 gennaio del 2024 davanti al giudice monocratico del tribunale. Ne dà notizia il quotidiano Gazzetta del Sud in un articolo di Nuccio Anselmo.

Nella qualità di dipendente (con mansioni di autista) dell’ente Messina Social City, azienda speciale del Comune di Messina, Nino Neri, scrive il magistrato nel capo di imputazione, «con artifizi e raggiri, ed inducendo in errore l’Ente di appartenenza, procurava a sé un ingiusto profitto, con correlato danno in capo al predetto Ente; segnatamente, l’indagato - inducendo in errore l’Ente datore di lavoro - falsamente attestava nella “scheda di rilevamento attività” (preposta ad attestare la presenza del dipendente sul luogo di lavoro), secondo quanto di seguito analiticamente indicato, la propria presenza continuativa presso il luogo di lavoro dalle ore 7:30 sino ad un orario coincidente o successivo rispetto alle ore 13:30: in tal modo determinava un ingiusto profitto in capo a sé, pari alla retribuzione conferitagli in corrispondenza alle ore di assenza dissimulata dal luogo di lavoro, con correlato danno - per il medesimo quantum - in capo all'Ente datore di lavoro».

I RILEVAMENTI INVESTIGATIVI.

E poi sono specificati i rilevamenti investigativi effettuati a carico di Neri: "il 9 novembre 2019 attestava quale orario di servizio 7:30-14:00, e tuttavia perveniva presso il luogo di lavoro alle ore 7:48 e si allontanava alle ore 13:04 e inoltre dalle ore 8:05 alle ore 8:25 sostava presso il bar "Il Canneto"; nella giornata dell'11 novembre 2019 l'indagato attestava quale orario di servizio 7:30-14:00 e tuttavia perveniva presso il luogo di lavoro alle ore 7:56; nella giornata del 12 novembre 2019 attestava quale orario di servizio 7:30-13:30 nonché 14:30-18:30, e tuttavia perveniva presso il luogo di lavoro alle ore 7:55; nella giornata del 13 novembre 2019 attestava quale orario di servizio 7:30-14:00 e tuttavia perveniva presso il luogo di lavoro alle ore 08:16 e si allontana dal luogo di lavoro alle ore 13:10; nella giornata del 14 novembre 2019 attestava quale orario di servizio 7:30-14:00 e tuttavia perveniva presso il luogo di lavoro alle ore 7:59. Insomma, in quei giorni di novembre i controlli a campione diedero un quadro un pò diverso rispetto ai registri di presenza che Neri attestava. L'imputato è stato assistito dagli avvocati Tommaso Calderone e Lori Olivo, mentre l'ente come parte civile, la Messina Social City, è stato rappresentato dall'avvocato Salvatore Silvestro.

CHI E'

Da qualche settimana sostiene la candidatura dell'onorevole Tommaso Calderone alle prossime elezioni del 25 settembre, ma Nino Neri ha soprattutto un trascorso da candidato e braccio destro dell'ex presidente del consiglio comunale Emilia Barrile. Neri, sostenuto dalla Barrile, si è candidato infatti alle recenti elezioni amministrative nella lista 'Ora Messina' a supporto della candidatura a sindaco di Maurizio Croce (centrodestra), raccogliendo oltre 800 voti che però non gli sono bastati per essere eletto consigliere comunale.

Il suo nome era comparso, negli anni scorsi, in alcune informative della digos relative alle indagini sulle elezioni amministrative del 2018. "In vista delle amministrative del giugno 2018 - è scritto negli atti - Emilia Barrile si avvaleva della collaborazione di Nino Neri, “persona che annovera pregiudizi penali per il reato di danneggiamento, poi arrestato per i reati di furto, estorsione ed associazione a delinquere”. Lo stesso Neri, in ambito lavorativo, ha svolto attività dal 2005 al 2017 all’interno di alcune cooperative sociali per poi passare alle dipendenze di una società che presta lavoro interinale all’interno dell’Atm - Azienda Trasporti di Messina. Poi candidato al Consiglio comunale nella lista di Emilia Barrile “Leali - progetto per Messina” (dove ha ottenuto ben 703 preferenze personali), Nino Neri, unitamente a Carmelo Triglia e su indicazione della Barrile, avrebbe “gestito il flusso di persone che giornalmente si recano presso la segreteria della Presidenza del Consiglio e presso il comitato elettorale sito sul viale San Martino, da un lato per rappresentare istanze e dall’altro per essere istruite a votare per il candidato a sindaco o a firmare per la sottoscrizione della lista”. Secondo gli inquirenti, sempre Nino Neri, anche per il tramite del padre Antonino Neri ('anch’egli gravato da pregiudizi penali segnatamente per furto, ricettazione ed associazione a delinquere, lesioni personali e minacce'), avrebbe ricercato il consenso elettorale “in certi ambiti sociali come quelli interni alla società Messinambiente (oggi Messina Servizi Bene Comune), nella quale operano diversi dipendenti provenienti dal tessuto criminale della città”. “Gli sta organizzando mio padre con tutto il quartiere generale di Messinambiente”, spiegava Neri al Triglia nel corso di una telefonata del 3 maggio 2018. “E là, compare, non entra nessuno… Là sono blindati!”. Triglia: “Là, tutti i miei cugini sono… Ci sono tutti i miei cugini pure…”. Neri: “Per farti capire, mio padre si sta sfondando il sedere!”. Triglia: “Ti sto chiamando perché tre miei cugini mi hanno detto il fatto su di te, che sono stati invitati… E io gli ho detto: certo che lo potete votare. A Nino Neri, a Emilia Barrile…”.