‘Ndrangheta: Dia confisca beni a Massimo Buda. Era stato coinvolto nell’inchiesta che ha portato all’amministrazione giudiziaria della compagnia di navigazione “Caronte & Tourist”
Beni per quasi un milione di euro sono stati confiscati dalla Direzione investigativa antimafia a Massimo Buda, figlio del boss Santo Buda, ritenuto esponente di spicco della cosca Buda Imerti di Villa San Giovanni, federata con la cosca Imerti-Condello.
Il provvedimento è stato disposto dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Direzione distrettuale antimafia.
Titolare di fatto di una società di servizi, Buda sarebbe la 'longa manus' del padre Santo Buda, condannato in appello nell'ottobre 2014 a 14 anni e 8 mesi di carcere nell'ambito del processo "Sansone".
La Dia, con il coordinamento del procuratore Giovanni Bombardieri, dell'aggiunto Giuseppe Lombardo e dei sostituti Dda Stefano Musolino e Walter Ignazitto, avrebbe accertato che il patrimonio direttamente e indirettamente nella disponibilità di Buda era sproporzionato rispetto alla sua capacità reddituale manifestata.
I beni, oggi confiscati, erano stati sequestrati nel febbraio 2021 quando il destinatario del provvedimento era stato coinvolto nell'inchiesta che ha portato all'amministrazione giudiziaria della compagnia di navigazione "Caronte & Tourist" che si occupa del traghettamento sullo Stretto di Messina.
All'epoca, oltre alle disponibilità finanziarie la Dia aveva posto i sigilli su una società comprensiva dell'intero patrimonio aziendale, due immobili e cinque appezzamenti di terreno di cui uno edificabile nella provincia di Reggio Calabria. Un altro immobile confiscato si trova in provincia di Milano.
Nei confronti di Massimo Buda, il Tribunale ha disposto anche la misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per 3 anni e 6 mesi con obbligo di soggiorno nel comune di residenza.