27 Ottobre 2022 Politica e Sindacato

Nino Germanà: “Faremo ‘l’aeroporto del Ponte’ nella Valle del Mela”

“Quando si parla di ponte sullo Stretto, da oltre trent’anni si dibatte inutilmente e in modo anche offensivo in merito a tecnica dei trasporti, economia, scienza e intelligenza umana. È di questi giorni l’ultimo dibattito sull’uso dell’aeroporto di Reggio Calabria da parte dei messinesi. Per fortuna, nonostante innumerevoli tentativi, alla fine la logica e l’intelligenza vincono sempre contro la teoria crassa e ignorante dell’inutilità del ponte sullo Stretto”. A dirlo, in una nota è Nino Germanà, che si sofferma su due degni argomenti più dibattuti e divisivi degli ultimi anni: il ponte e l’aeroporto del Mela, che propone di chiamare “Aeroporto del Ponte”.

”Dove finisce la terraferma comincia il mare e attraversarlo costa 20 volte di più rispetto a quando ci si muove sulla terraferma. Quanti di noi hanno un’auto? Quanti di noi hanno un motoscafo? Pochissimi, visto che i costi dei mezzi marittimi privati sono improponibili. Senza ponte, Messina e Reggio Calabria sono rispettivamente la fine della Sicilia e della Calabria: luoghi inadeguati a ospitare aeroporti. Gli aeroporti hanno ragione di esistere solo in zone centrali: a Lametia Terme per la Calabria (a un’ora da Reggio Calabria e a meno di un’ora da Cosenza e Catanzaro) e a Catania (a un’ora da Messina, Ragusa ed Enna e a meno di un’ora da Siracusa). Per funzionare senza gravare sull’erario pubblico, un’aerostazione deve avere almeno 2 milioni di passeggeri l’anno e deve essere posizionata in modo baricentrico in un’area demograficamente significativa. In questo caso, 5-7 province per Catania (con un bacino di 3 milioni e mezzo di utenti) e 5 province per Lametia Terme (2 milioni). Non a caso, da Catania arrivano e partono 10 milioni di passeggeri, mentre da Lamezia Terme, nonostante la concorrenza dei Frecciarossa sulla tratta verso Roma, 2 milioni e mezzo. Reggio Calabria, senza il Messinese, ha solamente 400.000 passeggeri annui non giustificando così, se non con grosse perdite per le casse pubbliche, la propria esistenza. Finalmente, il neo presidente della Regione Siciliana Renato Schifani ha spazzato via le sconcertanti teorie nopontiste e lo spreco di denaro pubblico nei vani tentativi di avvicinare l’aeroporto di Reggio Calabria a Messina senza ponte ma con mezzi navali, con un piano dei trasporti basato su due semplici scelte di buon senso: la realizzazione del ponte sullo Stretto e la costruzione di un aeroporto al servizio della nuova area metropolitana messinese e reggina che da studi approfonditi, sia dal punto di vista tecnico che economico, potrebbe ricadere nella Valle del Mela. Questo, perché Milazzo è baricentrica tra Cefalù e Gioia Tauro per una popolazione di oltre un milione e mezzo di residenti e anche per le zone con più presenze turistiche della Sicilia (Cefalù, Capo d’Orlando, Isole Eolie, Taormina e Scilla). Gli investimenti sono fattibili con l’ampia dotazione di fondi strutturali e la progettazione è già esistente. L’aeroporto di Reggio Calabria – prosegue – non è potenziabile per la sua collocazione, che impone forti limitazioni al numero di voli perché è necessaria una licenza speciale per i piloti, posseduta solo da una quota minoritaria di loro.
Messina e Reggio Calabria dovrebbero essere un’unica realtà urbana con un aeroporto, quello del Mela, in grado di crescere fino a 3 milioni di passeggeri l’anno in pochi anni. Oltre alle realtà turistiche consolidate, che con il ponte sullo Stretto e l’aeroporto mamertino saranno accessibili in modo destagionalizzato, per il turismo proveniente da oltre 1000 km si sfrutterà la nuova attrattiva turistica costituita dal ponte sullo Stretto, tanto che proponiamo come nome per l’aerostruttura del Mela quella di “Aeroporto del Ponte”. Le pur lodevoli recenti iniziative di collegamento proposte da alcuni colleghi potranno sicuramente funzionare nelle more della costruzione del ponte grazie al prezzo calmierato di 40 euro a tratta, ma non devono essere utilizzate dai detrattori dell’opera come alibi per non costruirla, perché deve essere chiaro che in relazione all’aumento dei passeggeri l’impatto sarà di 1 a 300”.

”Il centro destra – conclude – ha vinto le elezioni sia a Roma che a Palermo e il leader della Lega Matteo Salvini, oggi ministro delle infrastrutture, già dalle prime dichiarazioni conferma quanto detto in campagna elettorale: il ponte sullo stretto è nel nostro programma elettorale, rientra tra le nostre priorità e siamo già al lavoro per realizzarlo”.