17 Novembre 2022 Cronaca di Messina e Provincia

TUTTI I NOMI – ESEGUITE 7 MISURE INTERDITTIVE NEI CONFRONTI DI UN CONSULENTE DEL LAVORO E 6 IMPRENDITORI RESPONSABILI DI TRUFFA AI DANNI DELLO STATO ED INDEBITA PERCEZIONE DI EROGAZIONI PUBBLICHE PER 200.000,00 EURO. 51 INDAGATI

I Finanzieri del Comando Provinciale di Messina stanno dando esecuzione ad un’ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto che dispone la misura interdittiva del divieto temporaneo di svolgere attività professionale o imprenditoriale, per la durata di un anno, nei confronti di un consulente del lavoro e sei imprenditori, formalmente attivi in svariati settori economici e con sedi in paesi della costa tirrenica messinese, ritenuti responsabili, secondo ipotesi d’accusa, del reato di truffa aggravata ai danni dello Stato.

Il provvedimento cautelare interviene nella fase delle indagini preliminari ed è basato su imputazioni provvisorie, che dovranno comunque trovare riscontro nei successivi gradi di giudizio, nel rispetto della presunzione di innocenza di cui all’art. 27 della Costituzione.

In particolare, le Fiamme Gialle della Compagnia di Milazzo e della Tenenza di Barcellona Pozzo di Gotto, coordinati dal Gruppo della Guardia di Finanza di Milazzo, hanno scoperto un articolato disegno criminoso, ideato per ottenere indebiti vantaggi fiscali, compensi e indennità, manifestando assunzioni fittizie di lavoratori.

Nel dettaglio, i sei imprenditori indagati, con la determinante partecipazione di un consulente del lavoro, hanno consapevolmente creato le società oggetto d’indagine, risultate assolutamente improduttive e prive di alcuna struttura aziendale, al solo fine di instaurare i fittizi rapporti di lavoro scoperti, anche di breve durata, comunque sufficienti a giustificare le illecite richieste di indennità contributive in pregiudizio del sistema previdenziale nazionale e dell’Erario.

Le investigazioni, sviluppate in collaborazione con gli Ispettori dell’Inps, hanno preso il via dal
cosiddetto “bonus Renzi”.

Le false assunzioni consentivano, poi, di giustificare, in un secondo momento, l’indebita percezione dei contributi assistenziali a sostegno del reddito, legati alle indennità Covid-19 e principalmente alla cosiddetta NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego). Quest’ultima consiste in una subordinati che hanno perduto involontariamente l'occupazione, del 75% della retribuzione media mensile degli ultimi quattro anni.

Sulla base degli accertamenti eseguiti e salvo i successivi pronunciamenti dell’Autorità Giudiziaria, le indagini hanno altresì evidenziato come la procedura messa in piedi consentisse, in aggiunta, l’ulteriore vantaggio di fornire l’opportunità di costituire, in capo ad alcuni lavoratori, una propria posizione contributiva, tale da permettere la fruizione, in futuro, addirittura della pensione.

Complessivamente, nell’ambito dell’intera indagine, sono state segnalate alla Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto ben 51 persone.

ECCO TUTTI I NOMI: 

I nomi dei 51 indagati.

Il consulente del lavoro Giuseppe Antonio Trapani, 43 anni di Barcellona; Giuseppe Valenti, 34 anni di Pace del Mela, legale rappresentante dell’omonima impresa individuale; Maria Carmela Donato, 37 anni di Pace del Mela, titolare dell’omonima ditta individuale; Emanuele Mondello, 37 anni di Milazzo, titolare dell’omonima ditta individuale; Vincenzo Scolaro, 42 anni di Milazzo, titolare dell’omonima ditta individuale; Santina Maria Marcini, 58 anni di Merì, rappresentante legale dell’omonima ditta individuale; Adriano Pino, 30 anni di Merì, rappresentante legale della società “Pino srl”, i quali hanno avuto applicato il divieto di esercitare l’attività professionale o imprenditoriale attraverso società a loro riconducibili, per un anno.

Gli indagati che hanno subito il sequestro delle somme percepite sono Giuseppina Alesci, 36 anni; Luisa Aliberti, 51 anni; Daniela Santina Benenati, 37 anni; Riccardo Calamoneri, 37 anni; Maria Rita Caliri, 34 anni; Serena Caliri, 31 anni; Salvatore Chiofalo, 52 anni; Maria De Pasquale, 49 anni; Marisa Di Salvo, 45 anni; Alberto Esposito Malara, 43 anni; Gaetano Gaspare Carmelo Fazio, 35 anni; Mario Giuseppe Fazio, 71 anni; Veronica Genovese, 42 anni; Venerina Valentina Giambò, 32 anni; Carmelo Mazzeo, 61 anni; Carmelina Milone, 40 anni; Concetto Mirabile, 50 anni; Tindara Motta, 40 anni; Giuseppina Munafò, 34 anni; Mariano Perdichizzi, 66 anni; Francesca Pino, 39 anni; Giovanni Rappazzo, 34 anni; Valentina Loredana Russo; 38 anni; Giuseppe Saja, 57 anni; Nunziata Rosa Sciacca, 58 anni; Giuseppe Sottile, 48 anni; Lucia Truscello, 38 anni; Carmela Villalba, 46 anni, tutti di Barcellona. E ancora: Danilo Maio, 29 anni; Olga Stefania Caccamo, 37 anni, di Rodì Milici. Antonino Pino, 63 anni; Lucia Pino, 65 anni; Santi Pino, 37 anni, di Merì. Maria Teresa Cicciari, 46 anni di Rometta; Luana Concetta Marchese, 34 anni originaria di Messina e residente in uno dei paesi dell’hinterland di Barcellona; Pietro Angelo Mazzù, 27 anni di San Filippo del Mela; Domenico Venuto, 23 anni di San Filippo del Mela; Leila Idriss, 42 anni, nata in Tunisia; Vincenzo Nucera, 42 anni; Santi Torre, 49 anni; Rubina Anania, 29 anni; Carmelo Manna, 61 anni; Maria Letizia Milazzo, 48 anni; Maria Tindara Scibilia, 37 anni, tutti di Milazzo.

Alla luce del grave quadro indiziario raccolto, il G.I.P. del Tribunale di Barcellona, su richiesta della locale Procura della Repubblica, riconoscendo la “peculiarità del meccanismo fraudolento prefigurato e la sua predisposizione all’evidente ed esclusivo illecito fine di ottenere le peculiari erogazioni assistenziali a vantaggio di un cospicuo numero di beneficiari”, ha pertanto disposto, nei confronti del professionista e degli imprenditori coinvolti, l’applicazione della misura interdittiva del divieto temporaneo di svolgere attività professionale o imprenditoriale per la durata di un anno.

Parimenti, è stato applicato nei confronti di gran parte degli indagati il sequestro delle somme indebitamente percepite a seguito della fraudolenta predisposizione dei rapporti di lavoro inesistenti, per un ammontare di circa € 200.000,00.