2 Febbraio 2023 Cronaca di Messina e Provincia

I NOMI – “Hanno truccato l’appalto per il servizio antincendio nelle gallerie”. Cas, operazione della Dia: 4 misure cautelari, anche un ex dirigente

Le intercettazioni svelano l'ultimo imbroglio attorno a un appalto.

Nelle prime ore di oggi la Direzione Investigativa Antimafia, Articolazione del Dipartimento di P.S., ha eseguito nel territorio della provincia di Messina e nel nord Italia un'ordinanza di misure cautelari emessa dal GIP (il 25 gennaio ed eseguita oggi) del Tribunale peloritano Monica Marino, su richiesta della locale Procura della Repubblica (la richiesta è del 5 ottobre scorso), nei confronti di 4 persone indagate in concorso del delitto di turbata libertà del pubblici incanti.

Si tratta di un dirigente, oggi in quiescenza, del Consorzio per le Autostrade siciliane nonché di 3 imprenditori a capo di imprese leader nella fornitura di servizi attinenti la rete viaria.

Questi i loro nomi: 

Gaspare Sceusa, dirigente oggi in quescienza e responsabile del procedimento (ai domiciliari).

Francesco Duca, imprenditore e "socio occulto" della OK-GOL srl (ai domiciliari).

Giuseppe Trifilò, imprenditore (ai domiciliari).

Pietro Rampino, imprenditore e amministratore delegato della OK-GOL srl ora denominata Ro.S.S - Road Safety Service srl (interdittiva, divieto di esercitare imprese o ricoprire uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese per la durata di 6 mesi).

Ci sono anche altri due indagati: Carmelo Ridolfo e Silvio Meli (entrambi della Gsa)

Le indagini.

Le indagini della DIA, coordinate dalla Procura della Repubblica di Messina, hanno fatto emergere come nel corso del 2020 gli indagati abbiano posto in essere una serie di collusioni turbando li procedimento di formazione del bando di gara riguardante l'espletamento del servizio di presidio antincendio nelle gallerie della rete autostradale A18 Messina-Catania e A20 Messina-Palermo, pubblico incanto indetto dal Consorzio Autostrade Siciliane per un importo di quasi 10 milioni di euro.

Attraverso le loro condotte, gli indagati erano riusciti a far sì che il contenuto del bando fosse strutturato in maniera tale da indurre la stazione appaltante ad individuare il contraente in un'A.T.I. già determinata. A ciò si addiveniva, come documentato tramite attività tecnica e servizi di pedinamento, attraverso ripetuti incontri e scambi di documentazione riservata tra gli indagati.

In tal modo si incideva sui contenuti del bando, che una volta modificato, presentava requisiti tecnici particolarmente restrittivi con l'intento di escludere potenziali concorrenti a favore dell'impresa di interesse.

Con il provvedimento odierno, sono state disposte le misure degli arresti domiciliari per il Dirigente del CAS in quiescenza e due dei tre imprenditori, mentre il terzo è stato gravato dalla misura interdittiva del divieto di esercitare imprese oricoprire uffici direttivi di persone giuridiche ed imprese per 6mesi.

Il provvedimento emesso nella fase delle indagini preliminari è basato su imputazioni provvisorie, che dovranno comunque trovare riscontro in dibattimento e nei successivi gradi di giudizio, nel rispetto, pertanto, della presunzione di innocenza che l'art. 27 della Costituzione garantisce ai cittadini fino alla sentenza passata in giudicato.