Corsa a sindaco di Catania, Ardita spiega le ragioni del rifiuto: “Ecco perchè non mi candido”
Sebastiano Ardita candidato sindaco di Catania? Una voce che non nasce adesso e che già da tempo circola in città e non solo. Il magistrato sarebbe per tanti cittadini un “super candidato”. "Un sogno proibito" del centrodestra, come scriveva “La Sicilia” qualche settimana fa. Eppure, nonostante le voci, nemmeno stavolta Ardita sarà della partita. Il perchè, lo spiega lui stesso in un post su Facebook.
Le parole di Ardita.
“Dovete sapere perché, dovete sapere tutto – scrive Ardita -. Le informazioni di stampa sulla proposta di candidatura a Sindaco di Catania e sul mio rifiuto meritano una risposta chiara e completa a vantaggio di tanti cittadini che potrebbero non comprendere. Non ho mai sottovalutato il ruolo del Sindaco. Per me è un riconoscimento il fatto che me lo si proponga e semmai mi sarei posto il problema di essere all’altezza del ruolo. Amo profondamente la mia città ed i miei concittadini e farei di tutto per loro. Questa vicenda mi conferma che esistono – accanto ad una evidente sopravvalutazione delle mie capacità – anche un affetto ed una considerazione diffusi, che proverò a ricambiare nel modo che mi sarà possibile. Comprendo che quanti mi vorrebbero in quel ruolo guardano a me come persona, ma devono comprendere che il sindaco-pubblico ministero sarebbe un errore”.
Da dove nasce la rinuncia.
“La mia rinuncia nasce innanzitutto da una questione di galateo istituzionale – spiega Ardita -. Non critico i magistrati che decidono di affrontare altre esperienze, ma non penso che mentre si sta nel pieno svolgimento delle proprie funzioni, sia possibile saltare dalla giustizia alla politica. Dovrebbe trattarsi di una scelta a mio avviso senza ritorno ed io non sono né preparato, ne’ desideroso di affrontarla. Non potrei mai accettare, all’interno della amministrazione della mia città, di essere espressione di una parte. Questo non significa che non sappia scegliere ogni giorno da che parte stare e che scelte fare suo piano personale e su quello professionale; che non sappia distinguere tra cittadini probi e disonesti, tra servitori dello Stato ed infedeli presenti in tutte le istituzioni; tra imprenditori e predatori di risorse pubbliche; tra sognatori di un diverso ordine sociale e insensibili spettatori del disagio che attanaglia la nostra città. Ma sono scelte che non potrei fare liberamente stando necessariamente da una parte”.
Non sono il “sogno proibito”.
“Dunque non sono e non desidero essere il “sogno proibito” di un partito o di una coalizione politica perche’ l’ultima cosa che desidero è di essere considerato espressione di una parte – conclude Ardita – Ho già avuto diversi ruoli e responsabilità. In futuro farò i passi che dovrò fare, le cose che da me i cittadini e i colleghi si aspettano, ma non mi metterò per il desiderio di transitare a ruoli più importanti in mondi che non conosco o dentro dinamiche che mettano in guerra il bene pubblico con le scelte di crescita personale”. “Catania non perderà il mio impegno anzi lo vedrà rafforzato per tutto ciò che è accaduto attorno a me in questi anni. Continuerò ad occuparmi dei problemi della città, a svolgere e sostenere le attività di volontariato, ma senza assumere ruoli di parte e senza invadere il campo di chi ha la responsabilità della amministrazione diretta”.
IL RITORNO A CATANIA.
Proprio in questi giorni è previsto il ritorno del magistrato in Piazza Verga, dopo l'esperienza a Roma come consigliere uscente al Csm. Il procuratore Carmelo Zuccaro, in una circolare sulla riorganizzazione interna, ha ipotizzato di assegnare ad Ardita il coordinamento della nuova “Area 3” della Dda (reati mafiosi nelle province di Siracusa e Ragusa) oltre che dei gruppi di lavoro su misure di prevenzione e su esecuzioni penali.