3 Aprile 2023 Giudiziaria

Comune di Manduria, ipotesi di truffa e peculato: chiesto il processo anche per un messinese, il viceprefetto Luigi Scipioni

Il pubblico ministero della Procura ionica, Maria Grazia Anastasia, ha chiesto il rinvio a giudizio per i tre ex commissari della gestione antimafia del comune di Manduria del comandante della polizia municipale dello stesso ente e di altri due indagati, un’ex commissario prefettizio e un dirigente tecnico.

Devono rispondere a vario titolo di concorso in peculato, abuso d’ufficio, falsità ideologica e truffa in concorso. Si tratta di Vittorio Saladino di Belmonte Calabro, di 71 anni, prefetto in pensione; Luigi Scipioni, 65enne di Messina, vice prefetto in servizio (non ha mai lavorato nella città dello Stretto); Luigi Cagnazzo, 63 anni di Lecce, funzionario della Prefettura salentina. I tre indagati hanno amministrato la città messapica nei tre anni successivi allo scioglimento per infiltrazioni mafiose dell’amministrazione comunale già sciolta per l’intervenuta sfiducia del sindaco da parte della maggioranza dei consiglieri.

Con loro rischiano il processo il comandante della polizia locale, Vincenzo Dinoi, la commissaria prefettizia Francesca Adelaide Garufi, 71enne romana, in carica alla direzione del Comune prima della nomina dei tre commissari straordinari da parte del ministero dell’interno e l’ingegnere comunale incaricato a termine, Emanuele Orlando, 63 anni tarantino. L’ufficiale dei vigili urbani è difeso dall’avvocato Nicola Marseglia, l’ingegnere Orlando dal legale Antonello Del Prete e tutti gli latri dall’avvocato Lorenzo Bullo.

Udienza fissata il 7 aprile

Nell’udienza preliminare fissata per il prossimo 7 aprile davanti al gup Francesco Maccagnano, si costituirà parte civile il Comune di Manduria che ha dato già incarico all’avvocato Mario Rollo. Nel procedimento risulta parte lesa anche l’allora segretario generale Giuseppe Salvatore Alemanno che sarà assistito dall’avvocato Umberto Giuseppe Garrisi.

Il periodo preso in esame dal pubblico ministero Anastasia è quello che va da settembre de 2017 a gennaio del 2019. In pratica dai primi mesi di amministrazione commissariale seguita alla caduta della maggioranza del sindaco Roberto Massafra e i tre anni successivi in cui la città è stata amministrata dagli incaricati ministeriali mandati a Manduria per ristabilire la legalità nell’ente sospettata di essere stata infiltrata dalla criminalità organizzata.
Secondo l’accusa, il commissario Saladino e il comandante della polizia locale, Dinoi, che rispondono di peculato e truffa, «in più occasioni ed in esecuzione di un medesimo disegno criminoso», avrebbero utilizzato l’auto di servizio in uso al Corpo di polizia municipale per fini privati. Dalle indagini sarebbero emersi almeno 64 viaggi da Manduria all’aeroporto di Brindisi per accompagnare o prendere il prefetto in pensione durante le sue trasferte. Stessa contestazione viene riconosciuta alla commissaria prefettizia, Garufi, sulla quale peserebbero 45 viaggi alla stazione ferroviaria di Brindisi a Manduria.

Nelle carte dell’inchiesta figurano anche presunti favoritismi e sospetti abusi fatti dai commissari per agevolare i due dirigenti incaricati, Orlando e Dinoi. Quest’ultimo, in particolare, per aver ricevuto nomine apicali non avendo i titoli richiesti. Sospetti su quest’ultimo anche per quanto riguarda la gestione delle procedure di esproprio con pagamenti a favore di suoi parenti.