Commissione Antimafia a Messina, Cracolici: «Sul Ponte timori legittimi, ma nessun dato certo»
«Ascoltiamo con preoccupazione che c’è una scarsissima capacità del sistema territoriale di dotarsi di strumenti di gestione sui beni confiscati comuni che è una modalità di in grado di risolvere in parte ma comunque di trovare una soluzione alla difficoltà gestionale di tanti comuni sui beni confiscati». A dirlo Antonello Cracolici presidente della Commissione regionale antimafia durante l’audizione stamani a Messina.
«Ho sentito – prosegue Cracolici - che in questa provincia sono oltre 700 i beni sequestrati alla mafia trasferiti ai comuni della provincia di Messina. C’è tanto lavoro da fare, c’è un sistema di interdittive per aziende che in qualche modo non possono accedere ai benefici pubblici e alle gare d’appalto ed è una costante attività, ricordo che questa è la provincia dove maggiormente si è verificato il caso della truffa sei contributi Agea. C’è un’attività di monitoraggio ma allo stesso tempo c’è la consapevolezza che bisogna fare un salto di qualità ed è questo il senso per cui noi siamo qui, non siamo solo per ascoltare e sapere ma vogliamo provare a mettere insieme le diverse energie quelle formalmente preposte come forze dell’ordine e magistratura quelle sostanzialmente preposte cioè le istituzioni locali per costituire quell’esercito diffuso che combatta l’indifferenza».
«Riteniamo che in questo territorio come nel resto della Sicilia emerga un sistema criminale forte, – aggiunge – presente soprattutto il traffico di stupefacenti che costituisce una minaccia seria anche per i ragazzini con rischi notevoli per la sicurezza pubblica. Allo stesso tempo notiamo una scarsa capacità del sistema territoriale di dotarsi di strumenti di tecnologia avanzata in grado di vigilare sulla sicurezza dei cittadini, mi riferisco agli impianti di video sorveglianza».