10 Maggio 2023 Giudiziaria

FA DISCUTERE L’INCARICO ALL’UFFICIO STAMPA DEL CAS DELL’IMPUTATA ANNA SIDOTI

di Edg - Ha scatenato polemiche, richieste di accesso agli atti e dure reazioni dei sindacati di categoria l'ipotesi di affidamento per un anno, da parte del presidente del Cas Filippo Nasca, della guida a titolo gratuito («salvo eventuale rimborso spese») dell'ufficio stampa dell'ente all'ex sindaca di Montagnareale (dal 2008 al 2018, prima di lasciare lo scettro al fratello), l'ingegnere civile Anna Sidoti (iscritta all’albo dei giornalisti), dipendente dell'area tecnica del Consorzio in aspettativa e titolare di un incarico da 83 mila euro annui di esperta della Regione per i fondi Pnrr.

NEL 2021 NASCA ASSESSORE DESIGNATO DELLA GIUNTA DI ANNA  SIDOTI.

Il presidente Nasca, nato a Patti e dirigente generale della Regione Siciliana, conosce bene l'ex sindaco di Montagnereale, essendo stato scelto da quest'ultima come assessore designato in caso di vittoria nel 2021 (foto), quando Anna Sidoti si candidò a sindaca di Patti.

L'ING. ANNA SIDOTI E' IMPUTATA DI ASSOCIAZIONE A DELINQUERE E BANCAROTTA.

Ma c'è un altro aspetto, oltre a quello formale e giuridico, dell'intera vicenda Cas che non è stato sottolineato e che meriterebbe una riflessione più approfondita sull'opportunità di una decisione contestata da più parti, ferma restando ovviamente la presunzione d'innocenza. Quello giudiziario. L'ing. Anna Sidoti, il 10 febbraio scorso, è stata infatti rinviata a giudizio dal gup del Tribunale di Patti Eugenio Aliquo' dopo essere stata coinvolta nell'operazione scattata il 20 ottobre 2022 per quella che è stata considerata "la galassia della famiglia Sidoti".

L'ing. Anna Sidoti (esperta della regione per seguire il buon andamento dei progetti del Pnrr, alla quale inizialmente era stata applicata una misura interdittiva, poi decaduta, di divieto di esercitare impresa né ricoprire incarichi direttivi) è accusata di associazione a delinquere in concorso con il fratello Rosario (tornato in libertà nel febbraio scorso ma con l'obbligo di dimora, e oggi candidato al consiglio comunale di Montagnareale nelle prossime amministrative del 29 maggio), riciclaggio e bancarotta fraudolenta.

Il processo, iniziato il 16 marzo scorso (prossima udienza il 16 giugno), vede imputati 11 persone. Oltre ad Anna Sidoti, sono alla sbarra, la sorella Irene, il sindaco sospeso Rosario Sidoti (eletto nel 2018 dopo aver raccolto il testimone della sorella Anna che ha poi continuato, nel ruolo di esperta gratuita, a collaborare con l'amministrazione), l'imprenditore Antonino Sidoti e la moglie Vincenza Milici, Maria Assunta e Vincenzina Sidoti, rispettivamente moglie e figlia del sindaco sospeso, e poi Tindara Federico, Cinzia Blandano, Antonio Napoli e Giuseppe Palmeri (unico imputato non legato da vincoli parentali alla famiglia Sidoti).

Da intercettazioni telefoniche e ricostruzioni documentali, sarebbe emerso come nel piccolo centro di Montagnareale risultasse operante una strutturata associazione criminale, capeggiata dal sindaco Rosario Sidoti e composta da 9 membri della sua famiglia dedita alla commissione di una pluralità di fatti di bancarotta fraudolenta e tentativi di accaparramento di ingenti finanziamenti pubblici, regionali e comunali, e connesse operazioni di riciclaggio e auto riciclaggio. Schema criminale, scrisse il giudice "estremamente sofisticato, molto elaborato, consolidato, ripetitivo, efficace e assai remunerativo".

L'ASPETTATIVA CHE NON TI ASPETTI...

La proroga dell'aspettativa per l'ingegnere Anna Sidoti (di recente nominata anche responsabile per lo sviluppo dell'Istituto Milton Friedman per la città di Patti e per le zone inerenti il Parco Naturale dei Nebrodi, estese nelle province di Catania, Enna e Messina) è arrivata dopo uno scontro ai vertici del Cas tra il direttore generale e il presidente Nasca.

Ecco i fatti.

Dopo averne già usufruito nel 2022, a inizio anno l'ing. Anna Sidoti chiede nuovamente un periodo di aspettativa al Consorzio e Nasca, prontamente, il 16 gennaio scrive all’allora direttore generale del Cas, Salvatore Minaldi (poi dimessosi), invitandolo «a concedere l’aspettativa richiesta», visto che «non è intendimento di questo ente indebolire o pregiudicare le azioni in materia di Pnrr della Regione Siciliana».

Ma la risposta di Minaldi non è quella attesa. L’ex dg, infatti, tre giorni dopo invia un documento di due pagine, ricordando che Anna Sidoti aveva già richiesto due volte l’aspettativa, per un primo incarico di consulenza sul Pnrr e per la carica di consigliere d’amministrazione del Consorzio intercomunale Tindari-Nebrodi. Un totale di 8 mesi, rispetto al periodo massimo di un anno: ne rimangono solo quattro «ulteriormente autorizzabili e non ancora prorogabili», scrive Minaldi, che quindi dà l’ok per quei quattro mesi, «nonostante la grave carenza di personale tecnico» sofferta dal Cas. Il presidente Nasca, il 23 gennaio, risponde a sua volta, prende atto della nota di Minaldi, ma va dritto per la sua strada, ricordando che la norma concede, in sintesi, ampie deroghe «a eventuali limiti temporali» quando si tratta di «personale che a qualunque titolo presta servizio presso le amministrazioni titolari di interventi previsti dal Pnrr». E soprattutto che «l’affare in oggetto sarà trattato da questa presidenza». Ed è in effetti direttamente Nasca, nello stesso giorno, a concedere l’aspettativa per ben 24 mesi ad Anna Sidoti.

Nel frattempo il Cas rimane senza ufficio stampa.

LA DURA REAZIONE DELLA FIEG.

Non si è fatta attendere la reazione dei sindacati di categoria. A puntare il dito contro la decisione del presidente Nasca sono, tra gli altri, la Figec Sicilia e la Sla Cisal. "Chiediamo l’accesso agli atti di tutta la documentazione afferente all’incarico assegnato nonché le richieste di aspettativa presentate dalla Sidoti che risulterebbero respinte dal direttore generale e accolte invece dal presidente Nasca".

Figec Sicilia e Sla Cisal esprimono sconcerto di fronte a quella che ritengono "una scelta offensiva e non rispettosa della professione di giornalista da parte del presidente e da parte della stessa Sidoti, iscritta all’albo dei giornalisti pubblicisti".

"Che l'affidamento a titolo gratuito comporti un risparmio per il Consorzio è certo, così come altrettanto sicuro è che l’ente pubblico dimostra così di non avere alcun rispetto per il lavoro giornalistico ritenendo di poter usufruire gratuitamente di prestazioni professionali per attività di ufficio stampa. Non risulta che analoghe prestazioni gratuite vengano chieste a Rup e ingegneri o altri dipendenti. Eppure ciò consentirebbe sicuramente un notevole taglio di costi per le casse e forse anche qualche problema giudiziario in meno visto la mole di funzionari indagati negli anni per
documentati sprechi di danaro pubblico".

Sulla vicenda dell’ufficio stampa, Figec Sicilia e Sea Cisal avevano già precedentemente contestato la decisione dei vertici del Consorzio che ritennero di non rinovare il contratto al giornalista Luciano Fiorino che ricopriva l'incarico (previsto in pianta organica), lanciando un bando per l'affidamento a un'agenzia esterna.

"Anche la strada intrapresa non sembra andare nella direzione giusta sia per l’incarico che sarebbe a titolo gratuito sia perché l’ingegnere in questione risulta in aspettativa e si ricorda che sulla questione è stata presentata nota in cui si invita a rispettare le procedure di cui alla legge 150/2000, nonchè richiesta di convocazione tuttora priva di riscontro".