La morte di Anna Morabito: Confermata in appello la condanna per i medici Giancarlo Gemelli e Giacomo Morabito
Di Edg - È stata confermata dalla Corte d’Appello, seconda sezione penale, la condanna per i due i medici sotto processo per la morte della 76enne Anna Morabito, deceduta il 29 marzo del 2016 dopo essere stata sottoposta a intervento chirurgico alla colonna vertebrale.
I giudici d’appello hanno condannato gli imputati ed il responsabile civile, in solido, anche “alla rifusione delle spese processuali sostenute dalle parti civili nel presente grado di giudizio che si liquidano in complessivi € 1.230,00 per Zappia Carmela e Zappia Maria Antonietta e in € 1.514,00 per Zappia Sebastiano, Zappia Salvatore e Zappia Annamaria, oltre spese generali, IVA e CPA come per legge”.
Il giudice monocratico Alessandra Di Fresco, il 15 settembre dell’anno scorso, aveva condannato a otto mesi i medici Giancarlo Gemelli, 69 anni specialista in ortopedia e Giacomo Morabito, 53 anni dottore in medicina fisica e riabilitazione (gli imputati erano difesi dagli avvocati Silvestro e Raspaolo). Il giudice aveva concesso agli imputati i benefici della sospensione condizionale della pena e della non menzione della condanna. Il sostituto procuratore La Speme aveva chiesto per entrambi gli imputati la pena di un anno di reclusione.
I due professionisti erano stati condannati, assieme alla Sara Assicurazione Spa, questi ultimi in solido tra loro, al risarcimento dei danni in favore delle parti civili (difese dai legali Nino Cacia e Scibilia), "la cui liquidazione viene rimessa al giudice civile oltre che al pagamento di una provvisionale pari ad euro 5mila per ciascuna parte e al rimborso delle spese di costituzione e di difesa sostenute dalle sopraindicate parti civili che determina nella complessiva somma di 2.115,00 oltre Iva e Cpa come per legge".
I due dovevano difendersi dalle accuse di omicidio colposo e lesioni personali in concorso per aver omesso a fronte di un deficit motorio e sensitivo degli arti inferiori manifestatosi subito dopo l’intervento, effettuato il 7 marzo del 2016, e imputabile a una prevedibile complicanza dell’operazione, di eseguire un immediato e adeguato approfondimento diagnostico, da effettuarsi con risonanza magnetica del rachide dorsale e lombare. La donna, originaria di Africo, a seguito di una caduta in casa, aveva riportato un trauma alla colonna lombare. Si era recata al Policlinico per effettuare accertamenti e da qui era stata portata all’istituto ortopedico di Ganzirri dove il 7 marzo è stata sottoposta a intervento di cifoplastica vertebrale. E subito dopo l’operazione aveva lamentato di non avvertire sensibilità alle gambe. Uno stato che secondo i medici, come denunciato dai familiari, sarebbe venuto meno con l’aspirazione in tempo dell’ematoma creatosi nel focolaio chirurgico. Ma da quel giorno la donna secondo la denuncia presentata dai parenti ha subito un lento declino che l’ha condotta alla morte (il 29 marzo del 2016).