7 Giugno 2023 Giudiziaria

IL PROCESSO AI BOSS SPARACIO, DE LUCA E LO DUCA: ECCO LA SENTENZA D’APPELLO

Di EDG - Hanno retto anche in appello, nonostante delle importanti "parziali riforme" della sentenza del gup Misale, le accuse nel processo 'Provinciale', nato dall'omonima operazione antimafia del 2021 che ha ricostruito e aggiornato le dinamiche mafiose di tre clan attivi in alcuni quartieri cittadini. I giudici della Corte d’Appello (prima sezione penale presieduta dal giudice Alfredo Sicuro) hanno confermato la responsabilità di 27 imputati (ma alcune pene sono state ridotte e 'sommate').

Diverse anche le assoluzioni parziali e per alcuni imputati è caduta l’aggravante dell’associazione mafiosa. In particolare i giudici, ed è questa la parte della sentenza che ha per certi versi del 'clamoroso', hanno escluso l’esistenza di un’autonoma “famiglia Sparacio” e assolto dalla relativa accusa di esserne vertice i tre imputati, a cominciare da Salvatore Sparacio. Il gruppo di Fondo Pugliatti capeggiato da Salvatore Sparacio è stato considerato come “affiliato” al clan Lo Duca e non come autonomo. Per Sparacio gli atti tornano alla Procura, perché si valuti le sue responsabilità rispetto alla criminalità organizzata degli altri gruppi.

Ecco, dunque, il verdetto emesso della Corte d’Appello: 5 anni e 8 mesi per Salvatore Sparacio (la forte riduzione della pena è dovuta dalla non sussistenza, ad avviso dei giudici d'appello, di un gruppo autonomo ma affiliato ai Lo Duca), 20 anni a Giovanni De Luca e Giovanni Lo Duca (in “continuazione” con altre sentenze precedenti, quindi si tratta concretamente di una riduzione rispetto al monte globale delle condanne accumulate dai due negli ultimi anni), 10 anni, 4 mesi e 20 giorni per Vincenzo Gangemi (pena concordata);14 anni per Giuseppe Esposito (pena aumentata di 2 anni rispetto al primo grado), 6 anni e 8 mesi ad Emmanuele Balsamo, 12 anni e 8 mesi per Ugo Ciampi; 8 anni e 8 mesi per Francesco Puleo (pena concordata), 13 anni e 4 mesi a Domenico Romano; 13 anni per Giovanni Tortorella (conferma); 12 anni per Tyron De Francesco (conferma) e Giuseppe Marra; 1 anno, 5 mesi e 10 giorni per Mario Alibrandi (pena sospesa), 1 anno, 5 mesi e 10 giorni ad Antonio Scavuzzo (pena sospesa),10 anni e 8 mesi a Giuseppe Surace; 10 anni e 4 mesi ad Anna Lo Duca; 9 anni a Kevin Schepis (conferma);9 anni per Domenico Mazzitello, 6 anni e 8 mesi per Mario Orlando, 8 anni e 8 mesi per Ernesto Paone, 8 anni per Maria Puleo (conferma); 1 anno e 4 mesi per Antonino Soffli (pena concordata),1 anno, 5 mesi e 10 giorni per Letterio Cuscinà e Carlo Cafarella, 1 anno e 8 mesi per Antonia Cariolo (pena concordata e sospesa); 6 mesi per Graziella La Maestra (pena concordata) e Rossella De Luca (pena sospesa). Due le assoluzioni totali, che hanno riguardato Emanuele Laganà (un caso di droga) e Francesco Sollima (rispondeva solo di un caso di “scambio elettorale” insieme a Sparacio e ad altri, che secondo i giudici d'appello non sussiste).

Decisa la revoca delle pene accessorie applicate ad Alibrandi e Scavuzzo e la revoca dell'interdizione perpetua dai pubblici uffici e legale applicate a Salvatore Sparacio, al quale viene applicata l'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Decisa la revoca della misura di sicurezza applicata a Mario Alibrandi, Emmanuele Balsamo, Antonio Scavuzzo e Salvatore Sparacio. Annullata infine, la condanna di Emmanuele Balsamo al risarcimento del danno e alla rifusione delle spese in favore di "Comitato Addio Pizzo" ONLUS.

La Corte d'appello ha deciso inoltre la condanna di Antonia Cariolo a rifondere alla parte civile Giuseppe Selvaggio le spese di costituzione nel giudizio di gravame, liquidate in complessivi 1200 euro. E la condanna di Ciampi, De Francesco, Gangemi, Lo Duca Giovanni e Anna, Puleo Francesco e Maria, Tortorella, De Luca Giovanni, Mazzitello, Schepis ed Esposito a rifondere in solido alla parte civile 'Comitato Addio Pizzo' ONLUS le spese di costituzione nel giudizio. Decisa la liberazione (se non detenuti per altra causa) di Balsamo, Laganà, Sollima, Alibrandi e Scavuzzo.

L'ACCUSA CHIESE LA CONFERMA DELLA SENTENZA DI PRIMO GRADO.

La conferma quasi totale della sentenza di primo grado è stata, il 14 febbraio scorso, la richiesta dell’accusa nel processo d’appello dell’operazione "Provinciale". Concludendo il suo intervento, il sostituto della Direzione distrettuale antimafia Liliana Todaro (applicata alla Procura Generale rappresentata dal Pg Carmine De Rose) aveva chiesto la conferma delle condanne quasi per tutti, chiedendo anche la concessione delle generiche per Mario Orlando e la continuazione con altre sentenze per Giovanni Lo Duca e Giuseppe Marra.

Il processo di primo grado, celebrato con il rito abbreviato, si era concluso con 29 condanne.

Tutte le condanne del 30 marzo 2022.

Erano state pesanti le condanne decise dal gup Claudia Misale al termine della lunga udienza preliminare per l'operazione antimafia Provinciale che vedeva protagonisti 28 imputati che avevano scelto il giudizio abbreviato. Le condanne più dure inflitte ai tre "capi", i boss Giovanni Lo Duca, Salvatore Sparacio e Giovanni De Luca, ben 20 anni di reclusione a testa.

Queste le altre condanne: 11 anni di reclusione a Mario Alibrandi, 16 anni a Emmanuele Balsamo, 2 anni e 2 mesi a Carlo Cafarella, 2 anni e 4 mesi ad Antonia Cariolo, 16 anni a Ugo Ciampi, 2 anni e 2 mesi a Letterio Cuscinà, 12 anni a Tyron De Francesco, 8 mesi a Rossella De Luca, 12 anni a Giuseppe Esposito, 20 anni a Vincenzo Gangemi, 8 anni a Emanuele Laganà, 8 mesi a Graziella La Maestra, 10 anni e 8 mesi ad Anna Lo Duca, 12 anni a Giuseppe Marra, 8 anni a Domenico Mazzitello, 8 anni a Mario Orlando, 8 anni a Ernesto Paone, 15 anni a Francesco Puleo, 8 anni a Maria Puleo, 15 anni a Domenico Romano, 15 anni ad Antonio Scavuzzo, 9 anni a Kevin Schepis, 2 anni e 2 mesi a Antonio Soffli, 4 anni a Francesco Sollima, 11 anni a Giuseppe Surace, 13 anni a Giovanni Tortorella.

Risarcimento danni pari a 10mila euro alla Parte civile Comitato Addiopizzo Messina Onlus.

Il giudice condannava inoltre gli imputati al pagamento delle spese processuali e delle rispettive spese di mantenimento in carcere.

Ordinava la confisca di quanto in sequestro.

Ordinava la misura della libertà vigilata, per la durata di 3 anni, per Alibrandi, Balsamo, Ciampi, De Francesco, De Luca, Esposito, Gangemi, Lo Duca Anna e Giovanni, Marra, Puleo, Romano, Scavuzzo, Sparacio, Surace e Tortorella.

Concedeva a Rossella De Luca in benefici della sospensione condizionale della pena e della non menzione.

Dichiara in stato di interdizione perpetua dai pubblici uffici e legale durante la pena Alibrandi, Balsamo, Ciampi, De Francesco, De Luca, Esposito, Gangemi, Laganà, Lo Duca Anna e Giovanni, Marra, Mazzitello, Orlando, Paone, Puleo Francesco e Maria, Romano, Scavuzzo, Schepis, Sparacio, Surace e Tortorella.

Dichiarava Francesco Sollima interdetto dai pubblici uffici per la durata di 5 anni.

Condannava Antonia Cariolo al risarcimento dei danni in favore della costituita parte civile Giuseppe Selvaggio e il rimborso delle spese di giudizio sostenute dalla medesima parte (960,00 euro).

Assolveva Vincenzo Gangemi, Giovanni Lo Duca, Francesco Puleo, Giovanni Tortorella, Emanuele Laganà e Ernesto Paone dei reati  ciascuno rispettivamente ascritti ai capi 3, 6 e 18 perchè il fatto non sussiste.

Numerosi i legali impegnati nella difesa in questo maxi procedimento: gli avvocati Salvatore Silvestro, Rina Frisenda, Nino Favazzo, Tino Celi, Antonello Scordo, Cinzia Panebianco, Tommaso Autru Ryolo, Alessandro Trovato e Giuseppe Bonavita.

LE RICHIESTE

Il 15 dicembre 2021 era stato il giorno dell'accusa nell'udienza nata dall'operazione Provinciale. I PM Liliana Todaro e Roberto Conte avevano invocato pesanti condanne.

Nell' udienza precedente i 34 indagati erano comparsi davanti al giudice per l'udienza preliminare dell'operazione antimafia Provinciale, arrestati nell'aprile scorsa da Polizia e Guardia di Finanza. 29 di loro avevano chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato con udienza fissata per oggi, tre con l'ordinario, 2 hanno chiesto il patteggiamento.

IN 29 COL RITO ABBREVIATO, ECCO LE RICHIESTE DELLA CONDANNA.

Ecco le richieste di condanna: 24 anni per Giovanni De Luca, 20 anni per Salvatore Sparacio, 18 anni per Giovanni De Luca, 24 anni e 10 mesi (in continuazione) per Vincenzo Gangemi, 10 anni per Mario Alibrandi, 12 anni e 8 mesi per Emanuele Balsamo, 12 anni e mezzo per Ugo Ciampi e Anna Lo Duca, 2 anni per Carlo Cafarella e Antonio Soffli, 3 anni per Antonia Cariolo, Letterio Cuscinà, 13 anni e 4 mesi per Tyron De Francesco, 8 mesi per Rossella De Luca e Graziella La Maestra, 8 anni per Emanuele Laganà, 8 anni per Giuseppe Marra, Giuseppe Surace, Domenico Mazzitello, Ernesto Paone, Francesco Puleo, Maria Puleo, 12 anni per Domenico Romano, 10 anni per Antonio Scavuzzo e Kevin Schepis, 4 anni per Francesco Sollima 4 anni, 14 anni e mezzo per Giovanni Tortorella, 6 anni e otto mesi per Mario Orlando.

RITO ORDINARIO.

Avevano scelto di affrontare il dibattimento e difendersi dalle accuse Antonino e Natalino Summa, padre e figlio e l'egiziano Mahamed Naji. I Summa sono accusati di aver chiesto sostegno elettorale a Salvatore Sparacio alle scorse amministrative, quando il figlio Natalino era candidato e il padre ex consigliere provinciale lo accompagnò dal boss. Il gup Curatolo li ha rinviati a giudizio accogliendo la richiesta dell'accusa, fissando l'inizio del processo per il 22 febbraio 2022.

PATTEGGIAMENTO.

Gabriella De Luca e Serena Ieni hanno invece optato per il patteggiamento, concordando la pena con i PM Liliana Todaro e Vito Di Giorgio.