Operazione antidroga ‘Chanel’: chiesto il rito abbreviato per 12 imputati
Si divide in due tronconi l’operazione chiamata convenzionalmente “Chanel”, sull’invasione della città da fiumi di droga. Dopo l’emissione del decreto della giudice Claudia Misale, che disponeva il giudizio immediato per 14 imputati, la gip Monia De Francesco ha fissato l’udienza preliminare per il prossimo 13 luglio. Si tratta di un passaggio successivo alla richiesta di giudizio abbreviato da parte della Procura peloritana nei confronti di 12 imputati, Giovanni Cacopardo, 51 anni; Antonino Settimo, 36 anni; Paolo Settimo, 39 anni; Salvatore Culici, 44 anni; Alessandro Cucinotta, 55 anni; Giovanni De Cicco Cuda, 41 anni; Fabio Ariganello, 27 anni; Antonino Familiari, 46 anni; Giovanni Nucera, 25 anni; Antonino Fichera, 22 anni; Giuseppe Castorino, 31 anni; Graziano Castorino, 48 anni. Per altri due, Rosario Abate, 36 anni, e Giovambattista Cuscinà, 43 anni, si apre invece l’iter del dibattimento con rito ordinario. Fanno parte del collegio difensivo gli avvocati Salvatore Silvestro, Alessandro Trovato, Pietro Pollicino, Antonino Curatola, Girolamo Curti, Andrea Alvaro, Salvatore Cannata, Antonello Scordo, Carla Grillo, Pier Paolo Emanuele, Maria Cinzia Panebianco e Giuseppe Bonavita. La polizia, coordinata dalla Dda, ha scoperto un grosso giro d’affari legato al narcotraffico a Camaro e Santa Lucia sopra Contesse, con sconfinamenti in provincia di Messina e Catania, oltre a due canali di rifornimento in Calabria. «Capi e promotori» del sodalizio, specializzato nello smercio di cocaina e marjiuana, sono per l’accusa Antonino Settimo e Giovanni Cacopardo (e Paolo Settimo) che avrebbero impiantato la base operativa a casa del primo, dove sarebbero state anche programmate le attività del gruppo e confezionati gli involucri di droga da vendere ai clienti grazie a una fitta rete di pusher. Preziose, per l’avvio dell’indagine sfociata in 15 arresti di Squadra mobile e Sezione investigativa del Servizio centrale operativo, le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Giovanni Bonanno. il contenuto di intercettazioni, oltre a tecniche tradizionali, hanno svelato una organizzazione di spaccio ben strutturata nel tempo e radicata nei territori di riferimento. Dall'ordinanza di custodia cautelare firmata dalla gip Misal si evince che la maggior parte della polvere bianca era acquistata dai calabresi, poi smerciata fra Messina e la provincia etnea. Alle riunioni operative avrebbe partecipato anche Salvatore Culici, il cui ruolo principale sarebbe stato quello di distribuire grandi quantitativi di droga agli spacciatori. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Cacopardo e Settimo cedevano all’uomo a credito le partite di droga da rivendere a un prezzo maggiorato. Dopo lo smercio una parte di denaro rimaneva nelle mani di Culici, mentre il resto consegnato ai fornitori a saldo della merce.
Il prezzo della cocaina si, aggirava sui 50-60 euro al grammo, mentre la marjiuana veniva commerciata a 50 centesimi al grammo. Fra gli spacciatori anche un minorenne. Le accuse, a vario titolo, spaziano dall’associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti alle plurime condotte di spaccio.