13 Settembre 2023 Giudiziaria

Minacce alle Regionali 2017: Sette anni e mezzo a Franco Pettinato

Di Leonardo Orlando – Barcellona – L’accusa è delle più gravi, estorsione con le modalità mafiose in concorso con persone non identificate. Il sindaco di Fondachelli Fantina, il medico Francesco “Franco” Pettinato, 66 anni, su richiesta del pubblico ministero della Dda, Fabrizio Monaco, è stato, infatti, condannato a 7 anni e 6 mesi di reclusione, oltre al pagamento di una multa di 6 mila euro, e alle spese processuali. A dichiarare, al termine del processo di primo grado, Francesco Pettinato, colpevole del reato di estorsione che sarebbe stato consumato con la contestata aggravante del metodo mafioso, sono stati i giudici del Tribunale di Barcellona, presidente Antonino Orifici, componenti Anna Elisa Murabito e Silvia Maria Spina. Oltre alla reclusione applicate le pene accessorie dell’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici e lo stato di interdizione legale per l’intera durata della pena.

Gli stessi giudici hanno invece deciso l’assoluzione dal reato di concorso per il figlio, l’ex sindaco e attuale presidente del Consiglio comunale, il medico anestesista, Marco Antonio Pettinato, 39 anni, ai sensi dell’art. 530 del Codice di procedura penale, con la formula “per non aver commesso il fatto. Anche il pm Fabrizio Monaco aveva richiesto l’assoluzione per Marco Pettinato. La vicenda che ha portato al termine del processo di primo grado alla condanna del noto medico, ex dirigente medico del servizio di Medicina del lavoro dell’Asp di Messina, oggi medico convenzionato con il Servizio di medicina regionale per la Medicina generale, si fonda sulle indagini che si sono avvalse di intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre che di verbali di interrogatori, confluite in una dettaglia informativa della Direzione investigativa antimafia – Sezioni operative di Catania e di Messina, che risale alla campagna elettorale del 5 novembre 2017 per il rinnovo dell’Ars. Elezioni per le quali, il figlio di Francesco Pettinato, Marco Antonio Pettinato si era candidato con una lista di ispirazione autonomista “Idea Sicilia – Popolari e autonomisti” per Musumeci Presidente”. In quei frangenti, secondo la ricostruzione degli investigatori della Dia di Catania e Messina, Francesco Pettinato in concorso con persone non identificate, per ottenere il voto elettorale a suo vantaggio avrebbe – secondo l’accusa mossa dalla Procura antimafia di Messina che ha coordinato le indagini preliminari – “offerto” a tale Francesco Salmeri di Milazzo «la somma di 2 mila euro affinché lo stesso la utilizzasse per remunerare un numero indeterminato di elettori residenti a Milazzo in cambio del voto in favore del figlio Marco Pettinato». Fatto che sarebbe avvenuto in un luogo sconosciuto e in epoca anteriore e prossima al 5 novembre 2017, giorno del voto per il rinnovo dell’Ars. L’estorsione aggravata dalle modalità mafiose è stata poi contestata in quanto, sarebbe emerso il particolare che l’uomo a cui sarebbe stata consegnata la somma di denaro non avrebbe mantenuto la promessa di far votare gli elettori in favore del figlio candidato di Francesco Pettinato il quale – secondo l’ipotesi d’accusa – avrebbe pagato i 2 mila euro. Anzi, lo stesso soggetto che avrebbe ricevuto la somma, aveva confessato candidamente di non essere riuscito a convincere gli elettori contattati. A questo punto secondo l’imputazione formulata dalla Dia – Francesco Pettinato, padre del candidato, l’11 novembre 2017 «in concorso con ignoti, avvalendosi delle condizioni previste dall’art. 416bis c.p.», le cosiddette modalità mafiose, “in seguito alla consegna a Francesco Salmeri, 38 anni di Milazzo, del denaro, avrebbero minacciato quest’ultimo di un pestaggio per indurlo alla restituzione della somma versata a causa del mancato riscontro elettorale nel comune di Milazzo. In tal modo – secondo l’accusa – Pettinato e le persone sconosciute avrebbero costretto Salmeri a restituire 1000 euro per il tramite del padre Vincenzo Salmeri». Dell’altra metà l’uomo non aveva disponibilità, tanto che la restante parte dei soldi non sarebbe stata restituita. Francesco Pettinato è difeso dall’avv. Tommaso Calderone; mentre il figlio Marco Pettinato che è stato assolto, è stato difeso dagli avvocati Fabio Catania e Tommaso Calderone; mentre la persona offesa vittima della presunta estorsione che nel processo celebrato al Tribunale di Barcellona non si è costituito parte civile, è stato dapprima prosciolto all’udienza preliminare e a seguito d’appello promosso dal pm assolto nello stesso giudizio di Appello. Adesso per il sindaco Francesco Pettinato dovrebbe scattare la sospensione dall’incarico elettivo per effetto della Legge Severino. L’ultimo atto da lui firmato, prima di apprendere l’esito della sentenza, è stata la determina dell’11 settembre con cui è stato revocato l’incarico di vicesindaco a Carmelo Citraro, con la nomina quale nuovo vicesindaco dell’ex depuratore regionale, Angelo Paffumi, anche lui ex sindaco di Fondachelli.