11 Ottobre 2023 Politica e Sindacato

La proposta: Per una Provincia dei Parchi. Fra “Natura” e “Cultura”

Riceviamo e pubblichiamo una nota del gruppo di iniziativa e resistenza civica “RispettoMessina”.

Di Michele Bisignano – Recentemente abbiamo riscontrato positivamente due iniziative che vanno condivise e che riguardano ipotesi di sviluppo sostenibile del nostro territorio. La prime è la proposta di legge, presentata alla Camera dei Deputati dal gruppo parlamentare dei Verdi e Sinistra Italiana, per la istituzione di un Parco Nazionale dello Stretto e della Costa Viola.

A cui si è aggiunto un appello di esponenti del mondo della cultura ed artistico, non solo messinesi, per il riconoscimento, da parte dell’ UNESCO, dello Stretto di Messina patrimonio dell’umanità.Due iniziative propositive che non hanno avuto però la dovuta attenzione sia dai media locali che dall’ opinione pubblica, ma che corrispondono alla ormai improrogabile esigenza di fare prefigurare nei vari territori ipotesi di uno sviluppo strategico ” sostenibile”, che tenga conto, soprattutto, delle particolarità specifiche dei territori stessi. Senza contare che tali proposte, si inseriscono pienamente nel disegno, spesso auspicato ma che stenta a decollare, dell’Area Integrata dello Stretto; e corrispondono anche alla necessità di salvaguardia e tutela di valenze naturalistiche incomparabili. Riteniamo inoltre che tale ipotesi potrebbe essere correlata e coniugata ad un’ altra ipotesi di sviluppo sostenibile del nostro territorio che mira alla valorizzazione di un’altra “valenza ambientale” importante quale il patrimonio boschivo e forestale, spesso soggetto ad “attentati” incendiari da parte di autentici criminali. Quel “Parco dei Peloritani “la cui proposta di istituzione, dopo un lungo iter ed un confronto con i territori e gli Enti Locali interessati, venne affossata in maniera miope dalla Assemblea Regionale Siciliana, qualche anno fa, mediante il meccanismo vigliacco del “voto segreto”, Parco dei Peloritani che, invece, valorizzerebbe l’importante e diffuso “patrimonio verde” esistente sulle dorsali ionica e tirrenica dei Monti Peloritani, e che insieme ad altri Parchi naturalistici esistenti quali il Parco dei Nebrodi ed il Parco Fluviale dell’ Alcantara ed ad altre riserve naturali orientate presenti su parte del territorio provinciale potrebbero costituire, se messi “a rete” una “Provincia dei Parchi”, in linea proprio con le idee di sviluppo dei territori contenuti nelle linee guida della Unione Europea.

E volutamente riutilizziamo il termine “Provincia dei Parchi”, rifacendoci anche al titolo dato al Piano Territoriale Provinciale elaborato anni fa e poi lasciato nel cassetto, e non il termine “Città metropolitana dei Parchi”, perché tale Ente di Area Vasta, non è stato mai fatto decollare nelle sue funzioni a causa di una generale mancanza di volontà politica; e ormai è stato trasformato con la gestione dei due ultimi sindaci metropolitani, nonché sindaci del comune capoluogo, in una succursale del Comune di Messina, non tenendo conto che la gran larga parte del territorio provinciale è costituita dai territori di tutti gli altri comuni, e che su circa 670mila abitanti di tutta la provincia solo 230mila circa sono residenti a Messina mentre la maggior parte è residente negli altri 107 comuni.

Una Provincia dei Parchi che ponga in sinergia patrimonio naturale e patrimonio culturale, e che potrebbe dare luogo ad un originale “brand” rispetto ad altre realtà territoriali; con una offerta turistica di qualita che coniughi natura e cultura come viene ormai sempre più richiesto; ed il nostro territorio provinciale nella sua interezza e nella sua “pluralità” avrebbe tutte le caratteristiche per rispondere a queste due esigenze. Ma perché ciò si possa attuare sarebbe necessaria una “visione” che sappia guardare oltre il contingente, e che allo stato attuale, purtroppo, non si riesce né ad individuare né a scorgere, ed il superamento di certe asfittiche logiche di gestione personalistiche o di gruppi autoreferenziali e l’attuazione, dopo un lungo periodo di sospensione, di una gestione dell’ Ente di secondo grado democratica, plurale e partecipativa.