MESSINA: Non erano scafisti, assolti tre bengalesi
A leggere il capo d’imputazione erano in pratica già spacciati verso la condanna, bollati come scafisti per uno dei tanti viaggi approdati in città nel nostro porto, esattamente quello del 15 novembre del 2022.
Invece al processo grazie ai loro difensori per tre bengalesi la prospettiva s’è completamente capovolta. L’accusa aveva chiesto per tutti e tre la condanna a ben 6 anni e 8 mesi di reclusione, mentre la sezione penale del tribunale presieduta dal giudice Adriana Sciglio li ha assolti con la formula “il fatto non costituisce reato”. Ne da’ notizia oggi il quotidiano Gazzetta del sud.
Si trattava del 23enne Asif Sarder, del 26enne Shoriful Sheihk e del 40enne Nur Muhammod Hossain, tutti e tre originari del Bangladesh. L’accusa recitava: “... perché, in concorso tra loro e con terzi non identificati, al fine di trarne profitto, anche indiretto, alternandosi nella guida e partecipando alla conduzione di una barca partita dalle coste Libiche e diretta in Italia, compivano atti diretti a procurare illegalmente l'ingresso nel territorio dello stato di n. 44 cittadini extracomunitari, che viaggiavano a bordo del predetto natante, dietro corresponsione di una somma mediamente compresa fra i 5.000 e gli 8.000 euro per ciascuno dei migranti”. Due le aggravanti contestate: “aver commesso il fatto in relazione a più di cinque persone” e “aver esposto i trasportati a pericolo per la loro vita o per la loro incolumità fisica (attesa l’inadeguatezza dell’imbarcazione ad affrontare la prevista traversata, con riferimento al numero dei pas- seggeri ed all'assenza di sistemi di salvataggio”.
Il loro difensori, gli avvocati Rosetta Carcione, Raffaele Maltese e Francesco Giorgio Laganà, sono riusciti infatti a dimostrare che la ricostruzione dell’accusa non stava in piedi, perché si trattava di “semplici” migranti che avevano versato bonifici - prodotti come prova a discolpa -, per migliaia di euro ai trafficanti libici per arrivare in Italia.
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