“VITE SPERICOLATE”, 2a PUNTATA: PADRE SCALIA SI RACCONTA. GLI ANNI DELL’ESILIO, IL SACCO EDILIZIO, L’UNIVERSITA’ PER POCHI ELETTI…
di Edg - Il nostro territorio, a dispetto del luogo comune che lo vorrebbe marginale e in preda al torpore, è stato attraversato da conflitti sociali, abitato da intelligenze critiche che si sono espresse in diversi campi della vita culturale e civile, persone la cui vita è stata lacerata dallo scontro con il Sistema, che tutto governa nella città dello Stretto. Un patrimonio di memorie che, non adeguatamente raccontato e fatto conoscere, rischia di disperdersi nell’oblio. Lo scopo che ci ripromettiamo di raggiungere con questo nuovo web format di interviste video, "Vite Spericolate: Storie speciali di persone normali" è che resti una traccia visibile del contributo che tante donne e tanti uomini hanno dato alla nostra vita sociale.
Vite spericolate, perché frutto di scelte mai banali e scontate. Un progetto ambizioso al quale crediamo molto.
Ad inaugurare la prima serie di incontri sono due interviste di Antonio Mazzeo, insegnante e giornalista impegnato nei temi della pace e del disarmo, dell’ambiente e della lotta alle criminalità mafiose, a Padre Felice Scalia, gesuita, teologo, grande studioso di filosofia e scienze della formazione, già rettore dell’Ignatianum e docente dell’Istituto superiore di scienze umane e religiose di Messina ma anche docente del Liceo scientifico Seguenza. Ma soprattutto un apprezzato educatore e formatore di tante generazioni di giovani, costruttore di pace e giustizia e profeta della nonviolenza.
Un intellettuale che sicuramente è anche uno dei più profondi conoscitori delle contraddizioni di questa città.
Nella prima parte dell'intervista, andata in onda giovedì scorso, abbiamo provato a comprendere le vere cause e la gravità dei conflitti che insanguinano il pianeta come ad esempio la fratricida guerra russo-ucraina nel cuore dell’Europa. O la tragedia israelo-palestinese riesplosa nel Mediterraneo orientale, migliaia e migliaia di morti sotto le bombe a Gaza e il rischio di un’escalation bellica in tutto il Medio Oriente. Padre Scalia stigmatizza la proliferazione dei sistemi di morte, la crescita esponenziale delle ingiustizie sociali, i naufragi delle sorelle e fratelli migranti a largo delle coste siciliane, i devastanti effetti socio-economici e ambientali dei cambiamenti climatici.
Nella seconda parte dell'intervista, che trasmettiamo da oggi, padre Felice Scalia si racconta e racconta la città dei suoi primi anni a Messina, poi gli anni dell'esilio vissuti in alcune città del centro-sud Italia (Roma, Triolo, Siracusa, Grottaglie, prima di tornare definitivamente a Messina).
Padre Felice, ha infatti vissuto una lunga assenza nella città dello Stretto. 25 anni, una quarto di secolo, un allontanamento non per ragioni professionali, ma che subì per una presa di posizione da Rettore dell'Ignatianum di Messina, siamo nel 1979. Ma nel racconto del teologo non possono mancare alcuni momenti importanti per la crescita della comunità messinese come l'apertura della libreria Hobelix, le settimane teologiche e il fermento intellettuale dell'epoca. Nell'intervista si parlerà inoltre dei nostri anni, del 'sacco' della città, di una centro-città diventato un deserto commerciale, Piazza Cairoli trasformata in una 'mangiatoia', la fuga di intere generazioni di giovani, il Tram che ha modificato in negativo il tessuto urbano, il Ponte sullo Stretto che è "una struttura di cui non abbiamo bisogno". E per finire un vero e proprio affondo all'intellighenzia della città, al mondo universitario visto come una 'corporazione che va per i fatti suoi', 'una cosca', anzi no un club, un gruppo elitario sempre più lontano dalla vita della città. Buona visione...
Guarda la prima puntata: