6 Febbraio 2024 Giudiziaria

LA MORTE DI LAVINIA MARANO, DEPOSITATA PERIZIA DI PARTE: Nesso causale tra operato dei medici e la sua morte

Il Dott. Franco Carboni e il Prof. Stefano De Pasquale Ceratti hanno depositato la perizia nell’ambito del processo di Appello per la morte della cantante Lavinia Marano avvenuta nel 2016 presso il reparto di ostetricia del Policlinico Universitario di Messina, diretto a quel tempo da Onofrio Triolo. Ricordiamo che la sentenza di primo grado portò alla condanna di quattro medici individuando la colpa grave.

Nella nuova perizia i periti confermano la morte per shock ipovolemico, come sostengono le parti civili da anni, e riconoscono il nesso causale tra operato dei medici e la morte di Lavinia:

“Dunque, appaiono censurabili, per imprudenza, le condotte sopra esposte, poste in essere dal Prof Triolo e dai Dottori Denaro, Palmara e Granese e tali condotte devono essere poste in nesso di causalità con il decesso della Signora Lavinia Marano.“

Nella perizia i medici Carboni e De Pasquale Ceratti affermano che se si fosse operato correttamente Lavinia si sarebbe salvata: “Ciò avrebbe dovuto condurre, con la massima solerzia, ad un intervento di legature arteriose o di isterectomia in tempo utile, prima che la situazione divenisse incontrovertibile. Ciò avrebbe determinato, con ottime possibilità, il salvataggio della vita della Signora Lavinia Marano.”

I periti denunciano inoltre fatti da loro ritenuti estremamente gravi, non ultimo l’aver abbandonato Lavinia in una situazione di gravità estrema, 'consapevoli dell’emorragia in corso e senza prima aver verificato la risoluzione della stessa':

“Dunque, deve ritenersi censurabile, per imprudenza, la condotta posta in essere, in quel momento specifico, dal Prof Triolo, dal Dottor Palmara e dalla Dott.ssa Granese, che ritenevano terminato il loro compito a fine intervento, tornando apparentemente ciascuno ad altre occupazioni…”.

Il 20 dicembre 2022 si era arrivati al verdetto di primo grado con la condanna ad un anno di reclusione (pena sospesa) del responsabile dell'Uoc di Ginecologia ed Ostetricia Onofrio Triolo, e per i medici in servizio presso il reparto, ovvero Antonio Denaro, Vittorio Palmara e Roberta Granese. Erano stati invece assolti il medico Tomasella Quattrocchi, l'anestesista in servizio presso il reparto Pasquale Vazzana, le ostetriche Angelina Lacerna Russo e Serafina Villari, l'infermiera Maria Grazia Pecoraro.