11 Febbraio 2024 Giudiziaria

La riflessione di Felice Lima: Il ”Caso Apostolico”

Tutti ricorderanno l'inqualificabile linciaggio mediatico posto in essere dalla politica (ma sarebbe più corretto dire "dai politicanti", perché "la politica" è una disciplina nobile, con regole giuridiche e deontologiche precise), per deplorevoli fini, in danno della collega Iolanda Apostolico, rea di avere disapplicato il c.d. "Decreto Cutro", perché da lei ritenuto in contrasto con la normativa europea.

Altri magistrati hanno adottato provvedimenti identici a quello di Iolanda.

Il Governo, per il tramite del competente Ministero, ha fatto ricorso alla Corte di Cassazione e, con motivazioni opinabili, la pratica è stata assegnata alle Sezioni Unite della Corte, che sono l'organo più "autorevole" della stessa (l'opinabilità della scelta sta, dal mio punto di vista, nel fatto che i processi non meritano particolari cautele per il solo fatto che il Governo si dichiari fortemente interessato al loro esito).
Ora, con sentenza del 30 gennaio 2024, che si può leggere a questo link, le Sezioni Unite della Corte Suprema hanno chiesto alla Corte di Giustizia Europea di dire se il "Decreto Cutro" non sia in contrasto con la normativa europea.
La sentenza ha, com'è ovvio, una motivazione tecnica abbastanza corposa, che, per quello che qui interessa, dimostra che le tesi giuridiche della collega Apostolico e degli altri magistrati che le hanno condivise NON ERANO PER NULLA infondate.

Perché altrimenti la Cassazione avrebbe direttamente accolto il ricorso del Governo senza fare ricorso alla Corte di Giustizia, ipotizzando il contrasto con la normativa europea.
Tutto questo dovrebbe fare riflettere sulla gravità degli abusi commessi in questa vicenda, sfrontatamente, in danno della indipendenza della giurisdizione.

Questa non è una delle tante vicende da svalutare iscrivendola alla falsa contrapposizione fra sedicente destra e sedicente sinistra. Questa è una questione che riguarda la democrazia di questo Paese.

Questa è l'ennesima gravissima vicenda (non è la prima - ce ne sono mille - e non riguarda solo il Governo attuale - è una storia che dura da decenni) che dimostra che l'Italia è una solo sedicente democrazia, anche se ogni tanto si vota.

Perché la democrazia non è, nella sua essenza, uno strumento di scelta del governante (come in mala fede "i politicanti" vogliono far credere), ma un metodo di esercizio del potere.
Non è democrazia quando si sceglie (più o meno, visto che nel nostro Paese le leggi elettorali vengono definite "porcate" dai loro stessi autori) chi governa, ma quando chi governa rispetta le leggi e la Costituzione.