14 Febbraio 2024 Cronaca di Messina e Provincia

TUTTI I NOMI, LE FOTO E I VIDEO – MESSINA: Blitz antidroga della polizia a Fondo Fucile, 26 arresti. Coinvolti infermieri e operati del 118 del Policlinico che vendevano tamponi dell’Asp e firmavano falsi certificati (NOMI)

di Enrico Di Giacomo - Nelle prime ore di oggi, operatori della Polizia di Stato della Questura di Messina, diretta dal Questore Gabriella Ioppolo, sono stati impegnati in un’operazione di polizia che ha portato all’esecuzione di 26 misure cautelari: 13 di custodia in carcere e 13 degli arresti domiciliari firmate dal gip Simona Finocchiaro.

L’operazione di P.G. rappresenta l’epilogo delle più recenti indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina e condotte dalla Squadra Mobile su una compagine delinquenziale dedita alla realizzazione di una serie indeterminata di delitti volti al procacciamento e alla successiva cessione di ingenti quantità di sostanze stupefacenti, verticisticamente strutturata agli ordini di tre fratelli, Andrea, Piero e Alessio Coppolino (foto), ritenuti capi promotori del sodalizio criminale, insistente nel rione Fondo Fucile.

L’attività d’indagine trae origine dagli approfondimenti investigativi svolti a seguito di un’azione dinamica sul territorio, risalente al novembre dell’anno 2020 allorquando, attraverso servizi di osservazione e controllo e perquisizioni effettuate in alcuni locali/abitazioni del rione, sono emerse illecite condotte di detenzione e cessione di sostanze stupefacenti.

Sono state, quindi, avviate le conseguenti attività di indagine, espletate anche per il tramite di servizi tecnici d’intercettazione e videosorveglianza sul menzionato nucleo familiare e, fin da subito, le evidenze investigative hanno restituito chiari elementi circa l’esistenza di una compagine delinquenziale attiva nel traffico e spaccio di cocaina e marijuana.

Le intercettazioni telefoniche, ambientali, la visione delle immagini delle telecamere installate in prossimità dei siti d’interesse e i numerosi riscontri all’attività di spaccio hanno permesso di disvelare l’esistenza di un sodalizio stabile, finalizzato all’attuazione di una serie di reati in materia di stupefacenti, con particolare riferimento all’approvvigionamento, custodia e lavorazione dello stupefacente, poi rivenduto sul territorio cittadino e in provincia (Barcellona Pozzo di Gotto, Milazzo e Villafranca).

I NOMI DEI 28 INDAGATI.

Custodia cautelare in carcere per:

Andrea Coppolino, nato a Messina il 20 ottobre 1996

Piero Coppolino, nato a Messina il 20 ottobre 1996

Giovanni Coppolino, nato a Messina il 13 settembre 1968

Sonia Longo, nata a Messina il 13 maggio 1972

Caroline Currò, nata a Messina l'8 marzo 1999

Francesco Pio Currò, nato a Messina il 4 ottobre 2002

Daniela Allia, nata a Messina il 19 giugno 1971

Simone Ferio, nato a Messina il 4 marzo 1985

Antonino Guerrini, nato a Messina il 30 settembre 1976

Davide Crisari, nato a Messina il 2 marzo 1997

Michael Soldino, nato a Milazzo il 30 aprile 1984

Francesco Pellegrino, nato a Messina il 24 agosto 2001

Giuseppe Basile, nato a Milazzo il 2 dicembre 1966

Ai domiciliari:

Alessio Coppolino, nato a Messina l'8 luglio 1989

Domenico Allia, nato a Messina il 21 agosto 1982

Giosuè Orlando, nato a Messina il 10 maggio 1992

Pietro Pappalardo, nato a Messina il 23 giugno 1987

Francesco Basile, nato a Milazzo il 20 gennaio 1980

Bartolo Mussillo, nato a Messina il 19 dicembre 1998

Massimiliano Peluso, nato a Messina il 9 maggio 1983

Alessandro Pandolfino, nato a Messina il 31 marzo 1979 (infermiere del Policlinico)

Giovanni Lombardo, nato a Messina l'11 giugno 1969 (infermiere del Policlinico)

Giuseppe Greco, nato a Messina il 2 aprile 1971 (infermiere Policlinico)

Antonino Andreacchio, nato a Messina il 14 maggio 1977 (operatore 118)

Fabio Venuti, nato a Messina il 6 ottobre 1979 (operatore 118)

Alessandro Coco, nato a Messina il 30 dicembre 1976 (infermiere Policlinico)

 

Coinvolti camici bianchi

Durante l’espletamento delle indagini è emersa la posizione di un infermiere, Alessandro Pandolfino, in servizio presso una struttura ospedaliera della città di Messina, il quale è risultato essere in frequente contatto con i membri dell’associazione con a capo i tre fratelli del rione Fondo Fucile, rendendosi disponibile, all’occorrenza, a svolgere per conto loro e nel loro interesse varie attività tra cui anche quella di intermediario per la cessione di qualche dose a terzi soggetti.

I successivi sviluppi investigativi hanno consentito di accertare il coinvolgimento dell’infermiere anche in ulteriori affari illeciti, in concorso con altri 5 colleghi. Ed invero, gli operatori sanitari, nel periodo in cui insisteva l’emergenza sanitaria da Coronavirus, si sono appropriati di kit di tamponi dell’Azienda Ospedaliera impiegandoli per l’esecuzione del test da effettuare privatamente dietro corresponsione di un corrispettivo in denaro; inoltre, si sono appropriati furtivamente di farmaci e di materiale sanitario di cui avevano la disponibilità in ragione del loro impiego, utilizzandoli per svolgere privatamente attività di assistenza ai pazienti.

Ulteriore condotta illecita che l’infermiere è risultato aver posto in essere nel periodo in esame, è risultata essere la compilazione di false certificazioni che attestassero l’esito negativo di tamponi mai effettuati, al fine di consentire l’accesso in locali di ristorazione nel periodo in cui era previsto l’obbligo di presentazione del green pass o di un tampone antigenico effettuato nelle 48 ore precedenti.

Sulla scorta del quadro indiziario così raccolto, salvo diverse valutazioni giudiziarie nei successivi livelli e fermo restando il generale principio di non colpevolezza sino a sentenza passata in giudicato, il Giudice per le Indagini Preliminari, su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina, Direzione Distrettuale Antimafia, ha applicato la misura cautelare della custodia in carcere per 13 indagati e quella degli arresti domiciliari per gli altri 13 indagati.

Le azioni di rintraccio ed esecuzione delle misure cautelari sono state curate dalla Squadra Mobile di Messina, con l’ausilio di personale della S.I.S.C.O. (Sezione Investigativa del Servizio Centrale Operativo) di Messina, delle Squadre Mobili di Palermo, Catania, Reggio Calabria, Siracusa, Ragusa, Caltanissetta, Trapani, Agrigento, Enna e Vibo Valentia, del Reparto Prevenzione Crimine “Sicilia Orientale” e “Calabria Meridionale” e dei Commissariati di P.S. della Questura di Messina, per un totale di 120 agenti della Polizia di Stato.