16 Marzo 2024 Giudiziaria

LE ACCUSE A CROCE, E’ CAPIZZI LA ‘GOLA PROFONDA’: “MI HA CHIESTO IL ROLEX PER UN AMICO”. QUEI LAVORI PER IL ‘FRATELLO’ CON ENTRATURE IN VATICANO…

"IL MERCIMONIO DELLA PUBBLICA FRUIZIONE".

Di Enrico Di Giacomo - C'è una 'gola profonda' nell'inchiesta della Guardia di Finanza di Messina, coordinata dai pm Antonio Carchietti e Liliana Todaro, della procura guidata dal neo procuratore Antonio D’Amato, che ha svelato un sistema corruttivo concernenti l'aggiudicazione e l'esecuzione di appalti, promossi dal commissario di governo contro il dissesto idrogeologico per la regione Sicilia Maurizio Croce che per la gip Arianna Raffa, che ha firmato le tre misure cautelari, "ha dimostrato una elevata capacità delinquenziale e un disprezzo nei confronti della cosa pubblica".

A raccontare tutto ai magistrati è l'imprenditore 46enne brontese Giuseppe Capizzi, diventato nel maggio 2023 sindaco di Maletto, in provincia di Catania, con la lista civica 'Nuova Era'. Capizzi risulta coinvolto anche nel maxi procedimento 'Rinascita-Scott' della procura di Catanzaro, nell'ambito del quale è stato rinviato a giudizio per traffico illecito di influenze con l'aggravante mafiosa.

La svolta alle indagini che hanno portato all'arresto del candidato a sindaco di Messina per il centrodestra nelle scorse amministrative (in mattinata sospeso dalla Prefetta e in serata dimessosi dalla carica di consigliere comunale) Maurizio Croce, si ha con le dichiarazioni rese dall'imprenditore Giuseppe Capizzi, responsabile della ditta aggiudicataria dei lavori di messa in sicurezza del torrente Cataratti-Bisconte, in due interrogatori dell'autunno del 2022, il 12 ottobre e il 16 novembre 2022 . "Un importante impulso alle indagini", le definisce la gip Arianna Raffa, che sveleranno i rapporti dell'imprenditore con Maurizio Croce "suggellati in un vero e proprio patto correttivo ad ampio raggio".

Le dichiarazioni di Capizzi vengono definite dalla gip "fondate sull'intrinseca linearità, logicità ed assenza di contraddittorietà delle stesse". "Capizzi ha consegnato una versione dei fatti di per sé solida e coerente, scrive ancora la gip, "contattata di genuinità".

È lui, come gestore di fatto della Consorzio Stabile Progettisti e Costruttori, che si aggiudicò il lavoro bandito da Croce come soggetto attuatore per la riqualificazione idrogeologica a Bisconte-Cataratti. È sempre lui che ha effettuato, anche attraverso intermediari, parecchi “versamenti” a Croce, tra bonifici, denaro e lavori edili gratis. Per esempio quello al Verdura Resort di Sciacca della catena Rocco Forte, per un importo di 93mila euro. È sempre lui che ha acquistato per circa 20mila euro, attraverso una serie di intermediazioni, il Rolex Daytona chiesto espressamente da Croce per il suo amico Vazzana.

Giuseppe Capizzi, per la gip Raffa, "ha manifestato e ammesso una particolare spregiudicatezza nella commissione dei plurime reati contestatigli, che si è plasticamente manifestata nella servilità dei comportamenti assunti e quindi nella sua connaturata propensione ad ingraziarsi i favori dei pubblici ufficiali con i quali è entrato in contatto per ottenere una via preferenziale nell'aggiudicazione di appalti o per garantirsi una più agevole gestione degli stessi". "Spregiudicatezza che, in un certo senso - scrive la gip - ha spinto Capizzi financo a 'collaborare' (seppur per ragioni evidentemente utilitaristiche e svincolate da una vera e propria resipiscenza, mai peraltro affermata nel corso degli interrogatori) all'indomani delle perquisizioni effettuate dalla Procura in sede”.

Ma l'imprenditore Capizzi di cosa accusa Croce? In occasione dell'interrogatorio dell'ottobre 2022, Capizzi dichiara che all'avvio del cantiere sarebbero sopravvenuti una serie di imprevisti che impedivano l'avanzamento dei lavori. "Nella struttura commissariale trovai, come dire, un'opposizione immotivata. Croce inveiva contro di noi. Presentai allora delle ‘riserve’ che come ditta avevo formulato, perché rispetto al progetto avevo trovato parecchie difficoltà operative sullo stato dei luoghi, che non mi consentivano di andare avanti nell’opera… ma poi ci accordammo. Se avessi ritirato le riserve, non avremmo più incontrato ostacoli all'avanzamento dei lavori...". E così fu.

Croce e Capizzi s’incontrarono, il primo chiese espressamente a Capizzi di annullare tutte le riserve scritte che aveva formulato, l’imprenditore emise un nuovo Sal (il cosiddetto certificato di “Stato avanzamento lavori”) senza alcuna riserva, e da quel momento mutò l'atteggiamento di Croce nei suoi confronti.

“Nel periodo del primo semestre dell’anno 2021 il dottor Croce mi chiede due cortesie: una cortesia era quello che serviva a un suo amico un orologio Rolex Daytona”.

È il 12 ottobre del 2022, Giuseppe Capizzi, responsabile della ditta aggiudicataria dei lavori di messa in sicurezza di un torrente a Messina, viene interrogato da Maurizio De Lucia, all’epoca capo della procura peloritana. L’interrogatorio avviene dopo alcune perquisizioni della Guardia di Finanza.

L'ACQUISTO DEL ROLEX DAYTONA

Dopo le perquisizioni, Capizzi – che fino a quel momento agiva con “spregiudicatezza”, come scrive la gip – collaborerà con la procura, raccontando una serie di regalie o favori. Dichiarazioni che hanno trovato conferma nelle indagini della Guardia di Finanza.

La prima 'cortesia' che Giuseppe Capizzi avrebbe fatto a Croce riguarda Francesco Vazzana (che era stato nominato in passato dallo stesso Croce come direttore dell’Arpa).

"Croce - secondo la gip - sapendo che la moglie di Capizzi era titolare di una gioielleria, gli avrebbe chiesto di procurargli un orologio per un suo 'amico', Vazzana appunto, titolare di fatto di uno dei negozi più noti nel centro di Messina".

"La mia prima occasione che lui mi ha mostrato è stata questa dell'orologio e io in quel momento non ho chiesto niente". "Lui mi chiede 'tu hai una gioielleria, vero? Mi puoi procurare un orologio da vendere a un mio amico?'". "Ci provo", risponde Capizzi, che da quel momento si mette in moto per trovarne uno (tenterà anche la 'pista Svizzera'). Alla fine l'orologio verrà preso in una nota gioielleria del centro di Messina e consegnato a Vazzana nel negozio di quest'ultimo. "Glielo paga?", chiede all'imprenditore il procuratore De Lucia. Il valore dell'orologio è di 22.000 euro. Siamo a giugno 2021. Quando Capizzi chiede a Croce se doveva farselo pagare, questo gli avrebbe risposto: “Vazzana è come se fosse mio fratello”. “Lì ho capito che non me lo doveva pagare. Non mi disse mai ‘non te lo devi far pagare’, però io non me lo sono mai fatto pagare”, ha raccontato l’imprenditore ai magistrati messinesi.

"Alla fine l'ha pagato lei", chiede a Capizzi il sostituto della Dda Liliana Todaro. L'imprenditore risponde senza esitare, "Certo, l'ho pagato io". A riprova di quanto dichiarato, Capizzi mostra ai magistrati la fattura con l'importo di 22.350 euro emessa dalla Damiani Spa nei confronti della Scs Costruzioni edili srl di Capizzi.

"Come osservato dalla Procura - scrive la gip nella Misura cautelare - ciò che del dichiarato del propalante non ha trovato riscontro documentale è l'input di Croce o comunque la richiesta da questi fatta all'imprenditore". "Si condivide tuttavia - precisa la Gip - l'assunto per cui una interpretazione di natura logica e sistematica di tutti gli elementi indiziari debba indurre a ritenere che anche tale dazione si collochi nel più vasto sistema di mercimonio della funzione di Croce, sia avuto riguardo ai suoi rapporti con Vazzana... sia avuto riguardo all'assenza di qualunque interesse di Capizzi a farsi carico di un esborso economico così consistente nei confronti di un soggetto con il quale non aveva nessun tipo di rapporto professionale e personale".

Ma il Rolex non è l’unica occasione in cui Maurizio Croce chiede a Capizzi di intervenire.

I LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE DEL VERDURA RESORT DEL "FRATELLO" CUCCHIARA.

L'altra 'cortesia' che Croce avrebbe chiesto a Capizzi sarebbe stata la realizzazione dei lavori di ristrutturazione della struttura alberghiera 'Verdura Resort' dell'amico 'fratello' Enzo Cucchiara ("provato dalle intercettazioni da cui risulta che i due si chiamano reciprocamente 'fratello'), che - secondo la gip - "sembrerebbe in grado di fare avere favori e onorificenze (Croce e Capizzi gli invieranno un curriculum) a Croce e a Capizzi grazie alle sue conoscenze in Vaticano con un padre maronita" ("Cucchiara: Buongiorno Maurizio, dove sei?; Croce: Sono a Roma; Cucchiara: Io sono in Vaticano. Puoi fare un salto se ti mando l'indirizzo... Che ti presento una persona).

Il Verdura Resort di Sciacca, una delle strutture di lusso più conosciute della Sicilia, era stato colpito da una frana che minacciava, tra l'altro, alcune buche del campo da golf e bisognava intervenire. Cucchiara, responsabile della sicurezza del Resort, si era dunque rivolto a Croce, che per tutta risposta aveva chiesto a Capizzi di risolvere la vicenda. Un lavoro di messa in sicurezza che la struttura commissariale non poteva finanziare, secondo quello che riferisce Capizzi durante l’interrogatorio del 12 ottobre 2022. Per questo motivo Croce avrebbe chiesto il “favore”.

"In altre parole - scrive il gip - i costi dei lavori di messa in sicurezza del resort, anziché gravare sul titolare, sarebbero stati posti a carico del cantiere Bisconte-Catarratti attraverso il "raggiro della palificazione", consistita nell'apposizione in cantiere di un numero di tal inferiori a quello previsto in progetto, i cui maggiori oneri avrebbero consentito di coprire i costi dei lavori effettuati da Capizzi al Verdura Resort".

Agli atti ci sono perfino le conversazioni e le email sulla buca da salvare, che non si è capito bene se fosse la numero 8 (distante dalla costa) o la numero 18 ("gli è arrivato proprio a ridosso dei campi da golf, gli stava crollando una buca.. la conosce tutto il mondo, la buca otto!.. - afferma Croce - sembra quasi una storia metropolitana ma è vera..."..."..."però quella l'abbiamo salvata - risponde un uomo - la buca otto, ci stiamo facendo i sistemi di gabbiotto quindi, tutto sommato, l'abbiamo arginato"). E infatti pare fosse la numero 18 attigua al tratto di costa. Addirittura per questa vicenda è lo stesso Croce a far trapelare il suo diretto interessamento, rivendicando la paternità dell'intervento e sostenendo in una conversazione intercettata di aver incontrato a Roma personalmente Rocco Forte ("recentemente ho visto Rocco Forte a Roma").

Le dichiarazioni dell’imprenditore hanno poi trovato riscontro dagli approfondimenti di indagine della Guardia di Finanza.

LA RISTRUTTURAZIONE DEL LOCALE DI VAZZANA "BACIAMI STUPIDO".

"Il patto correttivo instauratosi tra Croce e Capizzi - scrive la gip - si alimenta grazie all'apporto del coindagato Vazzana che funge ora da intermediario, ora da vero e proprio fruitore, in ragione del rapporto amicale che lo lega al pubblico ufficiale, dei favori realizzati dall'imprenditore per conquistare prima, e per garantirsi poi la benevolenza e i futuri vantaggi economici da parte di Croce".

Oltre alla consegna del Rolex, Vazzana avrebbe beneficiato nel corso del 2022, grazie ai lavori della ditta Capizzi, della ristrutturazione "a titolo gratuito del locale commerciale allo stesso riconducibile, il negozio di abbigliamento "Baciami stupido", sito sul viale San Martino, per un valore di non meno di 30mila euro".

Le accuse di Capizzi sono raccolte in un interrogatorio del 12 ottobre del 2022. La richiesta, secondo Capizzi, sarebbe pervenuta da Vazzana. L'imprenditore avrebbe tuttavia prontamente informato Croce che ne era già a conoscenza. "Nè Vazzana, né Croce - scrive il giudice - avrebbero tuttavia fatto riferimento ai costi di prestazioni che Capizzi ha pertanto ritenuto di doversi accollare quale prezzo per la benevolenza del funzionario, che senz'altro gli avrebbe consentito di recuperare quelle spese...". "Il mio interesse - dice Capizzi ai magistrati che lo interrogano - visto i lavori che lui doveva appaltare, era quello di ringraziarmi la persona di Croce che sicuramente un lavoro l'avrei portato a casa... Ma non sono 50, sono più di 50. Ce ne sono altri... Ma Croce, Croce 100.000,00 euro se vuole me li fa recuperare...".

In pratica Capizzi – titolare di una ditta responsabile dei lavori di messa in sicurezza consegnati dalla struttura guidata da Croce – avrebbe fatto dei lavori gratuitamente, in attesa di ottenere appalti dalla struttura commissariale per il dissesto idrogeologico. I lavori, svolti tra il gennaio e l’aprile del 2022, furono eseguiti da operai della ditta di Capizzi impegnati per l’appalto del torrente Bisconte-Cataratti ma “distaccati” presso i locali in ristrutturazione.

IL TRASPORTO DELL'AUTOVETTURA DI MAURIZIO CROCE.

La messa a disposizione di Capizzi nei confronti di Croce 'funzionale per ottenere dallo stesso vantaggi per la sua attività di impresa', si è concretizzata in un ulteriore episodio emerso grazie all'attività di intercettazioni.

Come nel caso dell’auto di Croce portata da Venetico, in provincia di Messina, fino a Roma: “Giovedì della prossima settimana è possibile portare la T-Roc a Roma?”, questa volta è Vazzana a fare la richiesta direttamente a Capizzi, inviandogli un messaggio su whatsapp, così come ricostruito dai finanzieri.

Ed è così che nell’agosto del 2022 un dipendente di Capizzi va a Venetico dove Croce passa le vacanze estive, per guidare l’auto fino a Roma (il rientro sarebbe avvenuto in aereo).

"L'episodio - scrive la gip - nella sua semplicità assume particolare rilevanza in quanto dimostra lo stabile ricorso di Croce a Capizzi per la risoluzione di affari che dimostrano la sistematicità di questo modus operandi. Non vi sono contatti diretti tra Croce e Capizzi, a dimostrare la cautela assunta nelle comunicazioni tra Capizzi e Croce tra i quali dovrebbero a rigore intercorre solo rapporti di natura istituzionale".

IL FINANZIAMENTO DELLA CAMPAGNA ELETTORALE DI MAURIZIO CROCE.

"La vicenda relativa all'illecito supporto economico della campagna elettorale dell'indagato candidato a sindaco Maurizio Croce - è scritto nella misura cautelare - costituisce una delle più tangibili estrinsecazioni del patto correttivo instauratosi tra Maurizio Croce e Giuseppe Capizzi, anche per il tramite dell'intermediazione di Francesco Carmelo Vazzana". La fonte principale, anche in questo caso, è costituita dalle dichiarazioni di Capizzi, "che ha compiutamente descritto le modalità del finanziamento, poi provate dalle ulteriori risultanze investigative".

In particolare Capizzi, nel corso dei due interrogatori, ha raccontato innanzitutto che l'indicazione in merito alla dazione di danaro sarebbe stata in un primo momento avanzata dall'indagata Rossella Venuti, che avrebbe indicato all'imprenditore un numero di Iban lasciatole da Croce per effettuare dei versamenti, 'Te l'ha lasciato Maurizio', 'Ma quanto gli devo dare?, risponde l'imprenditore, 'Mi ha dato solo questo, non so niente'.

"Tenuto conto delle cifre elevate e delle necessità di evitare di manifestarsi lui stesso titolare della provvista - scrive il magistrato nell'ordinanza - atteso che il rapporto con il Commissariato concernente l'esecuzione dei lavori presso il cantiere Bisconte-Catarratti era ancora pienamente in corso, Capizzi si sarebbe pertanto attivato per incaricare dei pagamenti alcuni intermediari individuati nella Betoncal srl, fornitrice di calcestruzzo per il cantiere Catarratti-Bisconte e riconducibile a Rosario Arcovito, la A.Z.P. di Giovanni Pino e Davide Spitaleri, suo dipendente".

Il finanziamento per il tramite della Betoncal di Rosario Arcovito.

Una tranche di pagamento in favore di Croce pari a 20-25mila euro sarebbe "stata erogata in denaro contante, a mezzo dell'intermediario Rosario Arcovito che lo avrebbe consegnato nelle mani di Carmelo Francesco Vazzana per conto di Giuseppe Capizzi". Arcovito, secondo le dichiarazioni di Capizzi, avrebbe cercato di consegnare - all'insaputa di Capizzi - la somma di 20mila euro direttamente presso la segreteria di Croce, che avrebbe dirottato il pagamento nelle mani di Vazzana presso il negozio Salotto "Non li devi dare a me ma li devi dare a Vezzana... il negozio 'Il Salotto' è lungo la strada a cento metri". La circostanza sarebbe stata confermata anche da una chiamata telefonica con la quale Maurizio Croce viva Vazzana che "Saro sta passando al negozio".

Come sarebbe emerso dalla documentazione agli atti, "la provvista è stata accreditata mediante bonifico dell'importo di 50mila euro disposto in data 2 maggio 2022 dalla Scs Costruzioni edili a favore della Betoncall".

Il pagamento effettuato dalla A.Z.P. di Giovanni Pino.

Dall'attività investigativa sarebbe emerso che dal conto della società A.z.P. di Giovanni Pino è stato effettuato un bonifico pari a 5mila euro in favore di un Iran intestato al mandatario elettorale di Maurizio Croce. L'importo corrispondente è stato poi 'restituito' il giorno successivo sul conto corrente della società. dalla Costruzioni Edili srl.

C'è poi un terzo bonifico effettuato da Davide Tommaso Spitaleri.

Secondo quanto riferito da Capizzi nel corso dei due interrogatori, nel corso della campagna elettorale , Croce gli avrebbe chiesto ulteriori 10mila euro che sarebbero stati consegnati a Vazzana in contanti.

Dall'attività di indagine compiuta, è emerso che il finanziamento elettorale da parte di Capizzi sarebbe proseguito anche in epoca successiva alla campagna elettorale, avendo Croce "maturato medio tempore" debiti con i propri fornitori. Vazzana, secondo l'imprenditore, avrebbe lamentato che, dopo la sconfitta elettorale tutti avessero 'abbandonato' Croce determinando l'insorgere di una asserita situazione debitoria di 30mila euro". In effetti, è stato accertato che sul conto elettorale di Croce sono confluite ulteriori somme di denaro, per un totale di 30 mila euro.

"Le accertate triangolazioni e i relativi passaggi tra i conti correnti degli intermediari e delle società facenti capo a Capizzi, riscontrano inoltre le dichiarazione dimostrando la volontà dei partecipi di occultare l'identità del titolare della provvista".

 

ARCHIVIO: L'INDAGINE CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI MAURIZIO CROCE.

Un appalto di 30 milioni di euro per la messa in sicurezza di uno dei torrenti più importanti della zona sud di Messina, dietro al quale emerge anche il finanziamento alla campagna elettorale per la corsa a sindaco di Maurizio Croce. Un super burocrate della Regione siciliana amato trasversalmente dalle forze politiche, candidato sindaco della città sullo Stretto con il centrodestra, ma assessore regionale con il centrosinistra, Maurizio Croce è accusato di corruzione e finanziamento illecito. E’ finito ai domiciliari assieme al 56enne Francesco Carmelo Vazzana, ex direttore dell'Arpa Sicilia, persona di sua fiducia, 'mediatore principale' e gestore di fatto del noto negozio di abbigliamento, che faceva da tramite con l’impresa aggiudicataria dei lavori per la messa in sicurezza. Si tratta del Consorzio Stabili Costruttori e la Scs Costruzione Edili (imprese iscritte nel registro degli indagati come persone giuridiche), il cui rappresentante, Giuseppe Capizzi (in foto), costruttore ma anche sindaco di Maletto, in provincia di Catania, ha ricevuto l’interdizione dal contrarre con la pubblica amministrazione. Oltre a loro, risultano altri 6 indagati nell’indagine della Guardia di Finanza di Messina, coordinata dai pm Antonio Carchietti e Liliana Todaro, della procura guidata dal neo procuratore Antonio D’Amato.

CHI SONO GLI ALTRI 6 INDAGATI.

Sono undici in totale gli indagati, nove persone fisiche e due persone giuridiche. Oltre alle due ditte, e agli indagati principali che hanno subito anche una misura cautelare (Croce, Vazzana e Capizzi), risultano indagate altre sei persone.

Si tratta del geometra barcellonese 67enne Antonino Cortese, in qualità di funzionario del dipartimento di Protezione Civile e difesa del suolo del Comune di Messina, che fu direttore dei lavori dell’appalto per la riqualificazione del torrente Cataratti-Bisconte; della geometra 44enne Rossella Venuti, residente a Messina, in qualità di funzionario responsabile dell’Area tecnica I-Patto per il Sud nell’ambito dell’Ufficio per il dissesto idrogeologico diretto da Maurizio Croce; dell’imprenditore messinese 60enne della Betoncall s.r.l.s. Rosario Arcovito, dell’imprenditore brontese 31enne Emanuele Capizzi, del 58enne messinese Giovanni Pino e infine del 55enne brontese Davide Tommaso Spitaleri (la contestazione è, per questi ultimi quattro nomi, il finanziamento illecito ai partiti).

Rosario Arcovito, Giovanni Pino e Davide Tommaso Spitaleri, che non hanno subito misure cautelari, sono stati già sentiti nella mattina di ieri, venerdì 15, dal Gico della Finanza all'interno della caserma della Guardia di Finanza. I tre indagati principali saranno invece interrogati all'inizio della prossima settimana.