24 Maggio 2024 Politica e Sindacato

Ponte sullo Stretto, in un emendamento leghista al ddl sicurezza spunta la stretta contro chi protesta

Mentre il ministro Matteo Salvini a Trento torna a promettere “cantieri entro il 2024 per il Ponte sullo Stretto”, i suoi in Parlamento vanno all’attacco del movimento No Ponte.

Nuove aggravanti e pene aumentate

Con un emendamento presentato al ddl sicurezza dal deputato Igor Iezzi, attualmente in discussione in commissione Affari Costituzionali, la Lega propone l’inserimento di una nuova aggravante dei reati contro la pubblica incolumità che sembra ritagliata sulla variegata rete di attivisti che da mesi protesta contro la maxi opera. La nuova fattispecie prevede un aumento “da un terzo a due terzi della pena” nel caso in cui “la violenza o minaccia è commessa al fine di impedire la realizzazione di un’opera pubblica o di un’infrastruttura strategica”.

L’emendamento andrebbe a integrare il comma 1 lettera b che si propone di punire l’ennesimo nuovo delitto contro la pubblica incolumità mirato a perseguire quello che il governo definisce “terrorismo della parola” cioè non solo chi “si procuri o detenga materiale contenente istruzioni sulla preparazione o sull’uso di materiali esplosivi, di armi da fuoco o di altre armi, di sostanze chimiche o batteriologiche nocive o pericolose”, ma anche “ogni altra tecnica o metodo per il compimento di atti di violenza con finalità di terrorismo, ovvero di sabotaggio di uffici e servizi pubblici o servizi di pubblica necessità”. Una definizione assai vaga secondo i giuristi, che soprattutto sotto l’ombrello del sabotaggio potrebbe inglobare anche atti di resistenza pacifica o materiali di propaganda che invitano a farli.

Bonelli: “La Lega vuole intimidire chi protesta”

Indignato il leader dei Verdi e parlamentare di Avs Angelo Bonelli, che da tempo contro il Ponte ha avviato una battaglia anche legale a colpi di esposti. “La Lega vuole mandare in carcere chi protesta contro il Ponte sullo stretto di Messina. Questa è la conferma della svolta autoritaria e repressiva nei confronti di chi dissente dalle folli politiche di questo governo. Quello di Iezzi é un emendamento che vuole intimidire la legittima protesta contro il ponte e se fosse approvato verrebbe previsto il carcere da 4 a 20 anni anche a chi con immagini o atti simbolici possa minacciare il blocco di opere infrastrutturali. Per chi protesta quindi è prevista una pena tripla rispetto alla corruzione e altri reati gravi come rapina e altro. Siamo in una vera emergenza democratica”.

Rabbia e indignazione fra i NoPonte

La notizia è arrivata in fretta negli ambienti del movimento No Ponte delle due sponde, che non ci hanno messo molto a leggerlo come una risposta alla grande manifestazione che sabato scorso ha sfilato per le strade di Villa San Giovanni. “Regime”, si commenta nella chat, “questo dimostra che hanno paura”, fa notare un altro.

“Matteo Salvini continua nella deriva securitaria avviata con i decreti sicurezza già al suo primo mandato da ministro. Nell’immaginario collettivo si trattava di misure esclusivamente relative alle migrazioni, ma in realtà sono stati colpiti anche attivisti e sindacalisti con una stretta su blocchi stradali, picchetti, libertà di manifestare e protestare”, osserva Peppe Marra, dirigente regionale dell’Usb e storico attivista del movimento No Ponte. “L’obiettivo – sottolinea – è tentare di criminalizzare il movimento No Ponte, che è sempre stato un movimento plurale, ed è paradossale che arrivi proprio a pochi giorni dalla manifestazione”: