6 Giugno 2024 Cronaca di Messina e Provincia

FOTO – FORESTACHE? ALBERI MOZZATI E CUMULI DI RIFIUTI (BRUCIATI) IN STRADA A BORDONARO-CASE GIALLE

di Enrico Di Giacomo - Ve li ricordate i 15 lotti in cui è stato suddivisa la parte di ForestaMe ribattezzata asta fluviale Gazzi? Molti dei lavori previsti sono stati già completati. Sul viale Gazzi sono stati rifatti i marciapiedi e si è proceduto con nuovo verde pubblico che ha reso meno degradato il viale nella sua interezza. Le altre macro-aree di intervento completate sono state Cumia Superiore, i villaggi Aldisio, Gescal, le strade della zona industriale ex Asi e Bordonaro-Case Gialle.

Questa mattina siamo stati in quest'ultima zona interessata dal progetto green dell'amministrazione Basile. Sono bastati pochi minuti intorno alle vie che circondano il bronx delle 'palazzine gialle ' di Bordonaro, dove trionfano stalle abusive, capannoni di lamiera, depositi improvvisati e scheletri di scooter rubati, strade beffardamente e ipocritamente intitolate a Carlo Alberto Dalla Chiesa e al magistrato Giovanni Falcone, per notare come il piano di riforestazione, almeno in questo quartiere, sia in parte miseramente fallito.

Alberelli già mozzati, sradicati o circondati da cumuli di immondizia ed erbacce, la terra secca che contrasta col rosso della pavimentazione drenante, almeno due mega discariche di rifiuti (nelle foto la situazione fino a 24 ore fa) dove ci potevi trovare fino a ieri sera materassi, divani, armadi (altro che la pubblicità progresso del comune con tanto di spot 'ma chi te lo fa fare?') che facevano parte del paesaggio da mesi e che questa notte qualcuno ha pensato di smaltire bruciando tutto. E non c’è neppure l'ombra di nuove aree urbane, di slarghi e piazze a verde destinati al relax e alla socializzazione, com'era previsto dal progetto originale. Insomma, la solita Bordonaro vista e rivista, dimenticata da tutte le amministrazione degli ultimi decenni e visitata soltanto da volanti della polizia e auto dei carabinieri, unica presenza dello Stato ad affacciarsi in quel territorio.

Se tutto ciò che abbiamo documentato l'avessimo trovato in pieno centro, avremmo avuto diverse interrogazioni di consiglieri comunali e l'attenzione dei media. Ma Bordonaro, come tante altre zone periferiche della città, sembrano non appartenere alla città nonostante i soliti proclami e i progetti da finanziare.

Perchè realizzare le opere senza che poi le stesse abbiano una manutenzione ordinaria, ha soltanto il sapore della presa in giro, del 'dover spendere necessariamente determinate somme entro un determinato tempo per non rischiare di perderle per sempre'.

Perchè è facile scrivere, per intercettare i finanziamenti, che 'tutto l’intero sistema ha l’obiettivo principale di sviluppare una nuova visione del paesaggio e nuovi marcatori verdi dell’ambiente di ripa che tenderanno a generare processi identitari e di accrescimento qualitativo della coesione sociale e della qualità della vita in questa linea di territorio..'. E poi che 'l’efficacia urbana e territoriale che favorisce l’attivazione di una osmosi funzionale ed estetica dell’ambiente naturale verso gli abitati permetterà di recuperare gli equilibri ecologici perduti e generare qualità ambientale, paesaggistica, culturale, di qualità e equità sociale, rafforzamento dell'identità dei luoghi' e bla bla bla. Belle parole che però diventano inutili e anche offensive se la realtà che vivono i cittadini del quartiere è poi quella incorniciata all'interno di queste ennesime, e anche inutili fotografie. Foto EDG