L’inchiesta: Nessun patteggiamento per Maurizio Croce. Il gup del tribunale di Messina non ha accolto la richiesta
Richiesta di patteggiamento rigettata e rinvio a giudizio per Maurizio Croce, l’ex soggetto attuatore dell’Ufficio regionale per l’emergenza idrogeologica coinvolto nell’inchiesta sui casi di corruzione elettorale legate ai lavori nel torrente Bisconte-Cataratti condotta dalla procura.
La gup Monia De Francesco non ha accolto la richiesta di patteggiamento a 3 anni e 6 mesi che era stata avanzata per Croce dall’avvocato Bonni Candido e che aveva ricevuto il consenso dei sostituti procuratori Liliana Todaro e Marco Accolla che hanno curato l’inchiesta. La giudice per le udienze preliminare non ha ritenuto la pena congrua.
La stessa decisione è arrivata anche per altri tre imputati che avevano chiesto di patteggiare la pena. Solo per due, invece, è stata accolta il patteggiamento. Una volta che le richieste di patteggiamento sono state rigettate il fascicolo è tornato alla gup Simona Finocchiaro che subito dopo ha tenuto l’udienza preliminare conclusa con il rinvio a giudizio.
Sulla decisione del giudice di rigettare la richiesta di patteggiamento l’avvocato Bonni Candido, legale di Croce ha dichiarato: «Prendo atto della decisione del gup che francamente mi desta qualche perplessità soprattutto per le motivazioni che la giustificano. Faremo ora le nostre conseguenti valutazioni confrontandoci con la procura che ha mantenuto fermo il suo consenso».
Nel corso dell’udienza sono state quindi rigettate anche le richieste di patteggiamento che erano state proposte per l’imprenditore Giuseppe Capizzi e per l’ex direttore generale dell’Arpa Sicilia Francesco Vazzana e per Rossella Venuti. In particolare per Capizzi era stato chiesto il patteggiamento a 2 anni mentre per Vazzana a 3 anni, aveva chiesto di patteggiare la pena anche Rosella Venuti a 2 anni. Anche per loro adesso si profila il processo. È stata invece accolta la richiesta di patteggiamento per Emanuele Capizzi e per Tommaso Davide Spitaleri. Sono assistiti dagli avvocati Bonni Candido, Nunzio e Franco Rosso, Giuseppe Piazza, Alberto Gullino e Carmelo Peluso. La scorsa udienza, erano stati rinviati a giudizio in otto. Il gup aveva disposto l’inizio del processo per il 22 ottobre prossimo.
Al centro dell’indagine condotta Guardia di Finanza le rivelazioni dell’imprenditore brontese ed ex sindaco di Maletto Giuseppe Capizzi, la cui ditta vinse l’appalto per mettere a posto le cose nel torrente Cataratti-Bisconte, ma che secondo l’accusa e le sue stesse dichiarazioni si prodigò per tutta una serie di “favori extra” richiesti proprio da Croce anche durante la sua campagna elettorale a sindaco. L’indagine aveva preso il via a seguito di un controllo disposto dal prefetto presso il cantiere di “riqualificazione ambientale e risanamento igienico dell’alveo del torrente Cataratti -Bisconte e opere varie ne Comune di Messina”. Dalle indagini emerse che si sarebbe stato un rapporto privilegiato, consolidatosi nel tempo, tra il vertice della struttura commissariale e il rappresentante legale dell’impresa esecutrice dei lavori. Alla fine sono stati in quattordici ad arrivare davanti al giudice per le udienze preliminari: 13 persone fisiche e poi una ditta, la S.C.S. Costruzioni Edili srl di Maletto, della famiglia Capizzi.
La scorsa udienza la gup Simona Finocchiaro, doipo aver separato quanti avevano chiesto di patteggiare aveva disposto il rinvio a giudizio per quanti avevano deciso di proseguire con l’ordinario. In particolare si tratta di Rosario Arcovito, Antonino Cortese, Giovanni “Enzo” Cucchiara, Francesco Di Maio, Giuseppe Francesco Mazzeo, Giovanni Pino, Giuseppe Vaccarino. Per tutti è stato disposto l’inizio del processo per il 22 ottobre prossimo.
Sono assistiti dagli avvocati Nunzio e Franco Rosso, Piero Pollicino, Andrea Fares, Giuseppe Lo Presti, Corrado Rizzo e Carmelo Peluso.