La sentenza d’appello per i rider dello spaccio arrestati dai Carabinieri nell’operazione Ambrosia
Regge anche al secondo grado di giudizio la sentenza dell’operazione Ambrosia, l’indagine dei Carabinieri sullo spaccio di droghe nei centri della costa saracena con base in due appartamenti di Gliaca di Piraino. Da qui la vendita delle dosi era gestita come un vero e proprio “delivery” attivo h24 con corrieri in motorino che consegnavano a domicilio hashish, marijuana, qualche pasticca.
La sentenza d’appello
La I sezione della Corte d’Appello di Messina ha definito il verdetto per gli imputati che in primo grado avevano scelto il rito abbreviato, arrivando a sentenza circa un anno fa. Per lo più le condanne sono state confermate, ad eccezione che per Daniele Casella. Per lui i giudici, accogliendo la richiesta dell’avvocato Agostino Scaffidi, hanno riformato la sentenza riqualificando i reati contestati: la pena complessiva scende da oltre 5 anni a 3 anni e 8 mesi. Confermate in toto invece le condanne di Cristian Terranova e Roberto Messina (2 anni e 8 mesi), 9 mesi a Calogero Maggistro, difesi dagli avvocati Domenico Magistro e Antonino Giuffrida. I legali attendono ora di conoscere le motivazioni alla base del verdetto per valutare eventuale ricorso in Cassazione.
L’operazione Ambrosia
La retata dei Carabinieri di Patti è scattata con 11 arresti ad aprile 2023. Con intercettazioni ambientali e telefoniche, appostamenti e video riprese, i militari hanno ricostruito oltre 40 episodi di spaccio, avvenuti tra il 2018 e il 2020, tutti ruotanti intorno i due appartamenti di Gliaca di Piraino.
I rider dello spaccio
Era da questo appartamento che i principali pusher raccoglievano le ordinazioni dei clienti, anche via social, e da qui partivano i corrieri che recapitavano a domicilio le dosi, come veri e propri rider. Nel centro tirrenico e tra Brolo e dintorni le consegne.