MESSINA: Confiscati beni per 12 milioni di euro al commercialista Michele Nigrelli, coinvolto in numerosi procedimenti penali. Confiscati anche 350 mila euro al pregiudicato messinese Giovanni Arrigo
I decreti della sezione Misure di prevenzione sono stati adottati rispettivamente dai collegi presieduti dai giudici Domenico Armaleo e Massimiliano Micali, ed eseguiti il primo dagli investigatori della sezione della Direzione investigativa antimafia di Messina e il secondo dai carabinieri del Comando provinciale peloritano.
Nelle ultime due settimane, il Tribunale di Messina, Sezione Misure di Prevenzione, ha adottato, su conforme richiesta della Procura, due provvedimenti di confisca di beni illecitamente acquisiti, assicurando alle "Casse dello Stato” l’importo complessivo di oltre 12 milioni di Euro.
L’aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati costituisce uno dei principali obiettivi perseguiti dalla Procura peloritana.
A tal fine, è stato creato il “Gruppo Misure di Prevenzione”, che tratta le misure di prevenzione ordinarie e antimafia, comprese quelle patrimoniali. In questo contesto si collocano i due decreti di confisca di cui sopra.
Nel primo caso, la Direzione Investigativa Antimafia ha eseguito un provvedimento con cui è stato sottoposto a confisca di prevenzione l’ingente patrimonio del noto commercialista messinese 63enne Michele Nigrelli, operante nell’area nebroidea, coinvolto in numerosi procedimenti penali per truffa finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche, reati fiscali, riciclaggio e autoriciclaggio.
Una mente economica raffinatissima, quella di Nigrelli, votata alle truffe seriali milionarie e in grande stile, per captare finanziamenti pubblici ed evadere sistematicamente il fisco. Che da Mistretta ha progressivamente allargato la sua sfera d’azione in Italia e all’estero. Fino ad arrivare solo per fare un esempio ad avere rapporti con una donna finita nei guai per bancarotta fraudolenta come amministratrice dell’impero di Wanna Marchi, e a quanto pare anche “imparentata” con il boss della Nuova camorra organizzata Raffaele Cutolo.
Dagli atti giudiziari è emerso come il prevenuto, sottoposto anche alla sorveglianza speciale di P.S. per due anni con l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza o di dimora abituale, abbia “da sempre strumentalizzato la sua attività professionale per la costituzione di un sistema truffaldino fondato sull’utilizzo di schemi societari non corrispondenti al dato reale, attraverso i/ quale egli ha rivolto a suo vantaggio consistenti contributi di natura pubblica”, tra cui gli incentivi previsti a favore delle attività produttive delle aree depresse, “così realizzando un imponente arricchimento personale”.
La misura ablativa riguarda nr. 9 imprese operanti nel campo dell’assistenza fiscale, dell’assistenza agli anziani ed in quello immobiliare; nr. 7 appartamenti; nr. 1 fabbricato e nr. 17 terreni situati nelle province di Messina e Palermo; nonché decine di rapporti finanziari per un valore complessivo di circa 12 milioni di euro.
Quella che riguarda il commercialista Nigrelli è una lunga indagine economico-finanziaria, che è stata coordinata dal procuratore aggiunto di Messina Vito Di Giorgio e dal sostituto della Dda peloritana Fabrizio Monaco, e che ha «documentato il reimpiego delle risorse finanziarie accumulate grazie a truffe per indebite percezioni di erogazioni pubbliche. Il professionista, radicato nel territorio dei Nebrodi, ha progressivamente esteso il suo raggio d’azione anche su scala nazionale ed estera». Disseminando poi i beni acquisiti tra parenti e prestanome. Con una evidente «sporporzione» tra le dichiarazioni dei redditi del nucleo familiare e il patrimonio posseduto.
Nel provvedimento di sequestro del gennaio 2023, i magistrati i magistrati delle misure di prevenzione di Messina scrivevano che Nigrelli «... sin dagli inizi degli anni 90 si è reso protagonista di plurime condotte truffaldine funzionali a drenare fraudolentemente ingenti somme di denaro provenienti da sovvenzioni pubbliche. L’odierno proposto è stato ripetutamente denunciato in stato di libertà per il reato di truffa finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche continuata in concorso».
E in un altro passaggio i giudici affermavano: «Appare sin qui evidente come la strumentalizzazione dell’attività di consulente fiscale del Nigrelli si sia estrinsecata, nel corso di circa un ventennio, nell’abusiva captazione di finanziamenti ed erogazioni pubbliche, reati che gli hanno consentito di conseguire ingenti profitti. A maggior riprova di quanto appena affermato appare necessario esaminare gli esiti dei plurimi procedimenti penali che in più occasioni hanno interessato l’odierno proposto, il suo nucleo familiare oltre ai soliti accoliti che nel corso degli anni lo hanno, a vario titolo, coadiuvato nelle condotte sin qui evidenziate».
IL SECONDO DECRETO DI CONFISCA RIGUARDA IL PREGIUDICATO MESSINESE GIOVANNI ARRIGO.
L’altro decreto di confisca ha riguardato beni riconducibili al pregiudicato messinese 49enne Giovanni Arrigo, attualmente detenuto, il quale è stato sottoposto anche alla misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di POS con obbligo di soggiorno. Il provvedimento scaturisce dagli accertamenti di carattere patrimoniale svolti dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Messina, che hanno consentito di documentare come l’uomo, coinvolto in passato in plurime vicende giudiziarie, avesse accumulato, nel tempo, un patrimonio risultato sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati da lui e dai suoi familiari
In particolare, dal 1992 al 2018, Arrigo, nell’ambito di diversi procedimenti penali, era stato condannato con sentenze definitive per vari reati, tra cui associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, rapina, furto, lesioni personali e detenzione illegale di armi. Per ultimo, il 30 aprile 2021, l’uomo era stato arrestato in flagranza di reato per estorsione aggravata dal metodo mafioso, nell’ambito di un’indagine condotta dai Carabinieri sotto il coordinamento di questa Direzione Distrettuale Antimafia, venendo poi condannato. Dalle investigazioni, avviate immediatamente dopo la denuncia della vittima, era emerso che il Arrigo, a partire dal 2016, avrebbe costretto, con ripetute vessazioni, minacce e violenze, attuate anche con l’uso di armi, un imprenditore edile a corrispondergli periodicamente, a titolo estorsivo, diverse somme di denaro, richiedendogli altresì, senza alcun compenso, i lavori per la costruzione di un fabbricato oltre a numerose forniture di materiale edile.
La confisca ha riguardato nr. 6 abitazioni e nr. 1 terreno agricolo, situati a Messina, oltre a nr. 5 veicoli per un valore complessivo stimato in circa 350mila euro.