Morte del nostromo Puleo, a giudizio Cama, Genghi e la società Caronte&Tourist. L’inizio del processo fissato per il prossimo 28 febbraio 2025
Si è conclusa con tre rinvii a giudizio l’udienza preliminare che si è celebrata davanti al gup Eugenio Fiorentino per la morte del nostromo sulla nave di Caronte&Tourist “Elio”, il povero 61enne originario di Torre Faro Gaetano Puleo, avvenuta il 24 febbraio del 2021 al molo Norimberga.
In questo procedimento erano coinvolti con l’accusa di omicidio colposo, con violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro, il comandante del traghetto che era attraccato in quei giorni al molo Norimberga, Giuseppe Cama, la società Caronte&Tourist come persona giuridica per responsabilità amministrativa, e l’imprenditore Luigi Genghi, in qualità di datore di lavoro di Puleo e armatore della nave Elio.
I familiari del nostromo Puleo, la vedova Giuseppina La Torre e i figli Giovanni, Salvatore ed Anna, erano costituiti parte civile nel procedimento con l’assistenza degli avvocati Claudio Calabrò e Francesco Rizzo.
Puleo fu colpito dal tendersi improvviso di una gomena utilizzata per l’attracco della nave che in un primo momento si era impigliata. La cima secondo la ricostruzione dell’inchiesta non sarebbe andata immediatamente in tensione ma purtroppo proprio mentre il nostromo stava verificando cosa accadesse. La sferzata fu così violenta che sbalzò il marittimo contro la parte superiore dell’apertura della nave e poi in mare, dove fu recuperato dai suoi colleghi, attoniti per quanto era accaduto davanti ai loro occhi.
L’inizio del processo è stato fissato per il prossimo 28 febbraio 2025.