30 Aprile 2025 Giudiziaria

L’inchiesta sulla discarica di Mazzarra’: rinvio a giudizio per 16 imputati. Prosciolti Alfano, Biffo e Cucinotta

di Edg - Il gup Salvatore Pugliese, a conclusione di una maxi udienza preliminare durata circa otto ore, dove sono stati sentiti tutti i difensori, e dopo una lunga camera di consiglio, ha deciso il rinvio a giudizio per 16 dei 20 indagati dell’inchiesta sul disastro ambientale della discarica di Mazzarrà S. Andrea, in contrada Zuppà. Un procedimento che vedeva coinvolti 20 imputati - 19 persone e una società -, tra coloro che, amministratori pubblici e tecnici, si sono occupati in qualche modo della gestione della grande struttura di smaltimento, oggi definitivamente chiusa ma fonte di troppe problematiche complesse e soprattutto di grave inquinamento ambientale. E che in passato ha anche attirato gli interessi mafiosi dei Barcellonesi e dei Mazzarroti. Accolta quindi, quasi per intero, la richieste al gup, in rappresentanza della Procura, formulata il 14 dicembre dello scorso anno dalla sostituta della Dda peloritana Francesca Bonanzinga.

Escono prosciolti dall'udienza preliminare i tre liquidatori, l'ex europarlamentare, già presidente della Commissione speciale antimafia del Parlamento europeo, Sonia Alfano, Pierluigi Biffo e Francesco Cucinotta (difesi dagli avvocati Fabio Repici, Vito Pirrone, Gabriele Cucinotta e Sebastiano Campanella) e la società Tirrenoambiente (l'illecito amministrativo contestato è prescritto) in persona del curatore fallimentare Angelo Vitarelli.

Si dovranno invece presentare in corte d'assise il prossimo 9 luglio alcune delle principali figure pubbliche e private che in qualche modo hanno avuto a che fare con la discarica nei diversi ruolo ricoperti nel corso del tempo: Giuseppe Antonioli, Maurizio Bonasera, Roberto Campagna, Francesco Cannone, Salvatore Cocina (attuale capo della Protezione civile regionale), Maurizio Costa, Antonio Crisafulli, Antonia De Domenico, Calogero Foti, Sebastiano Giambò, Dario Grussu, Francesco Lo Cascio, Carmelo Navarra, Carmelo Pietrafitta, Alfio Raineri e Roberto Ravidà difesi dagli avvocati Tortora, Di Silvestro, Peluso, Di Paola, Calderone, Scordo, Pontillo, Celi, Rosso, L'Abbate, Scillia, Pizzuto ed Emanuele.

Sul fronte delle parti civili il gup Pugliese aveva già ammesso, nella scorsa udienza, quasi tutte, tra enti pubblici, associazioni e privati cittadini, ad eccezione dell’associazione Zero-Waste, per la quale ha ritenuto che non fosse provata la legittimazione a fare parte del processo. E tra enti pubblici, associazioni e singoli cittadini saranno parte civile i ministeri dell’Ambiente e della Salute, i Comuni di Mazzarrà Sant’Andrea e Furnari, il Wwf, Legambiente, il Codacons, e parecchi cittadini che abitano nelle vicinanze della vera e propria “bomba ecologica” che è il sito di contrada Zuppà.

L’inchiesta, a suo tempo gestita dalla sostituta della Dda di Messina Rosanna Casabona, che oggi è procuratore capo a Caltagirone, vedeva complessivamente 20 indagati: 19 tra i vertici della società TirrenoAmbiente Spa che l’ebbe in gestione ed oggi è fallita, amministratori pubblici regionali e locali, liquidatori della società e infine tecnici, e poi la stessa società come persona giuridica. Il ventaglio di ipotesi di reato contestate è ampio in un arco temporale molto vasto, praticamente dalla realizzazione del grande sito di smaltimento dei rifiuti fino ai nostri giorni, l’ultimo sopralluogo del consulente tecnico è infatti del 6 luglio 2023. Vengono contestati in concreto i reati di gestione illecita di rifiuti, avvelenamento di acque, inquinamento ambientale e disastro ambientale.