
L’AFFAIRE PONTE: PRESTIPINO AVREBBE RIVELATO LO SVOLGIMENTO DI “ATTIVITA’ DI INTERCETTAZIONE DELLA PROCURA DI MESSINA…”
Le microspie di cinque procure, coordinate dalla Dna, stanno registrando un notevole fermento della criminalità organizzata attorno alla grande opera che ancora non c'è. Il Ponte sullo Stretto è al centro di attenzioni ben precise: esponenti della 'Ndrangheta e della mafia siciliana avrebbero già stipulato un patto per cercare di spartirsi una fetta dei lavori che verranno anche riattivando alcuni contatti con la politica locale. E' quanto rivela Salvo Palazzolo in un articolo su Repubblica. Intanto si sarebbero mossi per acquisire terreni da offrire per lo stoccaggio dei materiali. Notte allarmanti che emergono dalle indagini condotte dalle procure di MESSINA, Reggio Calabria, Catanzaro, Catania e Milano. Notizie che dovevano restare segrete e invece, accusa la procura di Caltanissetta, alcune informazioni riservate sarebbero state rivelate dal magistrato che coordina le inchieste il procuratore aggiunto della Dna, il messinese Michele Prestipino, adesso indagato.
Destinatari delle notizie sarebbero stati Gianni De Gennaro, l'ex capo della polizia, oggi presidente Eurolink, il general contractor che si occupa della progettazione e della costruzione del ponte, e Francesco Gratteri, consulente per la sicurezza di Webuild, il socio forte del consorzio. I due ex superpoliziotti hanno incontrato Prestipino il primo aprile, al ristorante Vinando: non sono indagati, ma dopo il pranzo i carabinieri del Ros hanno continuato a tenerli sotto controllo su disposizione dei pubblici ministeri nisseni. Tre giorni dopo, Gratteri ha telefonato a un dirigente della struttura che si occupa del Ponte e gli ha detto che avrebbero dovuto incontrarsi per parlare di alcune notizie avute da lui e da De Gennaro. Un'altra intercettazione contestata dal procuratore di Caltanissetta Salvatore De Luca a Prestipino il girono dell'interrogatorio.
Nell'avviso di garanzia è scritto che il magistrato avrebbe svelato non solo le indagini delle cinque procure, "ma anche l'attuale svolgimento di intercettazioni delle procure di MESSINA, Catanzaro e Reggio Calabria, indicando - scrivono i pubblici ministeri - le indagini di tali uffici come le più importanti per la tutela degli interessi delle società". C'è anche un altro passaggio interessante nell'avviso di garanzia, quello in cui il procuratore De Luca e il suo pool scrivono che è "in valutazione la connessione" del reato contestato a Prestipino "con altri delitti per i quali si procede separatamente". Segno che questo pezzo di indagini maturato all'improvviso, nel corso di intercettazioni riguardano De Gennaro e il depistaggio dell'inchiesta sulla strage Borsellino, è ben più ampio della fuga di notizie del primo aprile avvenuta a Roma. Per questa ragione, i magistrati di Caltanissetta - scrive sempre Palazzolo - non hanno già trasmesso gli atti alla procura della Capitale, ma "stanno valutando" sulle prossime mosse da fare. Anche perché, intanto, con l'operazione Prestipino, fatta d'intesa con la procura nazionale per bloccare una fuga di notizie, i pm nisseni hanno dovuto svelare l'indagine delicata che stavano conducendo: intercettavano De Gennaro per provare a decifrare i misteri di un suo fedelissimo, l'ex questore di Palermo Arnaldo La Barbera, oggi ritenuto il 'ladro' dell'agenda rossa di Paolo Borsellino. Un'indagine segretissima, che potrebbe essere rimasta "contro ignoti": le intercettazioni possono essere infatti disposte anche nei confronti di soggetti non indagati.