3 Maggio 2025 Politica e Sindacato

I piani personalizzati del Comune per i minori disabili, sulla gestione dei fondi consegnata una denuncia in procura

La gestione dei fondi per i progetti comunali destinati ai minori con disabilità. Su questo Angela Rizzo, rappresentante del movimento civico “Diritti in Movimento”, ha presentato un esposto alla procura per chiedere chiarimenti. “Tale iniziativa nasce da dubbi relativi alla trasparenza con cui l’Azienda Speciale Messina Social City, che opera per conto del Comune di Messina, avrebbe gestito questi fondi – si legge – l’esposto evidenzia presunte irregolarità e sovrapposizioni nei finanziamenti provenienti da fonti pubbliche diverse – fondi regionali (L. 328/2000), comunali ed europei (PON Metro e PON Metro Plus) – che, secondo la documentazione allegata, avrebbero potuto finanziare più volte gli stessi servizi nel triennio 2023-2025.

Tra i principali rilievi contenuti nel documento si segnalano: la possibile duplicazione o triplicazione dei finanziamenti per i servizi inclusi nei Piani Personalizzati, la sospetta tempistica nelle nomine e nelle liquidazioni, come nel caso del Responsabile Unico del
Procedimento (Rup), nominato solo a ridosso della conclusione dei progetti, già avviati e finanziati, il mancato rispetto delle procedure previste per la redazione dei piani, che, secondo testimonianze, non sarebbero stati condivisi con le famiglie, come previsto dalla normativa vigente.

Rizzo: “I piani personalizzati sono strumenti fondamentali per garantire il diritto alla cura e all’integrazione dei minori con disabilità. Non possono diventare strumenti contabili né essere gestiti in modo opaco, a danno dei più fragili.” Il movimento civico chiede che venga fatta piena luce sull’utilizzo delle risorse pubbliche, nel rispetto della legge, dei diritti dei cittadini e dei principi di trasparenza e buona amministrazione. trasparente, e non disponendo di riferimenti a cui rivolgersi per ottenere informazioni approfondite su temi di interesse collettivo, come cittadina attiva e a nome di alcune famiglie e associazioni di volontariato, l’unica strada rimasta è stata quella di presentare esposti alla procura”.