
“OTTAVO CERCHIO”: LA CASSAZIONE ANNULLA CON RINVIO LA CONDANNA DELL’EX AUTISTA DELLA PROCURA, ANGELO PARIALO’
di Enrico Di Giacomo - La sesta sezione della Corte di Cassazione, che si occupa di reati contro la pubblica amministrazione, ha annullato con rinvio ad altra sezione della Corte d'appello di Messina, la condanna a 4 anni e 3 mesi di reclusione inflitta in primo grado e in appello all'ex autista giudiziario della Procura Angelo Parialò (foto), difeso dall'avvocato Domenico Andre' (foto).
Angelo Parialò, accusato di essere una “talpa” che avrebbe fornito informazioni sugli spostamenti del procuratore aggiunto Vito Di Giorgio, parlandone con uno degli indagati, rimase coinvolto nell’inchiesta "Ottavo cerchio", che nel 2020 fece emergere un giro di “mazzette” che vedeva coinvolti imprenditori privati, funzionari pubblici e faccendieri che si prestavano a fare da mediatori tra le due parti
Il 6 luglio dell'anno scorso lo scenario era parzialmente cambiato in appello. Il collegio di secondo grado presieduto dal giudice Antonino Giacobello aveva infatti assolto da ogni accusa il funzionario comunale Giuseppe Frigione con la formula "perché il fatto non sussiste", rideterminando la pena a 2 anni e 9 mesi per l'ex assessore ed ex consigliere comunale Giorgio Muscolino, concedendogli le attenuanti per la cosiddetta "gravità contenuta" del reato contestato e riducendo a cinque anni le pene accessorie dell'interdizione dai pubblici uffici e della incapacità di contrattare con la Pubblica Amministrazione, e aveva infine confermato, come detto, la condanna a 4 anni e 3 mesi di reclusione inflitta in primo grado all'autista giudiziario della Procura Angelo Parialò.
Il processo di primo grado si era concluso a giugno 2022: Frigione era stato condannato a 6 anni, Muscolino a 4 anni, e Parialò a 4 anni e 3 mesi.
L’operazione "Ottavo cerchio" (il riferimento e all’Inferno dantesco), che fu condotta nel marzo del 2022 dalla Polizia, ruotava intorno ad un giro di “mazzette” che avrebbe coinvolto imprenditori e funzionari pubblici, dal Genio civile al Comune di Messina. L'inchiesta portò ad undici misure cautelari, quattordici in totale gli indagati.
TUTTE LE ACCUSE DELLA PROCURA CONTRO ANGELO PARIALO'.
Durante le indagini della Squadra Mobile erano emersi gli stretti rapporti tra Angelo Parialo', autista dei magistrati di Messina sottoposti a tutela e il pregiudicato Marcello Tavilla, verso il quale Parialò si mostra accondiscendente a mediare all'interno del Tribunale per far ottenere a una persona vicina a Tavilla dei condomini a fronte dell'assunzione di Domenico Artino, genero della donna con la quale Parialò ha una relazione, in una delle imprese di Tavilla.
Attraverso l'amministrazione del condominio, Tavilla e la Fiorentino ottengono la gestione della manutenzione degli impianti di ascensore, affidata alla Peloritana Service, società di fatto gestita da Cinzia Fiorentino. Importante è la conversazione del 18 settembre in cui Parialò chiama Tavilla per chiedergli se fosse riuscito a fare assumere una persona in una delle sue imprese e concordano di incontrarsi.
"Il 23 settembre viene registrato - si leggeva nell'ordinanza del gip Militello - l'incontro tra Tavilla e Parialò nel corso del quale questi gli presenta Domenico - evidentemente Domenico Artino - del quale aveva chiesto l'assunzione e Tavilla si mostra disponibile dopo averne parlato con i suoi soci e invita il giovane a fargli avere i documenti personali e il curriculum".
A questo punto, "congedato il Domenico, Tavilla chiede a Parialò di essere messo in contatto con l'ufficio del Tribunale che si occupa della nomina degli amministratori di condominio e Parialò gli dice di raggiungerlo in Tribunale per verificare chi si occupa di queste cose".
Il 24 settembre Tavilla, in compagnia del pregiudicato Francesco Cardile, raggiunge Parialò in Tribunale e gli consegna del pesce.
Nei giorni successivi si succedono gli incontri tra Parialò, la Fiorentino e Tavilla per definire l'assunzione di Artino e trovare il modo di capire chi si occupa degli amministratori di condominio.
"Nessun dubbio - scriveva il gip nella misura cautelare - può avere Parialò in ordine al 'favore' che pretendevano tavola e la Fiorentino, perchè, nel corso dell'incontro, è esplicato dalla Fiorentino: fornendo a persone accondiscendenti all'interno del Tribunale l'elenco degli amministrari di fiducia, tavola e la Fiorentino si sarebbero aggiudicati i lavori di manutenzione degli ascensori".
Dopo l'incontro all'interno della macchina Tavilla commenta con la Fiorentino che il dottor Di Giorgio sta indagando su di lui ma che Parialò gli ha svelato che sul suo conto non ci sono elementi: "...Hai capito con chi è giovedì...con Di Giorgio...lui gli fà la scorta...hai capito chi è Di Giorgio?...Il Procuratore...quello che sta indagando...a me..eh...ma lui lo sa però...certo...e lui mi ha detto che non c'è niente...". Il 3 ottobre Parialò chiama Tavilla e gli sollecita l'assunzione di Artino e Tavilla lo rassicura.
Il 22 ottobre Artino inizia a lavorare, ma pochi giorni dopo lo stesso si licenzia ritenendo la paga troppo bassa.
Dalle intercettazioni si nota come Parialò era solito riferire alla sua compagna i nomi dei magistrati a cui faceva l'autista e gli spostamenti degli stessi.
Succede quando accompagna la dott.ssa Raffa e anche con il procuratore Di Giorgio.
"Parialò ha strumentalizzato - scriveva il gip Militello - la propria professione accordandosi con Tavilla e la Fiorentino - concorrenti nel reato - per fargli conoscere persone all'interno del Tribunale che si occupano delle amministrazioni di condominio, rivelandogli notizie degli spostamenti dei magistrati che si occupavano delle indagini nei confronti del Tavilla e rivelandogli notizie sulle indagini in corso nei confronti del Tavilla, notizie che Parialò ha subdolamente carpito all'interno degli uffici in cui presta servizio".
"Dalla nota del procuratore aggiunto Di Giorgio, datata 27 dicembre 2019, risulta peraltro che Tavilla non è indagato e che il procedimento risulta ancora in fase di indagini preliminari, era stata rigettata dal Gip richiesta delle intercettazioni sulle utenze in uso all'arrestato".
Le indagini, alla data della rivelazione, erano ancora 'segrete'.