28 Maggio 2025 Giudiziaria

«Le cosche vogliono le grandi opere, vigiliamo sul Ponte»

Cresce l’interesse delle cosche per il controllo delle grandi opere pubbliche. L’allarme arriva dalla Relazione della Dia, che vigilerà anche sugli appalti per la realizzazione del Ponte sullo Stretto, oggetto di polemica dopo l’invito del Quirinale nei giorni scorsi a non indebolire le norme contro le infiltrazioni criminali. «Siamo pronti a svolgere l’attività di prevenzione che sarà decisa dagli organi istituzionali» sull’infrastruttura. «Abbiamo già un background molto importante di esperienza, di capacità, di risorse», assicura il direttore della Dia, Michele Carbone, evidenziando come lo scorso anno siano «raddoppiati gli accessi ai cantieri», vista «l’enorme massa di risorse pubbliche», destinate al Pnrr, al Giubileo e ai Giochi olimpici Milano-Cortina 2026, oltre che all’avvio dei lavori per il Ponte.

E in Sicilia per Cosa nostra «la prolungata assenza di una leadership solida e riconosciuta ha determinato ciclici avvicendamenti e tentativi di stabilizzazione tra le nuove e le vecchie generazioni, configurando un modello di coordinamento fondato sulla condivisione delle linee d’indirizzo e su una gestione operativa “intermandamentale”», scrive la Dia. «Considerate le complesse relazioni tra le famiglie di Palermo e della Sicilia occidentale e gli altri clan presenti nella Sicilia orientale, gli attuali equilibri si configurano come assetti a “geometria variabile”, in ragione della fluidità delle leadership criminali e dei business illeciti oggetto di contesa, elementi che generano alleanze e tregue tra i diversi clan». Per la Dia «Cosa nostra manifesta una presenza capillare su tutta l’isola, con proiezioni che, già nei decenni passati, si sono estese all’estero. I principali interessi criminali includono il traffico di stupefacenti, che ha visto la capacità di instaurare relazioni e forme di cooperazione con ’ndrangheta, camorra e soggetti stranieri per l’approvvigionamento della droga; le estorsioni, che costituiscono uno strumento tradizionale di controllo territoriale, oggi caratterizzate da modalità persuasive che evitano la violenza, limitandosi all’imposizione di forniture di beni, servizi e manodopera a prezzi maggiorati; il gioco e le scommesse online, funzionali al controllo del territorio e al riciclaggio dei capitali illecitamente accumulati».

«L’interesse mafioso - conclude la Relazione - si estende altresì ai settori dell’economia legale: l’infiltrazione nei processi decisionali degli enti locali, l’acquisizione diretta o indiretta di attività economiche tramite imprenditori compiacenti e prestanome, l’infiltrazione del comparto agro-alimentare mediante truffe finalizzate all’indebita percezione di finanziamenti pubblici destinati allo sviluppo agro-pastorale».