
”Il coraggio del male” tra amore e terrorismo nel romanzo di Sebastiano Ardita
Stella e Domenico, due anime che si incontrano nell’Italia degli anni ‘70 nel primo romanzo scritto dal magistrato antimafia
“In qualche modo, con questo romanzo, ho voluto rendere omaggio a quanti, negli anni ‘70 e ‘80, hanno perso la vita colpiti dal terrorismo”. A dirlo è il noto magistrato antimafia Sebastiano Ardita durante la trasmissione di Rai 1 “Milleeunlibro - Scrittori in TV”, condotta da Gigi Marzullo, a commento del suo recente romanzo “Il coraggio del male”, edito da Bonfirraro. È un racconto avvincente di un’Italia segnata dal terrorismo e dal drammatico ascendente che le mafie hanno esercitato sulle istituzioni durante quegli anni. Ardita riesce, con innegabile abilità, a restituire l’immagine di un periodo storico profondamente oppressivo, attraverso una “storia di persone, di sentimenti e di affetti”. Protagonisti del romanzo sono Stella e Domenico - lei, studentessa universitaria; lui, agente di custodia – le cui scelte si intrecciano mentre sono chiamati a prendere decisioni difficili, cariche di incertezze e di paure. Quello che emerge con forza da questo primo romanzo di Ardita è il valore fondamentale che il coraggio svolge nella vita di ognuno. Soprattutto “quando ci si trova con le spalle al muro”.
“Ho scritto questo romanzo - ha spiegato Ardita - anche perché ho attraversato in parte il mondo penitenziario, dove questa vicenda è collocata. Ma l’ho scritto anche pensando ai giovani. All'interno di questa cornice, ho voluto calare una storia di persone, fatta di sentimenti e affetti. È anche una storia psicologica, in cui ogni protagonista compie un percorso che rivive attraverso dei flashback.
Personalmente - ha aggiunto - penso che ciascuno di noi sia il frutto delle esperienze vissute nel corso della propria esistenza. E tutto ciò che, a volte, accade è l’espressione di momenti molto significativi della nostra vita. Se abbiamo una rabbia dentro, se vogliamo ottenere un risultato, oppure impegnarci politicamente e servire lo Stato, ci troviamo a obbedire a qualcosa che portiamo dentro, e alla quale dobbiamo dare sfogo nel modo più corretto possibile”.
Attraverso una serie di eventi storici realmente accaduti, Ardita costruisce una trama capace di indagare il confine a volte sottile tra giustizia e ribellione, legalità e disobbedienza. Non sono pochi, infatti, i dilemmi morali e le sfide psicologiche che si alternano nella vicenda di Stella e Domenico. Dilemmi che invitano il lettore a riflettere sulle scelte individuali di chi è costretto a confrontarsi con le sfide del proprio tempo. Dunque, “Il coraggio del male” non è solo un romanzo sul passato: è un viaggio nella coscienza, dove il coraggio diventa la chiave per non perdersi lungo il confine tra ciò che è giusto e ciò che, a volte, appare necessario.
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