
Ponte e rischio infiltrazioni, Salvini rassicura e Bonelli lo provoca: “Ecco i mafiosi che hanno acquistato i terreni dove sorgerà l’opera”. E cita il boss Santo Sfameni
Dopo il botta e risposta col Quirinale sulle deroghe ai controlli antimafia, il rischio infiltrazioni criminali durante i lavori del Ponte resta tema caldo. Il vicepremier Matteo Salvini, atteso domani a Messina per un vertice in Prefettura, ha usato toni rassicuranti sui controlli che verranno adottati. Lo ha fatto durante la tappa di Reggio Calabria in cui ha incontrato istituzioni e autorità che saranno coinvolte nella lotta alla criminalità organizzata. "Una riunione ''estremamente positiva, in cui sono emerse tante idee e la totale sintonia tra Salvini e i presenti, tra cui il prefetto, Clara Vaccaro, il procuratore, Giuseppe Lombardo, i sindaci di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, e di Villa San Giovanni, Giuseppina Caminiti. In particolare c’è piena condivisione sul tema dei controlli anti-criminalità'', ha sottolineato il ministero Infrastrutture e Trasporti.
Intanto il deputato Avs Angelo Bonelli ha letto in Parlamento i nomi dei mafiosi che avrebbero acquistato i terreni in cui sorgerà l'opera. "Alcuni giorni fa, nel decreto Infrastrutture, il Ministro Salvini ha proposto una deroga alle norme antimafia per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Ci sentiamo più sicuri così? No, io non mi sento più sicuro. Io, devo dire, non mi sento sicuro con Salvini al Governo, questo sì, sono fortemente preoccupato, da questo punto di vista". Lo ha detto il deputato Avs Angelo Bonelli durante la seduta fiume in aula alla Camera sul decreto sicurezza. "Come facciamo a essere sicuri - si è chiesto Bonelli - quando il governo dovrebbe garantire ai cittadini sicurezza per esempio nell'evitare di favorire i mafiosi? Per esempio, io adesso voglio leggervi i nomi di alcune famiglie mafiose - clan 'ndrine che non saranno contente, oggi, che io stia per leggere i loro i nomi in Aula - che hanno rilevato i terreni, hanno acquistato con la compravendita i terreni dove si realizzerà il ponte sullo Stretto di Messina. Ma la società Stretto di Messina, il Governo, il Ministero delle Infrastrutture lo sapevano, perché il documento sugli espropri l'hanno fatto loro. Sapevano che quelle famiglie avevano acquistato, però il Governo vuole derogare. È questa sicurezza? Ci sono gli eredi della famiglia del clan di Santo Sfameni, detto 'il patriarca', figura centrale nei rapporti tra mafia e ambienti istituzionali, già condannato per gravi reati e arrestato con l'accusa di essere uno dei promotori della mafia messinese. E poi c'è la famiglia che ha acquistato il casolare di Villafranca Tirrena che fu rifugio di latitanti e teatro di summit mafiosi, tra cui quello con Angelo Siino, noto come il Ministro dei lavori pubblici di Cosa nostra e il boss Michelangelo Alfano. 'Ndrine che vanno ad acquistare i terreni mentre c'è un Governo che chiede la deroga alle norme antimafia". (Fonte Askanews).