11 Giugno 2025 Politica e Sindacato

La crisi idrica prosegue, il Pd chiede dimissioni al CdA dell’Amam

Non è di semplice né di immediata soluzione la crisi idrica di questi giorni. Una parte della città è in sofferenza dallo scorso fine settimana per via delle difficoltà di tenuta delle reti elettriche della zona del catanese da dove arriva l'acqua che utilizzano i messinesi.

Una sofferenza esplosa con fragore appena le temperature si sono innalzate e gli ammanchi della fornitura elettrica si sono moltiplicati nell'impianto di Torrerossa che spinge l'acqua nella tubazione del Fiumefreddo a 70 km da Messina.
Ma la vera sofferenza è quella dei cittadini, ultimo e più debole anello della catena. La rete di distribuzione cittadina continua dopo decenni a soffrire la sua inadeguatezza nella zona nord della città. E allora appena viene a mancare un po' di quantità di acqua, i primi soffrire sono gli abitanti di quell'area che, giustamente, si sentono dei perseguitati.
Di fatto, a giro, l'Amam deve escludere dall'erogazione questo o quel rione per poter garantire acqua al resto dell'area centro nord. Quasi nessun disagio in altre zone di Messina.

Oggi la sorte avversa tocca Sant’Agata, Ganzirri e Torre Faro, oltre che in alcune aree un po' più centrali della città a partire dall'area di piazza Castronovo e via Garibaldi. Le tre zone rivierasche sono fra quelle che più di altre hanno avuto i rubinetti a secco negli ultimi 4 giorni. Ma è toccato anche all'Annunziata, alla via Palermo e al viale Regina Elena. Non meno di 15mila persone che hanno potuto fare affidamento solo sulle scorte condominiali o su quelle familiari per potersi lavare, con i termometri, per ora, a cavallo dei 30 gradi.

Negli ultimi due giorni si sono contati oltre 100 interventi con le autobotti per rifornire soprattutto i serbatoi dei grandi palazzi. Un numero che è la fotografia di una criticità tutt'altro che da sottovalutare.

E sulla vicenda il partito democratico va all'attacco. I tre consiglieri comunali si chiedono se i due gruppi elettrogeni, che già nel 2023 l’amministrazione comunale aveva dichiarato di aver acquistato, per un costo di 430.000 euro, per far fronte a precedenti danneggiamenti degli impianti di distribuzione dell’acqua, siano stati davvero comprati, visto che non sono stati utilizzati. E a valle della situazione e dello scarso preavviso alla popolazione chiedono le dimissioni del Cda dell’Amam e del direttore generale, scrivono, per manifesta incapacità amministrativa e gestionale.